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  • Giovedì 30 agosto 2018

La “guerra delle capesante” nella Manica

Pescatori francesi e britannici si sono lanciati pietre e fumogeni al largo delle coste della Normandia: litigavano per le pregiate capesante atlantiche

Lo scontro tra pescatori britannici e francesi in un video di France 3 (France 3 via AP)
Lo scontro tra pescatori britannici e francesi in un video di France 3 (France 3 via AP)

Martedì mattina pescatori britannici e francesi si sono scontrati al largo delle coste della Normandia, nel Canale della Manica, in quella che da tempo viene definita la “guerra delle capesante”. Una quarantina di barche di pescatori ha lasciato i porti francesi alle prime ore dell’alba e ha raggiunto cinque navi britanniche che stavano pescando capesante nella Baie de la Seine, oltre le 12 miglia nautiche parte del territorio nazionale francese. I pescatori francesi hanno lanciato pietre e fumogeni contro le navi britanniche, e le imbarcazioni dei due paesi si sono scontrate più volte. I britannici hanno chiesto l’intervento della loro Marina ma poi si sono ritirati, perché erano inferiori di numero. Non ci sono stati feriti, ma due navi britanniche sono tornate indietro con i finestrini rotti.

I francesi hanno detto di essere intervenuti per bloccare le attività delle navi britanniche, che secondo loro stavano “saccheggiando” le capesante al largo delle coste della Normandia. La questione è complicata e la disputa sulle “coquille Saint-Jacques”, le pregiate capesante atlantiche, va avanti da diversi anni.

Il problema è che i pescatori francesi e britannici sono sottoposti a regole diverse, in quanto alla pesca di capesante nel Canale della Manica. La legge francese permette di pescare capesante al di là delle 12 miglia nautiche dalla costa solo tra l’1 ottobre e il 15 maggio, di modo da lasciare abbastanza riserve riproduttive e non rovinare l’industria della pesca delle capesante. I britannici non hanno restrizioni, ma negli ultimi anni hanno accettato di non pescare intensamente capesante nei periodi dell’anno in cui la pesca è vietata ai francesi. Sull’attività delle navi britanniche, però, non c’è mai stato davvero accordo.

Per diverso tempo i francesi hanno garantito la pesca di capesante a imbarcazioni britanniche di piccole dimensioni, a patto che i pescherecci più grandi non si avvicinassero alle coste francesi. Il problema, ha detto il Comitato regionale dell’industria ittica della Normandia, è che oggi il numero delle barche britanniche impegnate in questa attività è troppo alto e la pesca troppo intensa: secondo il Comitato, le riserve di capesante sono saccheggiate dai britannici ancora prima che i francesi aprano la loro stagione della pesca. Dimitri Rogoff, capo del Comitato, ha detto: «Per i britannici è un open bar: pescano quando vogliono, dove vogliono e quanto vogliono. Non vogliamo che smettano di pescare, ma potrebbero almeno aspettare fino all’1 ottobre, così che possiamo condividere».

La prua della nave scozzese Honeybourne III al porto di Shoreham, West Sussex, dopo essere stata coinvolta negli scontri con le imbarcazioni francesi nel Canale della Manica (Andrew Matthews/PA via AP)

Da parte loro, i britannici si sono lamentati della reazione dei francesi, specificando che le navi britanniche avevano tutto il diritto di stare dove stavano. Mike Park, capo dell’Associazione scozzese dei produttori di pesce bianco, ha descritto gli scontri nel Canale della Manica come atti di «chiara pirateria». Il governo britannico ha detto di essere in contatto con quello francese per cercare di trovare soluzioni e prevenire ulteriori incidenti.

Non è la prima volta che si verificano scontri di questo tipo: era già successo nel 2012, quando era intervenuta la Marina francese dopo che decine di imbarcazioni francesi avevano circondato cinque navi britanniche. Non è chiaro cosa succederà ora con Brexit. Se non verrà raggiunto un accordo tra Regno Unito e Unione Europea, le cose potrebbero già cambiare il prossimo anno e le navi britanniche potrebbero perdere il loro accesso a queste aree. In caso di accordo, invece, il Regno Unito non si ritirerebbe immediatamente dal sistema normativo vigente in Europa in merito all’industria ittica, e il governo britannico potrebbe decidere di negoziare un’intesa comunque a lui favorevole.