I dati personali di 14.200 persone sieropositive sono stati diffusi online a Singapore

Un attivista appende i nastri con i nomi delle persone decedute per HIV, Singapore, 8 maggio 2003
(ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)
Un attivista appende i nastri con i nomi delle persone decedute per HIV, Singapore, 8 maggio 2003 (ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)

A Singapore le informazioni personali ottenute illegalmente di oltre 14.200 persone con l’HIV sono state pubblicate online. I dati includono il nome, un numero di identificazione, il numero di telefono, l’indirizzo, i risultati dei test HIV e altre informazioni mediche riservate di 5.400 cittadini diagnosticati come sieropositivi prima del gennaio 2013, e di 8.800 stranieri diagnosticati sieropositivi prima del dicembre 2011.

Il ministero della Salute ha detto che le informazioni sarebbero state illegalmente possedute da Mikhy Farrera Brochez, un cittadino statunitense con l’HIV che ha vissuto a Singapore con un visto per lavoro tra gennaio 2008 e giugno 2016. Brochez era stato in prigione nel giugno del 2016 e condannato a 28 mesi di carcere nel marzo 2017 per truffa e reati di droga. Tra le altre cose, era stato riconosciuto colpevole di aver manipolato il suo test sull’HIV per mantenere il visto. A Singapore, infatti, gli stranieri sieropositivi non possono ricevere un visto per lavoro o un permesso di soggiorno permanente. Il compagno di Mikhy Farrera Brochez, Ler Teck Siang, ex dirigente del ministero della Sanità dal 2012 al 2013, gli aveva fornito degli esami del sangue falsi per poter superare il test ed era stato a sua volta condannato a due anni di carcere. Il ministero ritiene che Brochez abbia avuto accesso al registro riservato che riguarda le persone con HIV attraverso Siang.

Il ministero ha detto: «Ci scusiamo per l’ansia e la sofferenza causate da questo incidente. La nostra priorità è il benessere delle persone interessate. Dal 26 gennaio, stiamo gradualmente contattando le persone coinvolte per avvertirle e aiutarle».