Un giudice di Seattle ha bloccato la diffusione degli schemi per fare pistole con stampanti 3D

Ha detto che «c'è una possibilità di danni irreparabili dovuti al modo in cui vengono fatte queste pistole»

Una pistola Liberator fatta in 3D, nel 2013
(Robert MacPherson/AFP/Getty Images)
Una pistola Liberator fatta in 3D, nel 2013 (Robert MacPherson/AFP/Getty Images)

Un giudice federale di Seattle, nello stato di Washington, ha emesso un ordine temporaneo che vieta la pubblicazione online degli schemi per stampare una pistola con una stampante 3D. La possibilità di pubblicarli era stata ottenuta da Defense Distributed, un’organizzazione no profit del Texas, che a giugno aveva vinto una causa contro il governo; sarebbe entrata in vigore oggi, mercoledì 1 agosto. Lunedì nove stati americani, più il District of Columbia, avevano fatto causa in un tribunale di Seattle per chiedere all’amministrazione Trump di impedire la pubblicazione degli schemi; a guidare la causa è stato il procuratore generale dello stato di Washington, Bob Ferguson. La decisione è stata presa dal giudice Robert Lasnik, che ha spiegato che «c’è una possibilità di danni irreparabili dovuti al modo in cui vengono fatte queste pistole».
Nel frattempo i parlamentari Democratici hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti di ribaltare la decisione; martedì Trump ha scritto su Twitter che ci stava pensando visto che pistole di plastica stampate in 3D «non sembrano avere molto senso!».

Defense Distributed però ha già pubblicato gli schemi di alcune armi venerdì, tra cui quelli del fucile semiautomatico AR-15, quello utilizzato nella strage alla Marjory Stoneman Douglas High School in Florida lo scorso febbraio. La prossima udienza per discutere il caso è stata fissata per il 10 agosto.

Negli Stati Uniti si potranno scaricare gli schemi per produrre pistole con stampanti 3D