L’arcivescovo di Adelaide, Philip Wilson, è stato condannato a un anno di carcere per aver nascosto gli abusi sessuali di un prete

È il più alto prelato cattolico al mondo a essere stato condannato finora per questo tipo di reato

L'arcivescovo Philip Wilson in tribunale, 22 maggio 2018 (Australian Broadcasting Corporation via AP)
L'arcivescovo Philip Wilson in tribunale, 22 maggio 2018 (Australian Broadcasting Corporation via AP)

Philip Wilson, arcivescovo di Adelaide, in Australia, è stato condannato a un anno di carcere per aver nascosto gli abusi sessuali di un sacerdote su alcuni chierichetti negli anni Settanta. Molto probabilmente eviterà il carcere (la seduta per deciderlo si terrà a metà agosto), andrà agli arresti domiciliari e potrà ottenere la condizionale dopo sei mesi. Wilson, che non si è dimesso da arcivescovo ma ha semplicemente rinunciato alle sue funzioni, è il più alto prelato cattolico al mondo a essere stato condannato finora per questo tipo di reato.

I fatti per cui Wilson è stato condannato sono avvenuti negli anni Settanta nel New South Wales, uno stato dell’Australia sud-orientale, e hanno a che fare con gli abusi commessi da un prete, James Patrick Fletcher, poi condannato per nove casi di violenze sessuali su minori nel 2004 e morto in carcere due anni dopo. Wilson all’epoca era un assistente sacerdote a Maitland, una città di 70mila abitanti nel New South Wales. Durante il processo una delle vittime, l’ex chierichetto Peter Creigh, ha dichiarato di aver descritto nei dettagli a Wilson nel 1976 l’abuso che aveva ricevuto, cinque anni dopo che era stato commesso. Un’altra vittima, ha testimoniato che Wilson gli aveva detto che stava dicendo delle bugie e gli aveva ordinato di recitare dieci preghiere come punizione.

Wilson ha sempre negato le accuse e i suoi legali hanno tentato quattro volte di far fallire il processo, citando la diagnosi di Alzheimer dell’arcivescovo. La corte ha invece stabilito che Wilson era a conoscenza dei fatti e che li aveva tenuti nascosti non denunciandoli alla polizia per non compromettere la reputazione della Chiesa.