
Il governo dell’India ha ordinato ispezioni in tutte le case famiglia del paese gestite dai Missionari della Carità, l’organizzazione cattolica fondata da madre Teresa di Calcutta, dopo che due impiegati – una suora e un operatore – sono stati accusati di vendere i bambini. Le due persone sono accusate di aver venduto almeno tre bambini e di aver provato a venderne un quarto, un bambino di due mesi e mezzo, per l’equivalente di circa 1.500 euro. Una coppia pensava che fosse una regolare adozione e che i soldi servissero per le spese mediche.
Alcuni leader politici locali sostengono che le accuse siano ingiuste e che si debbano a una persecuzione contro i cristiani da parte del partito di nazionalisti indù che governa la regione del Bengala Occidentale, dove sono avvenuti i fatti. I Missionari della Carità hanno interrotto il loro programma di adozioni ufficiali dopo che nel 2015 il governo ha permesso l’accesso alle adozioni anche ai single e alle persone separate o divorziate. Il processo per ottenere un’adozione regolare è lungo, costoso e richiede di avere a che fare con molti funzionari inefficienti e spesso corrotti; per questo, scrive il Guardian, c’è un florido mercato nero dei bambini del quale non si conoscono le dimensioni esatte.
Bambini giocano sul lungomare a Mumbai durante la stagione dei monsoni (AP Photo/ Rajanish Kakade)