Una sospetta spia russa ha lavorato per anni all’ambasciata americana a Mosca

Si è cominciato a sospettare di lei nel 2016, la scorsa estate è stata licenziata, ha raccontato il Guardian

(MLADEN ANTONOV/AFP/Getty Images)
(MLADEN ANTONOV/AFP/Getty Images)

Una donna sospettata dagli agenti del controspionaggio statunitense di essere una spia russa ha lavorato per oltre un decennio nell’ambasciata americana a Mosca, ha scritto il Guardian. Della donna, che non è stata pubblicamente identificata, si era cominciato a sospettare nel 2016, durante un’indagine di routine condotta da due investigatori dell’Ufficio per la sicurezza regionale del dipartimento di Stato (RSO). L’indagine aveva concluso che la donna aveva incontri regolari e non autorizzati con membri della principale agenzia dei servizi segreti russi, il FSB. A quel punto il Secret Service aveva deciso di non avviare una propria indagine indipendente e semplicemente di licenziare la donna, che è stata allontanata la scorsa estate.

Il Guardian, il primo giornale a raccontare questa storia, ha chiesto più informazioni al Secret Service sulla donna e sul suo licenziamento, senza però ottenerne. Secondo le fonti del Guardian, mentre lavorava nell’ambasciata statunitense di Mosca la donna poteva entrare alla rete interna dell’agenzia e nei sistemi di e-mail, due cose che avrebbero potuto garantirle l’accesso a materiale confidenziale, incluse informazioni sull’agenda del presidente e del vice-presidente degli Stati Uniti.