Paul Manafort, ex capo del comitato elettorale di Trump, collaborerà con l’inchiesta sulla Russia in cambio di uno sconto di pena

(Mark Wilson/Getty Images)
(Mark Wilson/Getty Images)

Paul Manafort, l’ex capo del comitato elettorale di Donald Trump, si è dichiarato colpevole di due capi d’imputazione in un processo a suo carico che sarebbe dovuto cominciare la prossima settimana. Manafort ha quindi accettato di collaborare con il procuratore speciale Robert Mueller, a capo dell’indagine sulle interferenze russe nella campagna elettorale americana, in cambio di uno sconto di pena. Non è ancora chiaro quali informazioni Manafort consegnerà a Mueller, e quindi se possano danneggiare Trump, che secondo i giornali americani aveva cercato di convincerlo a combattere in tribunale le accuse, ventilando anche l’ipotesi di una grazia se fosse stato condannato.

Manafort era a processo per aver fatto lobby negli Stati Uniti per Viktor Yanukovych, l’ex presidente dell’Ucraina, senza informare il dipartimento di Giustizia di questa sua attività, quindi di fatto mentendo al governo. Non erano quindi accuse legate al suo lavoro per Trump. Si è dichiarato colpevole di due diversi reati di cospirazione, e i procuratori hanno lasciato cadere altri cinque capi di imputazione, tra cui quello di non essersi registrato come lobbysta per un paese straniero. Il mese scorso, Manafort era stato condannato in un altro processo per reati fiscali collegati a quelli che gli erano contestati nel secondo processo.