Sears, il primo grande magazzino a vendere di tutto, ha dichiarato fallimento

(Justin Sullivan/Getty Images)
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Sears – la prima catena di grandi magazzini statunitense a vendere di tutto, considerata quasi un’istituzione negli Stati Uniti – ha dichiarato fallimento. Sears ha richiesto la protezione del cosiddetto Chapter 11, che è simile all’amministrazione straordinaria della legislazione italiana: la legge permette a un’azienda insolvente di mantenere il possesso dei suoi beni entrando sotto il controllo e sotto la giurisdizione di una corte federale. Non è un piano di liquidazione ma di ristrutturazione che permette all’impresa di organizzarsi seguendo un piano di risanamento approvato da un giudice.

Sears era stata fondata a Chicago nel 1892 da Richard Warren Sears e Alvah Curtis Roebuck e inizialmente vendeva su corrispondenza a partire da un catalogo vastissimo; il primo negozio venne aperto nel 1925 a Evansville, nell’Indiana. Da Sears si poteva trovare qualsiasi cosa – mobili, lavatrici, orologi, vestiti, a un certo punto addirittura oppio e cocaina, che a fine Ottocento erano legali – e il catalogo arrivò a contare fino a mille pagine. A lungo considerata una società innovatrice, come metodi e prodotti, aprì la strada per altre grandi catene come Walmart – che la sorpassò nelle vendite nel 1989 – Home Depot e lo stesso Amazon. Il declino si è intensificato negli ultimi dieci anni, soprattutto per l’incapacità di piazzarsi sul mercato online: dieci anni fa Sears impiegava 300mila persone, che ora si sono ridotte a 68 mila.

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