Cosa sappiamo dei casi di legionellosi

A Bresso, vicino a Milano, 4 persone anziane sono morte e almeno altre 52 sono state contagiate

L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, il 25 luglio 2018 (ANSA/VALENTINA RIGANO')
L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, il 25 luglio 2018 (ANSA/VALENTINA RIGANO')

Venerdì sera un uomo di 89 anni affetto da legionellosi è morto all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo: è la quarta persona anziana morta dopo essere stata infettata dal batterio della legionella a Bresso, un comune alla periferia di Milano, e aver sviluppato una polmonite. Tra il 23 e il 26 luglio erano morti un uomo e una donna di 94 anni e una donna di 84. Altre 52 persone sono state contagiate, ma le infezioni polmonari da legionella possono essere mortali solo nei soggetti a rischio, cioè solo nelle persone con un sistema immunitario indebolito, come gli anziani o gli affetti da diabete, tumori e malattie polmonari o cardiache. Per ora non si sa quale sia l’origine del contagio, ma trenta esperti dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Milano stanno indagando per scoprirla.

Intanto il batterio della legionella è stato trovato in quantità superiori alla norma in un condominio del centro di Rozzano, un altro comune alla periferia di Milano, dove c’era stato un caso di legionellosi due mesi fa. Delle 52 persone che sono state infettate dalla legionella a Bresso, una è in cura all’ospedale Mater Domini di Catanzaro e una all’ospedale di Savona, perché si trovavano in vacanza quando hanno cominciato a stare male per l’infezione. Il 3 agosto altre due persone affette da legionellosi, un sessantenne e un ottantatreenne che si trovavano a Rapallo, in Liguria, sono state ricoverate all’ospedale di Lavagna e all’ospedale San Martino di Genova, rispettivamente; non si sa ancora molto su questi casi.

La legionella si trasmette soprattutto attraverso l’inalazione di piccole gocce d’acqua (aerosol) contenenti il batterio. L’epidemia di Bresso, iniziata il 10 luglio, potrebbe essere stata causata da una cattiva manutenzione degli impianti idrici o dei condizionatori dei supermercati, o di altri luoghi pubblici. Molti impianti di condizionamento, soprattutto di grandi dimensioni, utilizzano infatti sistemi di gestione e ricircolo dell’aria, e può accadere che vengano contaminati dal batterio e lo diffondano negli ambienti. Una pulizia periodica e una corretta sterilizzazione degli impianti riduce notevolmente rischi di questo tipo, così come l’eliminazione dei ristagni d’acqua.

(ANSA/CENTIMETRI)

A Bresso c’era già stata una diffusione della legionellosi nel 2014: in quel caso morì un uomo di 78 anni e ci furono otto casi accertati, ma non si riuscì a stabilire da dove fosse partito il contagio. Non fu un caso eccezionale: è sempre difficile stabilire l’origine di una diffusione di legionella. Le persone infettate nel 2014 risiedevano o lavoravano nella zona più occidentale della città, la stessa in cui risiedono o lavorano la maggior parte delle persone contagiate nelle scorse settimane.

L’infettivologo Oscar Di Marino, direttore sanitario dell’ospedale Bassini e uno dei massimi esperti italiani di legionellosi, ha detto al Corriere della Sera che prima d’ora non si era mai raggiunto un numero così alto di persone contagiate tutte in una volta in Italia. La legionellosi di per sé non è però così straordinaria: nel 2016 in Italia ci sono stati circa 1.700 casi di polmonite da legionella, tra il 4 e il 6 per cento di tutti i casi di polmonite, ed è possibile che molti casi non vengano conteggiati perché i pazienti guariscono prima che la polmonite venga diagnosticata come legionellosi.

Il Gruppo CAP, la società che gestisce il servizio idrico nelle province di Milano, Monza e Brianza, Pavia, Varese e Como, ha fatto i primi controlli sull’acquedotto il 19 luglio, senza trovare tracce di legionella. Può anche darsi che il batterio si sia diffuso da una fontana pubblica oppure dalla tubatura di un condominio. Sono stati raccolti numerosi campioni d’acqua nelle case delle persone contagiate e le analisi sono in corso: in tutto i campioni raccolti, da 48 case e 44 altre possibili fonti del contagio, sono 551.