Chanel ha pubblicato il suo bilancio per la prima volta

Si conferma una delle più grosse aziende del lusso, con oltre 8 miliardi di euro di entrate nel 2017

Lo stilista Karl Lagerfeld con il nipote e le modelle della sfilata di Chanel all'Avana, Cuba, 3 maggio 2016
(AP Photo/Ramon Espinosa)
Lo stilista Karl Lagerfeld con il nipote e le modelle della sfilata di Chanel all'Avana, Cuba, 3 maggio 2016 (AP Photo/Ramon Espinosa)

L’azienda francese Chanel ha reso pubblico il suo bilancio annuale per la prima volta nei suoi 108 anni di storia. È uno dei marchi di moda più mitizzati e conosciuti in tutto il mondo, con centinaia di libri, mostre e film dedicate alla sua fondatrice Coco Chanel, e tuttora guidato da una figura leggendaria ed eccentrica, lo stilista Karl Lagerfeld. Fino a oggi però nessuno aveva idea di quanto questa fama si traducesse in termini economici. Le vendite totali del 2017 sono state di 9,62 miliardi di dollari, circa 8,27 miliardi di euro, l’11 per cento in più dell’anno precedente, soprattutto grazie alle vendite nella regione asiatica del Pacifico e in Europa; il reddito operativo aziendale (il risultato aziendale prima delle imposte) è stato di 2,69 miliardi di dollari, circa 2,3 miliardi di euro. Chanel si conferma così tra le più grandi aziende del lusso: per fare un confronto, le entrate di Gucci del 2017 sono state di 6,2 miliardi di euro e secondo gli esperti quelle di Louis Vuitton si aggirano tra gli 8 e i 10 miliardi. Gli investimenti di Chanel in attività a sostegno del marchio, come pubblicità, sfilate, eventi internazionali, sono stati 1,46 miliardi di dollari (1,25 miliardi di euro), il 15 per cento in più dell’anno prima.

Philippe Blondiaux, direttore finanziario di Chanel, ha spiegato al New York Times il motivo della decisione: «Abbiamo capito che era il momento di mettere i fatti sul tavolo e mostrare esattamente chi siamo: un’azienda da 10 miliardi di dollari con dati finanziari molto solidi […]. Abbiamo capito che siamo spesso al centro di speculazioni e che le persone non hanno dati alla mano: questo provoca la circolazione di informazioni false o fuorvianti. È tempo che la forza del nostro bilancio parli da sé».