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  • Sabato 1 settembre 2018

Un’altra sentenza contro la candidatura di Lula in Brasile

La più alta corte brasiliana che si occupa di questioni elettorali lo ha escluso dalle presidenziali di ottobre, per la sua condanna

Sostenitori dell'ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva protestano fuori dal carcere di Curitiba, nel sud del Brasile, dove è detenuto, il 31 agosto 2018 (HEULER ANDREY/AFP/Getty Images)
Sostenitori dell'ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva protestano fuori dal carcere di Curitiba, nel sud del Brasile, dove è detenuto, il 31 agosto 2018 (HEULER ANDREY/AFP/Getty Images)

Venerdì sera il Tribunal Superior Eleitoral (TSE), la più alta corte brasiliana che si occupa di questioni elettorali, ha deciso che l’ex presidente Luiz Inácio Lula Da Silva non potrà essere uno dei candidati alle elezioni presidenziali del prossimo 7 ottobre, per via della sua condanna a dodici anni per corruzione e riciclaggio di denaro, per cui si trova attualmente in carcere. Lula era stato scelto come candidato presidente dal suo partito, il Partito dei Lavoratori, nonostante la legge brasiliana vieti alle persone condannate di candidarsi per un incarico pubblico. Dei sette giudici del TSE solo uno ha votato a favore di Lula.

Lula ha 72 anni ed è stato presidente del Brasile dal 2003 al 2011. Era stato condannato per aver ricevuto un appartamento come tangente in circostanze legate allo scandalo che negli ultimi anni ha coinvolto Petrobras, la grande azienda petrolifera pubblica del Brasile. La condanna si era in parte basata sulle parole di un dirigente che aveva accettato di testimoniare contro Lula per ottenere una riduzione della propria pena. Lula ha sempre detto di essere innocente, sostenendo di essere stato incastrato per evitare un suo ritorno al potere; a gennaio è stato condannato in appello, ma ci sono ancora due gradi di giudizio prima che la sentenza nei suoi confronti diventi definitiva.

Dato che in Brasile è capitato più volte che a persone condannate fosse permesso in forma eccezionale di candidarsi per incarichi politici, il Partito dei Lavoratori aveva comunque scelto Lula – che ha un consenso altissimo tra i brasiliani – come proprio candidato. Un giudice del TSE ha però motivato la decisione del tribunale dicendo che riguarda «l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e alla Costituzione». Gli avvocati dell’ex presidente hanno annunciato che faranno ricorso contro la decisione del tribunale elettorale. Secondo i sondaggi sulle elezioni presidenziali, Lula ha la percentuale più alta di consenso, pari a un terzo degli aventi diritto di voto, seguito da Jair Bolsonaro del Partito Social-Liberale, che ha idee molto conservatrici.

Se, nonostante il ricorso dei suoi avvocati, a Lula sarà definitivamente impedito di essere essere il candidato del Partito dei Lavoratori alle elezioni di ottobre, è probabile che il suo posto sarà preso dal suo candidato vicepresidente Fernando Haddad, un ex sindaco di San Paolo. Non è detto però che Haddad riesca a raccogliere lo stesso consenso di Lula.