Abbiamo provato sei tracker Bluetooth

Perdete sempre tutto? Non trovate mai le chiavi anche se erano «proprio lì un momento fa»? Uno di questi potrebbe farvi molto comodo

Succede in tutte le famiglie, e in tutti i gruppi di amici o di colleghi. In ogni assortimento di umani c’è una persona che perde tutto, quella a cui non si possono affidare le chiavi, quella a cui non dire mai «mi tieni un momento il telefono», quella che si chiude fuori casa una volta alla settimana (esce dimenticandosi le chiavi), quella che non ricorda mai dove ha parcheggiato l’auto, quella a cui uscendo da un bar o da un ristorante viene chiesto per sicurezza «non hai lasciato il portafoglio sul tavolo, vero?».

Non è una colpa: alcune persone fanno più fatica delle altre a tener traccia dei propri oggetti, tutto qui. La loro è una vita difficile. Per rendere più agevole la vita della persona che perde tutto del Post (perché ovviamente anche al Post ce n’è una), la redazione ha provato sei tracker Bluetooth. Se il nome non vi dice nulla, forse li avete sentiti chiamare “Tile” (dal tracker della marca più famosa), o “trovaoggetti Bluetooth” o “localizzatori Bluetooth”: hanno un sacco di nomi.

Che cosa sono?
I tracker Bluetooth sono piccoli dispositivi che si attaccano a ciò che non si deve assolutamente perdere: le chiavi di casa o quelle dell’auto, ad esempio. Funzionano via Bluetooth tramite un’app da scaricare sullo smartphone. Per il nostro test ne abbiamo scelti sei: FiloTile MateWistiki, TrackR Pixel, Chipolo e FindElfl. Sono tutti disponibili sul mercato italiano e si possono acquistare su Amazon. Hanno un prezzo compreso tra i 20 e i 35 euro tranne FindElfl che abbiamo inserito nella lista per completezza: è molto più economico, costa 6 euro, ma – ci arriviamo – non è molto affidabile.

Tutti i tracker che abbiamo provato hanno due funzioni base. La prima è riprodurre una suoneria quando, attraverso l’app a cui sono collegati, gli si dà il comando di farlo. In questo modo dovrebbe essere facile ritrovare l’oggetto a cui sono attaccati. In sostanza, permettono di fare per altri oggetti quello che facciamo quando non troviamo il telefono, cioè chiamarlo da un altro telefono per farlo suonare. Se ad esempio avete attaccato il tracker alle chiavi di casa e non sapete più dove le avete messe, potete attivare la funzione “cerca” e il tracker comincerà a fare un suono (tendenzialmente fastidioso) per aiutarvi a scoprire in che tasca le avevate cacciate. Per farlo suonare, il dispositivo deve essere a portata di Bluetooth, e per ogni tracker c’è una distanza massima entro la quale lo smartphone riuscirà a trovarlo.

Se però il tracker – e le vostre chiavi – sono già oltre la distanza massima e l’app vi dice che non riesce a collegarsi con il tracker via Bluetooth, avrete comunque la possibilità di scoprire dov’era l’ultima volta che è stato vicino al telefono (cioè vicino a voi) grazie alla seconda funzione base dei tracker.
L’app, infatti, vi mostra su una mappa l’ultima posizione che ha registrato. Quindi potrete verificare tristemente che avete lasciato le chiavi in ufficio e che dovete tornare a prenderle. Questa seconda funzione è molto utile anche per gli smemorati: se lasciate un tracker nella vostra auto, sulla mappa dell’app potrete ritrovare in fretta dove l’avete parcheggiata.

Tutti i tracker che abbiamo scelto, infine, si somigliano nelle modalità di attivazione. In tutti i casi è necessario scaricare un’app – diversa per ogni tracker, ovviamente –,  registrarsi (o accedere tramite Facebook o Google, dove è possibile), attivare il Bluetooth dello smartphone e seguire una serie di istruzioni per l’accoppiamento del dispositivo con il vostro telefono. I tracker dunque non funzionano senza app, quindi verificate la compatibilità con i vostri telefoni, prima di comprarne uno. In quasi tutti i casi, l’app è abbastanza intuitiva, fornisce le istruzioni necessarie per l’installazione del tracker e permette di capire quali sono le sue funzioni specifiche. Ora passiamo ai dettagli.

Filo Tag
Filo è un tracker prodotto da un’azienda italiana: si presenta come una piccola piastrina di plastica rettangolare con un occhiello di gomma, quindi è facile da agganciare alle chiavi. Ha un tasto al centro e arriva con la batteria già carica: dura circa un anno e si può sostituire.

Oltre alle due funzioni base, Filo ne ha una terza molto utile, che potete scegliere di attivare dall’app: se avete in mano il tracker, ma non trovate il telefono, premendo due volte il tasto centrale farete suonare il telefono, anche se è in modalità silenziosa. Comodissimo quando dovete uscire di fretta e non avete idea di dove sia il vostro smartphone. Per ogni Filo, inoltre, si può impostare una “Comfort zone”: se vi state allontanando troppo dal tracker e dall’oggetto a cui l’avete attaccato, vi arriverà una notifica sul telefono.
Costa 30 euro, su Amazon.

Tile Mate
Secondo Wirecutter, l’autorevole sito di recensioni del New York Times, i tracker del marchio Tile sono i più affidabili sul mercato. Tile produce diversi tipi di tracker, per il nostro test abbiamo scelto il Tile Mate, quello base. È un quadrato di plastica bianca con un buco e un tasto al centro, arriva con la batteria già carica: a sua volta dura circa un anno e si può sostituire. Anche con Tile Mate potete far suonare il vostro telefono a distanza quando non lo trovate.

Tile Mate ha anche la possibilità di attivare funzioni più sofisticate. Si può ad esempio attivare un allarme che fa suonare il telefono se si esce senza l’oggetto a cui si è attaccato il tracker, oppure sincronizzare con l’app di Tile altri oggetti Bluetooth, come le cuffie Bose, o i portafogli e portachiavi Hershel della linea prodotta in collaborazione con Tile. Queste funzioni accessorie però sono disponibili soltanto per chi sottoscrive un abbonamento facoltativo a Tile Premium, un servizio aggiuntivo che costa 3 euro al mese.

C’è una funzione piuttosto comoda che si può impostare gratuitamente, invece, ed è la condivisione di un Tile. Mettiamo che abbiate attaccato il Tile al vostro mazzo di chiavi. Se per esempio avete un coinquilino, può far comodo anche a lui sapere dove si trova il principale mazzo di chiavi di casa vostra. Se anche il coinquilino scarica l’app, potrete condividere con lui la possibilità di far suonare e tenere d’occhio il Tile legato al mazzo di chiavi. Il nostro test su quest’ultima funzione però non è stato pienamente soddisfacente, vi avvertiamo.
Tile Mate costa 25 euro, su Amazon.

FindElfl
Prodotto cinese, molto economico, di plastica dura, FindElfl è a forma di goccia con un tasto al centro. L’app è meno user friendly delle altre, anche perché i comandi sono tradotti in un italiano un po’ traballante.

Prima di accendere il tracker bisogna aprire il vano della batteria e togliere il pezzetto di plastica che separa la pila dal circuito. Per accenderlo, poi, bisogna premere il pulsante per due secondi: è l’unico tracker per cui è prevista l’accensione e lo spegnimento. Tutti gli altri, una volta attivati, sono sempre operativi.

Oltre alle due funzioni base, anche FindElfi ha la possibilità di far suonare il telefono premendo due volte il tasto del tracker. Permette inoltre di impostare un allarme che si attiva se il tracker si allontana dal telefono (quindi da voi) oltre una certa distanza (il massimo è 12-15 metri): se succede suoneranno sia il telefono sia il tracker, contemporaneamente. Viene presentata come una funzione per non perdere il proprio bambino o il proprio cane, quando li portate in un luogo affollato o a giocare all’aperto (sì, in questo caso dovreste attaccare il tracker al bambino o al cane). Mentre vi ponete le necessarie domande sull’etica di questa funzione vi anticipiamo che FindElfl non è un dispositivo affidabile al 100 per cento, anzi. Quindi continuate a guardarli, i bambini. E i cani.
Costa 8 euro, su Amazon.

Chipolo
Chipolo (si pronuncia Cipòlo) è un tracker di forma circolare e plastica dura, con grande delusione di chi l’ha provato, che l’aveva scelto per l’aspetto gommoso. Oltre alle due funzioni base, si può usare per far suonare il proprio telefono premendo due volte il centro del tracker. Si può poi condividere uno stesso Chipolo con altre persone, come succede per Tile.

Dalla sua app web, infine, Chipolo può darvi la possibilità di localizzare il vostro telefono, in caso l’abbiate perso o ve l’abbiano rubato. C’è in vari colori, che non guasta.
Costa 30 euro, su Amazon.

TrackR Pixel
Anche TrackR Pixel è di plastica dura e nera, di forma circolare (molto meno carino di Chipolo, per quelli che pensano che anche l’occhio voglia la sua parte).

Oltre alle due funzioni base, TrackR Pixel permette di far suonare il proprio telefono premendo due volte al centro del tracker. Inoltre per ogni TrackR Pixel che si associa all’app scaricata su uno smartphone si può impostare un allarme che suona non appena il tracker esce dal range del telefono (usando il solito esempio delle chiavi: se state uscendo di casa con il telefono ma senza chiavi, le chiavi suoneranno). Potete anche impostare la funzione inversa: se state uscendo con il tracker (cioè con le chiavi) ma state dimenticando il telefono, il telefono suonerà. Su Amazon costa 10 euro.

Wistiki
Wistiki è un prodotto francese, disegnato da Philippe Starck: lo diciamo per quelli che vogliono le cose-di-design (se sapete il francese qui c’è una presentazione poetica di Wistiki da parte dello stesso Starck). È leggero, somiglia molto a una chiavetta USB, ha un tasto centrale e una parte trasparente. Oltre alle due funzioni base, Wistiki permette di far suonare il telefono premendo due volte il tasto del tracker, e permette la condivisione del tracker con un altro utente, a patto che anche l’altro utente abbia scaricato l’app. Wistiki costa 21 euro, su Amazon.

I nostri test
Abbiamo provato i tracker in redazione, sulle scale e in un appartamento di medie dimensioni. Abbiamo verificato che la distanza massima di funzionamento è simile per tutti i tracker, 12-15 metri: all’interno dell’appartamento il telefono era in grado di localizzarli tutti senza problemi. Tutti i tracker hanno avuto qualche difficoltà a collegarsi quando il telefono non era sul loro stesso piano.

Per prima cosa abbiamo verificato la loro velocità di connessione: quanto tempo si deve aspettare prima di poter far suonare i tracker, una volta che abbiamo aperto l’app sul telefono? Con TrackR Pixel, Chipolo e Filo basta aspettare qualche secondo. Con Tile e Wistiki i tempi si allungano leggermente (ma si resta comunque sotto il minuto). Con FildElfi abbiamo avuto un problema non trascurabile. Lo abbiamo acceso sei volte: per tre volte si è connesso all’app piuttosto velocemente. Per tre volte invece l’app non è stata in grado di localizzarlo, come se non fosse nella stanza. Brutto segno.

Li abbiamo poi messi alla prova per potenza del suono e del segnale. Per prima cosa li abbiamo chiusi in un cassetto dentro una stanza e li abbiamo attivati dalla stanza accanto, tenendo le porte aperte. Riuscivano tutti a connettersi – tranne FindElfl, che a questo punto abbiamo escluso dai test – e il suono di tutti era udibile. Abbiamo ripetuto il test tirandoli fuori dal cassetto, ma chiudendo la porta tra le stanze: di nuovo la connessione è stata veloce per tutti, e il suono udibile. Infine li abbiamo attivati chiudendo due porte tra noi e loro: riuscivano tutti a connettersi, ma c’erano molte differenze per quanto riguarda il suono. Il suono di Tile e Filo era ancora molto chiaro e udibile, quello di Chipolo e Trackr molto più fievole ma udibile, quello di Wistiki non era più udibile. Ci siamo poi allontanati oltre la distanza massima per verificare l’accuratezza del sistema di registrazione dell’ultima posizione: in tutti i casi era corretta.

Abbiamo infine testato le funzioni di condivisione dei tracker che ce l’avevano. Quella di Tile non è pienamente soddisfacente: la persona con cui il Tile viene condiviso non può contare sulla stessa efficienza nel farlo suonare o ritrovarlo. Wistiki funziona meglio nel ritrovarlo, ma la persona con cui viene condiviso non può farlo suonare. Chipolo permette di condividere il proprio tracker con un massimo di quattro persone che possono fare agevolmente le stesse cose del proprietario del Chipolo. Il proprietario può decidere di revocare loro gli accessi.

E quindi qual è il migliore?
Escluso FindElfl, impietosamente bocciato, la risposta è: dipende dalle vostre esigenze. Se per l’uso che ne farete conta che il suono sia intenso e udibile, meglio puntare su Filo o Tile (dei due, Filo ha una cosa in più: la funzione “Comfort Zone”, che potete avere anche con Tile ma pagando).

Se invece avete bisogno di un tracker per la condivisione, Wistiki e Chipolo sono una buona soluzione (tra i due, Chipolo ha un suono più potente). Se infine volete un tracker da attaccare ai vostri figli quando li portate al parco giochi TrackR Pixel va bene perché ha la funzione allarme, ma sentitevi giudicati.

Sulle batterie
Tranne Wistiki, tutti i tracker citati nell’articolo funzionano grazie a pile simili a quelle per gli orologi. Ad esempio, pile CR2025 per Chipolo, CR1632 per Tile Mate e CR2032 per Filo Tag. Il Wistiki invece non è progettato per essere aperto dagli utenti, dunque per continuare a usarlo dopo i tre anni di durata della batteria (secondo l’azienda produttrice) bisogna sostituirlo.

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