Un giudice del Mississippi ha bloccato una durissima legge contro l’aborto

L'interno della clinica che ha presentato ricorso contro la legge sull'aborto del Mississippi, 2013 (AP Photo/Rogelio V. Solis, File)
L'interno della clinica che ha presentato ricorso contro la legge sull'aborto del Mississippi, 2013 (AP Photo/Rogelio V. Solis, File)

Un giudice del Mississippi, Stati Uniti, ha bloccato una legge firmata lo scorso marzo dal governatore dello stato, Phil Bryant, Repubblicano, che vietava quasi tutti gli aborti dopo la 15esima settimana di gravidanza anche in caso di stupro o incesto. La nuova legge – conosciuta anche come Gestational Age Act – prevedeva eccezioni al limite delle 15 settimane solo in caso di gravissime malformazioni del feto (tali da renderne la vita impossibile fuori dall’utero) o di grave rischio di salute per la donna.

Dopo l’approvazione e la firma della legge, una clinica che pratica interruzioni di gravidanza in Mississippi, sostenuta da diversi gruppi di attiviste, aveva presentato ricorso. Martedì 20 novembre il giudice Carlton Reeves ha stabilito che le nuove regole violano in modo «inequivocabile» i diritti costituzionali delle donne. Nella sua decisione, il giudice Reeves ha criticato lo stato per aver cercato di mettere in discussione la storica sentenza della Corte Suprema conosciuta come “Roe contro Wade“, che il 22 gennaio del 1973 rese legale il diritto all’aborto per le donne negli Stati Uniti: «Lo stato ha scelto di approvare una legge che sapeva essere incostituzionale». E ancora: «Questa corte segue ciò che ha stabilito la Corte Suprema e i dettami della Costituzione degli Stati Uniti, piuttosto che i calcoli ingannevoli del governo del Mississippi».