29 persone sono indagate dalla procura di Torino per la cattiva gestione del Salone del Libro tra il 2010 e il 2015

Tra loro c'è anche l'ex sindaco della città Piero Fassino e l'attuale assessora regionale alla Cultura Antonella Parigi

Gli stand dell'edizione 2017 del Salone del Libro di Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Gli stand dell'edizione 2017 del Salone del Libro di Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

La procura di Torino ha concluso una grande indagine sulla gestione finanziaria del Salone del Libro, la più grande fiera dell’editoria italiana, tra il 2010 e il 2015 e 29 persone sono indagate. Tra loro ci sono l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, l’attuale assessora regionale alla Cultura Antonella Parigi, Rolando Picchioni, ex presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, l’ente che gestiva il Salone, e Giovanna Milella, che era succeduta a Picchioni nel 2015. L’inchiesta ha vari filoni e riguarda vari reati: peculato, turbativa d’asta e falso in bilancio. Il Salone del libro ha guai finanziari da diversi anni, emersi per la prima volta nel 2015, dopo che l’anno precedente aveva chiuso con perdite di 489mila euro.

Tra le azioni illecite scoperte dalla procura ci fu anche la sovrastima del marchio del Salone. Nel 2009 il suo valore fu valutato pari a 1,8 milioni di euro e in quanto tale inserito a bilancio nel 2010: in questo modo la Fondazione potè chiudere in attivo il bilancio. Secondo le valutazioni della procura però il marchio valeva molto meno: il 24 dicembre è stato venduto all’asta per 600mila euro (da una base di 385mila) all’Associazione Città del Libro, messa insieme da otto fornitori della Fondazione per il libro che avevano crediti nei confronti del Salone.