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  • Venerdì 10 agosto 2018

«Forza spaziale, avanti tutta!»

Donald Trump dice che in futuro gli Stati Uniti dovranno difendersi dalle minacce che potrebbero arrivare dallo spazio e ha proposto la creazione di un nuovo ramo dell'esercito

(Scott Olson/Getty Images)
(Scott Olson/Getty Images)

Giovedì, durante una conferenza stampa al Pentagono, il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence ha detto che per gli Stati Uniti è arrivato il momento di creare una nuova forza armata in grado di proteggere il paese da una nuova generazione di minacce: quelle che provengono dallo spazio. È dallo scorso giugno che il presidente americano Donald Trump parla della possibilità di creare una “space force”, una forza armata spaziale, ma fino a giovedì nessuno aveva preso troppo seriamente le sue parole.


“Forza spaziale, avanti tutta!”

La dichiarazione di Pence è stata accolta con maggiore serietà, in parte per il luogo in cui è stata fatta, il Pentagono è la sede dei comandi di tutte le forze armate americane, in parte perché il vicepresidente è considerato una figura meno imprevedibile di Trump. Il New York Times scrive che inizialmente l’idea di creare una “forza spaziale” era stata accolta con scetticismo dai vertici militari, ma che ora che il progetto appare sempre più serio e il presidente appare determinato, almeno per il momento, a portarlo avanti, diversi ufficiali si sono impegnati a sostenerlo e fare quello che è in loro potere perché abbia successo.

Anche il segretario alla Difesa Jon Mattis ha seguito un percorso simile. Un anno fa, aveva criticato l’idea di creare una “forza spaziale” sostenendo che l’esercito americano possedesse già la struttura e le competenze necessarie a dare agli Stati Uniti un’efficace difesa spaziale e aveva detto che non c’era bisogno di appesantire l’esercito con nuove strutture burocratiche come quelle che nascerebbero inevitabilmente dalla creazione di una nuova branca delle forze armate. All’epoca disse che una “forza spaziale” avrebbe avuto una visione del problema della difesa “ristretta” e “parrocchiale”: oggi Mattis ha cambiato idea e sostiene che lo spazio sarà il prossimo teatro di guerra a cui gli Stati Uniti devono prepararsi.

Un primo piano per la creazione di questa “forza spaziale” è stato presentato proprio giovedì. Si tratta ancora di un lavoro abbozzato, in cui viene delineata la creazione di un “Comando forze spaziali”, inizialmente alle dipendenze dell’aviazione militare, una delle cinque branche delle forze armate americane (le altre sono esercito, marina, guardia costiera e corpo dei marines).

Per quanto l’idea di creare una sesta forza armata non sia molto condivisa, le preoccupazione per possibili conflitti fuori dall’atmosfera terrestre è reale. Secondo gli esperti, Cina e Russia sono a due o tre anni di distanza dallo sviluppare armi in grado di distruggere i satelliti americani: da quelli usati per le comunicazioni a quelli per la navigazione, passando per i satelliti spia. In un prossimo futuro, ha detto Jim Cooper, un deputato democratico molto appassionato della questione «Potremmo diventare sordi e ciechi nel giro di pochi secondi» a causa degli attacchi alla rete satellitare. Diversi esperti interpellati dal New York Times concordano sul fatto che questa sia una minaccia reale.

Rimangono dei dubbi invece sul fatto che la “space force” di Trump sia la soluzione migliore. Il Guardian ha notato come diverse domande rimangano al momento senza risposta. Ad esempio: quanto costerà questo progetto? Perché c’è bisogno di creare una nuova forza armata? L’aviazione non si è sempre occupata delle minacce spaziali? Nell’attesa di trovare una risposta a queste domande, i sostenitori di Trump hanno ricevuto una mail in questi giorni, in cui gli si chiede di votare quale secondo loro è il miglior simbolo per la futura “forza spaziale” degli Stati Uniti.

Inevitabilmente, la richiesta ha attirato qualche ironia.

https://twitter.com/mirikramer/status/1027650230567821317

“Carino questo, ma non credo che la forza spaziale avrebbe a che fare con Marte. A meno che non vogliamo fare la guerra ai marziani”.