Gli elefanti uccisi dai bracconieri in Botswana

Le carcasse di 87 elefanti sono state trovate nei pressi di una grande riserva naturale: è il caso più grave di bracconaggio in Africa degli ultimi anni

(CHRIS JEK/AFP/Getty Images)
(CHRIS JEK/AFP/Getty Images)

Le carcasse di 87 elefanti sono state trovate nei pressi della riserva di animali del Delta dell’Ovakango in Botswana, uno degli ecosistemi più vari e ricchi di tutto il pianeta. Le hanno scoperte gli ambientalisti dell’organizzazione Elefanti Senza Frontiere (EWB), impegnati in un progetto di monitoraggio degli elefanti in diverse aree del continente africano. Gli elefanti sono stati uccisi in una delle più grandi operazioni di bracconaggio mai osservate in Africa, coincisa con la scelta del Botswana di ridurre armi e risorse a disposizione delle sue forze di sicurezza che si occupano di contrastare le attività dei bracconieri. Secondo EWB e altre organizzazioni, i minori controlli potrebbero avere effetti devastanti sulle popolazioni di elefanti in Botswana, finora considerato uno degli stati più sicuri per la loro conservazione.

Buona parte degli 87 elefanti sono stati uccisi per prelevare le loro zanne, che continuano ad avere un alto valore sul mercato nero e tra i collezionisti di avorio. Mike Chase, uno dei responsabili di EWB, ha spiegato a BBC News di essere “totalmente sconvolto”: “Se confrontiamo i dati dal Grande Censimento degli Elefanti, che ho contribuito a condurre nel 2015, ci troviamo davanti al doppio di elefanti cacciati dai bracconieri rispetto a qualsiasi altro posto in Africa”. All’epoca il censimento stimò che nel decennio precedente circa un terzo di tutti gli elefanti in Africa fossero stati uccisi e che la sola Tanzania avesse perso, in 5 anni, il 60 per cento della propria popolazione di questi animali.

In Botswana finora le cose erano andate diversamente, grazie a politiche molto incisive per contrastare il bracconaggio. Il paese si era dotato di forze speciali addestrate appositamente per mettersi sulle tracce dei bracconieri e fermarli, prima che potessero causare danni alla fauna. Anche per questo motivo negli ultimi anni molti elefanti avevano abbandonato definitivamente i paesi confinanti, confluendo in Botswana dove erano più sicuri.

Si stima che in Botswana ci siano circa 130mila elefanti, la popolazione più grande di questi pachidermi in tutta l’Africa. Molti vivono nei pressi della grande riserva del Delta dell’Ovakango, dove ogni anno confluiscono molti turisti per condurre safari fotografici e vedere animali di ogni specie. Il fatto che gli 87 elefanti siano stati uccisi così vicino alla riserva indica che le cose stanno peggiorando anche in Botswana, ritenuto finora un ambiente sicuro per gli animali.

Il governo ha deciso una politica di disarmo delle forze speciali contro il bracconaggio lo scorso maggio, a poche settimane di distanza dall’elezione del nuovo presidente, Mokgweetsi Masisi. Da allora il governo non ha fornito nessuna spiegazione ufficiale per questa scelta e le motivazioni non sono ancora oggi chiare. Il disarmo ha riguardato soprattutto le forze speciali collocate lungo i confini, che avevano proprio il compito di intercettare i bracconieri e di impedire il loro ingresso nel paese.

Gli elefanti uccisi sono stati trovati nell’ambito di un censimento aereo in fase di completamente sul Botswana, che secondo i ricercatori potrebbe portare ad altre spiacevoli scoperte prima di essere terminato. Finora sono state trovate carcasse di elefanti uccisi da alcuni mesi e in alcuni casi da poche settimane. EWB e altre organizzazioni sospettano che il governo del Botwsana stia ignorando il problema, per non rovinarsi la reputazione nei confronti dell’opinione pubblica. Ambientalisti e attivisti hanno chiesto che il Botswana torni a occuparsi del fenomeno del bracconaggio con politiche più incisive, prima che diventi un problema non solo ambientale, ma anche economico per un paese che basa una parte consistente della propria economia sul turismo.