L’Iran ha permesso a 500 donne di assistere alla finale della Champions League asiatica

Dal 1979 alle donne iraniane non è permesso di assistere a eventi sportivi maschili, ma la FIFA sta cercando di cambiare le cose

 (AP Photo/Vahid Salemi)
(AP Photo/Vahid Salemi)

Sabato è stato permesso a circa 500 donne iraniane di andare a vedere la partita di ritorno della finale della Champions League asiatica che si è giocata a Teheran tra la squadra locale del Persepolis e i giapponesi del Kashima Antlers, ed è stata vinta da questi ultimi. Si tratta di un evento significativo dato che in Iran, dalla rivoluzione islamica del 1979, alle donne è vietato assistere a eventi sportivi maschili. Lo scorso mese era stata fatta una prima apertura in questo senso, permettendo a cento donne di essere tra il pubblico di un’amichevole tra Iran e Bolivia, ma le restrizioni sono state ripristinate subito dopo.

Molte delle donne presenti alla partita di sabato erano parenti dei calciatori in campo, giocatrici della nazionale femminile o membri della federazione e, secondo l’agenzia di stampa degli studenti iraniani (ISNA), al momento del loro ingresso nello stadio sarebbero state accolte dall’esultanza del resto del pubblico. La FIFA — l’organo che governa il calcio professionistico internazionale – sta da tempo mettendo pressione all’Iran perché permetta alle donne di assistere alle partite maschili, e alla partita di sabato era presente tra il pubblico anche il presidente della FIFA Gianni Infantino insieme al ministro dello Sport iraniano Masoud Soltanifar. La scorsa settimana il collettivo “Open Stadiums” aveva presentato alla FIFA una petizione con le firme di 200mila persone per permettere alle donne l’accesso alle partite.