Le calciatrici della nazionale statunitense hanno fatto causa alla loro federazione per discriminazione di genere

(Tim Warner/Getty Images)
(Tim Warner/Getty Images)

Le 28 calciatrici della nazionale statunitense hanno presentato una causa per discriminazione di genere nei confronti della federazione calcistica nazionale, la U.S. Soccer. Le calciatrici accusano i dirigenti federali di “discriminazione di genere istituzionalizzata” per il diverso trattamento che ricevono rispetto ai giocatori della nazionale maschile: nonostante abbiano le stesse responsabilità, denunciano di ricevere paghe nettamente inferiori, oltre ad avere a disposizione meno strutture e risorse per allenamenti e cure mediche. I contrasti tra le calciatrici e la federazione nazionale vanno avanti da anni, ma una nuova causa tra le parti non era prevista a soli tre mesi dai Mondiali in Francia, dove peraltro gli Stati Uniti difenderanno il titolo vinto nel 2015 (mentre la nazionale maschile è in crisi).

Nel 2016 cinque giocatrici statunitensi tra le più famose – Hope Solo, Megan Rapinoe, Carli Lloyd, Becky Sauerbrunn e Alex Morgan – inviarono, in rappresentanza di tutta la nazionale, un reclamo alla Commissione per le pari opportunità sul lavoro degli Stati Uniti in cui accusavano la federazione di discriminazione nelle retribuzioni. Nel frattempo hanno ottenuto un nuovo contratto collettivo, che però si è allontanato di poco dalla cifre precedentemente in vigore, pari a circa il 40 per cento in meno di quelle percepite dagli uomini. Le calciatrici sostengono che la disuguaglianza di paghe e premi non sia giustificata nemmeno dal punto di vista commerciale: la nazionale femminile gode infatti di una grande popolarità negli Stati Uniti ed è tra le più forti al mondo, e il calcio è fra le discipline giovanili più praticate nel paese.