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  • Mercoledì 6 giugno 2018

47 libri per l’estate

I consigli degli insegnanti della scuola Belleville e un invito all'Open night ?del 13 giugno

(Typee - Scuola Belleville)
(Typee - Scuola Belleville)

L’Open night della scuola di scrittura Belleville di Milano (via Poerio 29) inizierà alle 17 di mercoledì 13 giugno e continuerà fino alle 22. L’ingresso è libero (non occorre prenotazione). I principali insegnanti incontreranno gli studenti e daranno informazioni sui corsi della Scuola annuale di Scrittura e sulla nuova edizione di Scrivere di notte, i corsi serali previsti per l’autunno.

Abbiamo chiesto agli insegnanti della scuola di consigliare tre libri da leggere nei prossimi mesi. Di seguito le scelte di Walter Siti, Luca Sofri, Marcello Fois, Bianca Pitzorno, Laura Pariani, Marco Rossari, Marco Balzano, Edgardo Franzosini, Benedetta Centovalli, Stefano Izzo, Federico Baccomo, Edoardo Brugnatelli, Cristina Tizian, Marco Vigevani, Sandrone Dazieri e Giacomo Papi.

Un libro è citato due volte, un autore tre (e il prossimo anno sarà a Belleville per tenere una lezione sulla letteratura).

Walter Siti
Scrittore e critico. È uno dei docenti principali del corso annuale Scrivere di giorno. Il suo ultimo libro – Pagare o non pagare (Nottetempo) – è dedicato al denaro.

  1. La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo di Laurence Sterne (Mondadori)
    Per ricordarsi che prima dell’Ottocento la forma-romanzo era più libera e metteva continuamente in discussione se stessa. Per rinfrescare l’aggressività e il senso dell’umorismo.
  2. Compulsion di Meyer Levin (Adelphi)
    Per ricordarsi che anche i temi contemporanei possono essere trattati con la profondità di un classico. Per non censurare dentro di sé l’eventuale pesantezza saggistica.
  3. Leggenda privata di Michele Mari (Einaudi)
    Per capire che un ottimo scrittore può utilizzare la scrittura “di genere” (in questo caso l’horror) per parlare di cose disperatamente personali. Per sfidare l’autofiction.


La lezione inaugurale di Walter Siti alla scuola Belleville

Marcello Fois
È l’insegnante del secondo modulo dei corsi di scrittura serali, quello in cui gli allievi incominciano a mettere a fuoco il loro progetto. Il suo ultimo libro – Renzo, Lucia e io (ADD) – è un’apologia dei Promessi sposi, come laboratorio della forma romanzo.

  1. Cosa faremo di questo amore di Gabriele Di Fronzo (Einaudi)
    Perché glorifica il lettore e racconta qual è il senso primo della passione per la lettura.
  2. Luce d’agosto di William Faulkner (Adelphi)
    Uno dei romanzi “chiave” della mia vita, attraverso questo scrittura ho imparato che lo spazio della letteratura è infinito.
  3. Roderick Duddle di Michele Mari (Einaudi)
    Contemporaneo e classico insieme, per essere moderni bisogna assolutamente saper essere tradizionali.

Luca Sofri
Il peraltro direttore del Post tiene il corso di giornalismo di Scrivere di notte.

  1. La democrazia del narcisismo di Giovanni Orsina (Marsilio)
    È un bel saggio da studioso ma scritto con grande chiarezza (l’autore ogni tanto si scusa per le preziose semplificazioni) che spiega con illuminanti precedenti che non stiamo vivendo una “crisi della democrazia” ma un tratto essenziale della democrazia, che è avere delle crisi. Mi sono spiegato? Malissimo, leggetelo.
  2. I giustizieri della Rete di Jon Ronson (Codice)
    Lui è un giornalista di quelli bravi come certi giornalisti inglesi e americani a raccontare grandi temi raccontando grandi storie: il libro è pieno di racconti su vicende incredibili di umiliazione online in cui non si sa più chi sia vittima e chi carnefice, e si impara qualcosa su come comportarsi.
  3. Il corso dell’amore di Alain De Botton (Guanda)
    La felicità è tutta una questione di aspettative. Anzi l’infelicità lo è. Le democrazie ci deludono perché i politici ci hanno promesso di risolvere tutto; le aziende ferroviarie ci deludono perché ci hanno annunciato gli orari di arrivo; le relazioni sentimentali ci deludono perché ci siamo raccontati amori perfetti e anime gemelle. Sono tutte balle, spiega De Botton (lui lo spiega a proposito dell’amore: dei treni e delle democrazie ce l’ho messo io).

Bianca Pitzorno
È la più importante scrittrice italiana per ragazzi, anche se da molti anni scrive per adulti (come dimostra il titolo del suo ultimo libro: La vita sessuale dei nostri antenati). È una delle nuove insegnanti del corso annuale di scrittura.

  1. Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan (Einaudi)
    Come si può scrivere un epos oggi, con elementi modernissimi della storia contemporanea uniti a quelli tradizionali antichi. Riferimenti ad antiche leggende e orrori della modernizzazione in Cina. Uso dell’ironia anche nelle circostanze più drammatiche. Un libro per capire la Cina di oggi e la sua relazione con la Cina di ieri. Un modo di raccontare espressivo teso a comunicare più che masturbazioni narrative fini a sé stesse.
  2. Vita di Melania Mazzucco (Einaudi)
    Straordinaria storia di avventure. Quando gli emigranti eravamo noi italiani. Rotti tutti i cliché, nessun patetismo per i ‘bambini poveri’, nessun eroismo della frontiera. Ma creazione di personaggi unici, e delle loro inusuali relazioni. Lingua ricca e complessa senza ‘normalizzazioni’ editoriali. Specialmente oggi, una storia esemplare.
  3. Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo (Rizzoli)
    Un libro fondamentale per chi vuole imparare a scrivere, anche come ‘sconsigli’. La vicenda, i personaggi, i fatti storici, le riflessioni, sono bellissime, piene di passione. Il personaggio de La Pisana è la più bella figura di donna della letteratura italiana, la sua psicologia, coerente nella sua complessità, descritta e seguita fin dalla culla. Altro che quella santocchia sempre uguale di Lucia Mondella! Si capisce che è l’opera di uno scrittore giovanissimo (e destinato a morire presto) scritta di getto in meno di un anno. Ha i suo fan che lo contrappongono a Manzoni. Però… è scritto con una lingua così antiquata che leggerlo richiede un grande sforzo. E così si perdonano i decenni di ‘risciacquo in Arno’. Manzoni ha raggiunto l’obiettivo di una lingua nazionale che si legge ancora oggi con facilità e piacere. Nievo ci offre una polpa squisita dentro una buccia dura e rasposa. Ma fate uno sforzo e leggetelo! Ne vale la pena.

Benedetta Centovalli
Editor, specialista di letteratura contemporanea, ha aperto da poco una sua agenzia letteraria. Insegna editoria all’università di Milano e nei Master in editoria di FAAM, AIE e Unimi e dell’università di Pavia. È una delle due insegnanti dell’ultimo modulo – Laboratorio – di Scrivere di notte.

  1. Conservatorio di Santa Teresa di Romano Bilenchi  (Rizzoli)
    Uscito in prima edizione nel 1940, Conservatorio è uno dei grandi romanzi della letteratura italiana. È un libro-mondo che mette al centro della scrittura l’infanzia, il tempo dell’infanzia, quel tempo rarefatto e eterno di ogni inizio. Scrittore della fissità, di una narratività immobile e straripante, indivisibile e circolare. Nulla veramente vi accade se non la vita. La narrazione viene risucchiata nel pieno dei sentimenti e delle emozioni, nella densità affettiva del racconto, in un vortice che annulla le consuete coordinate logiche della storia. Conservatorio è anche un corso di scrittura aperto a tutti i lettori, attraverso una lingua piana, denotativa, tutta interna allo sviluppo del racconto
  2. L’impostore di Javier Cercas (Guanda)
    La grande impostura di cui narra il romanzo è una storia vera: quella di Enric Marco, che si è inventato una biografia nobile da sopravvissuto nei campi di sterminio, di resistente, di antifranchista, rilasciando interviste, scrivendo libri di memorie, intervenendo in Parlamento davanti alle massime autorità del suo Paese, senza che nessuna di queste vicende da lui testimoniate corrisponda alla sua verità biografica. Dunque romanzo della realtà senza finzione, ma romanzo di una realtà che si è risolta tutta nella finzione, in una grandiosa epica dei meccanismi della memoria e della narrazione.
  3. Lampi di Jean Echenoz (Adelphi)
    Terzo tempo della suite in tre vite che comprende Ravel (2007) e Correre (2009), Lampi è dedicato al geniale inventore e scienziato croato Nikola Tesla. Non si tratta di una biografia ma di un esercizio di finzione narrativa. Echenoz, a colpi di dettagli, cattura alcuni  momenti significativi della sua esistenza, creando un impasto unico di verità e finzione, di realtà e invenzione.

Marco Balzano
È uno scrittore e insegnante (lavora nei licei). A Belleville terrà il secondo modulo – Progetto – di Scrivere di notte. Non potrà essere presente all’Open night perché quella sera il suo romanzo Resto qui (Einaudi) concorrerà per entrare nella cinquina del Premio Strega.

  1. La peste di Albert Camus (Bompiani)
    Per me il più grande scrittore di sempre: per stile, per portata ideologica, per militanza, per valore civile, per bellezza. Sottovalutare che la peste ci contagi ancora coi suoi bacilli vuol dire non essere consapevoli della fragilità della condizione umana. È un romanzo imprescindibile – un romanzo di rivolta capace come pochi di far luce sulla condizione dell’uomo moderno – non solo per chiunque voglia scrivere, ma per tutti quelli che aspirano a considerarsi dei veri lettori. 
  2. Paesaggi contaminati. Per una nuova mappa della memoria in Europa di Martin Pollack (Keller)
    Pollack è un grande scrittore e un grande studioso della Mitteleuropa. In questo reportage, breve ma molto denso, attraversiamo l’Europa del XX secolo. Ripercorriamo, in un equilibratissimo rimando tra storia pubblica e privata, le vicissitudini delle terre di conflitto e dei luoghi di confine con le loro violenze e le loro resistenze. L’autore sa tratteggiare un paesaggio sempre in movimento in cui chi legge riesce a osservare in modo limpido i danni dell’inciviltà e dell’incuria.
  3. Gli aquiloni di Romain Gary (Neri Pozza)
    La storia di un uomo che, nonostante tutto attorno a lui precipiti nella guerra più feroce che l’Europa abbia conosciuto, continua a costruire aquiloni e a farli volare nel cielo della Normandia. Gli aquiloni è una storia piena di ironia, di malinconia e di disincanto; ma è anche una storia ricca di metafore, raccontata con uno stile impareggiabile, che raggiunge gli stessi livelli de La vita davanti a sé.

Marco Rossari
Scrittore e traduttore. È l’insegnante del modulo Fondamenti di uno dei corsi di scrittura serale. Con Federico Baccomo tiene anche il corso di scrittura umoristica. Ha appena pubblicato per Einaudi il romanzo (consigliato) Nel cuore della notte.

  1. Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli)
    Sì, sono in conflitto d’interessi perché l’ho tradotto io, ma insomma è un libro importante, da leggere e rileggere, un romanzo a più strati che riesce a essere ironico e straziante, romantico e decadente, attuale e senza tempo. Spero che qualcuno abbia ancora l’ambizione di leggere (e scrivere) romanzi del genere. E poi è proprio sotto l’ombrellone che si affrontano i libri difficili.
  2. In extremis di Tim Parks (Bompiani)
    Un tour de force narrativo in bilico tra la morte e la vita in cui un professore con la prostata on fire corre al capezzale della madre moribonda riflettendo sulla sua vita passata, un romanzo sempre sospeso tra umorismo e dolore. Per chi ha finito tutti i libri di Philip Roth e ne vuole ancora.
  3. Rimbaud e la Vedova di Edgardo Franzosini (Skira)
    Il nuovo tassello di un’opera – quella di Franzosini – che si nutre di episodi mancati, personaggi evanescenti, figure sfilate di soppiatto. Che cosa ha fatto Rimbaud nei pochi giorni passati a Milano? Chi ha visto? Romanzi di illazioni, di fumo, di ciò che in fondo compone i nostri giorni.

Laura Pariani
Scrittrice. Insieme a Nicola Fantini insegnerà al corso annuale come si costruisce un personaggio. Il suo ultimo libro è Di ferro e d’acciaio, appena pubblicato da NN Editore.

  1. Arcipelago della nuova vita di Andreï Makine (La Nave di Teseo)
    Makine riscrive Conrad a cent’anni di distanza. Il cuore della tenebra è la taiga siberiana, dove l’ago della bussola impazzisce: il mistero è qui incarnato da un fuggitivo, scappato da un campo di prigionia e inseguito da cinque soldati che uno dopo l’altro vengono messi fuori gioco. Storia della trasmissione di una memoria e di una seduzione attraverso il raccontare.
  2. L’eco di uno sparo di Massimo Zamboni (Einaudi)
    Zamboni ci presenta un interessante lavoro d’archivio e nel contempo una ricerca nelle memorie di famiglia, durata quasi sette anni: da una parte una prosa in cui si sentono echi della cultura musicale in cui lo scrittore-musicista è immerso; dall’altra la fatica di cui ogni autore si sobbarca nel momento in cui si confronta con vecchie retoriche ideologiche.
  3. Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov (Feltrinelli)
    Due storie raccontate in parallelo, una nella Russia della Rivoluzione e l’altra a Gerusalemme all’epoca di Cristo. Si resta colpiti dal perfetto andamento a due tempi, come pure dalla mescolanza tra il senso del soprannaturale e il pensiero materialista della Russia comunista. Interessante soprattutto per chi si chiede quale sia il ruolo dell’arte in un periodo rivoluzionario.

Federico Baccomo
Scrittore e sceneggiatore. Insegna Fondamenti di scrittura in uno dei corsi di scrittura serale. Con Marco Rossari tiene anche il corso di scrittura umoristica. 

  1. Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino (Bompiani)
    Quattro uomini, la notte prima dell’esecuzione: che c’è di meglio che trascorrere le ultime ore raccontandosi a turno quel solo attimo in una vita intera in cui sono stati davvero felici?
  2. La morte della pizia di Friedrich Dürrenmatt (Adelphi)
    La vicenda di Edipo è nota, ma i punti di vista dei suoi protagonisti possono illuminarne gli angoli bui e raccontare ogni volta una storia diversa, dove la verità è solo un sentimento come tanti, personale e mutevole.
  3. The pillowman di Martin Mcdonagh (Arcadia & Ricono)
    Dal regista di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, una pièce teatrale che mette in scena il tragico interrogatorio di una coppia di poliziotti ai danni di un innocente scrittore di racconti horror, le cui fantasie trovano troppe rispondenze con la realtà.

Cristina Tizian
Editor e scout, tiene uno dei due laboratori di scrittura di Scrivere di notte, in cui gli allievi portano a compimento il loro manoscritto.

  1. Stoner di John Williams (Fazi)
    Lo consiglio perché questo romanzo magistrale è, come dice The New York Times, «un romanzo perfetto, così ben narrato, con una lingua superba e così profondamente toccante, da levare il fiato». Un punto di riferimento letterario da leggere e rileggere durante tutto l’arco della vita di uno scrittore.
  2. Scrivere di Marguerite Duras (Feltrinelli)
    Lo consiglio perché all’interno ci sono cinque testi esemplari sulla scrittura. Tradotto e pubblicato nel 1994 dall’editore Feltrinelli a mio avviso rimane una lettura imprescindibile per chi vuole scrivere.
  3. Oro colato di Edoardo Albinati (Fandango)
    Lo consiglio perché, come dice il titolo stesso, è un distillato d’oro sulla scrittura, otto lezioni “alchemiche” il cui processo prende in rassegna i preziosi materiali di cui si avvalgono gli scrittori, compresi gli aspetti pratici, attraverso una libera e giocosa conversazione. Un percorso veramente completo.

Stefano Izzo
Guida la narrativa italiana di DeA Planeta. Tiene il corso serale di editoria Il mestiere dell’editor, dall’anno prossimo insieme a Laura Cerutti, responsabile della letteratura italiana di Feltrinelli.

  1. Amore lontano di Sebastiano Vassalli (Rizzoli)
    Un autore da scoprire e riscoprire: il miracolo della poesia raccontato attraverso le storie di sette grandi poeti del passato; la letteratura come impresa solitaria e dolorosa, come tentativo di trattenere la vita in una trama di parole, unendo le persone attraverso i secoli.
  2. Pagare o non pagare di Walter Siti (Nottetempo)
    Con la sua consueta, vertiginosa profondità di sguardo sul contemporaneo, analizza le inquietudini e le ombre legate al denaro, sempre più evaporato nell’“economia del gratis”. Un piccolo grande gioiello.
  3. La vita segreta di Andrew O’Hagan (Adelphi)
    Tre brevi reportage su altrettante figure emblematiche della trasformazione digitale che stiamo vivendo; una interessante riflessione sul labile confine tra finzione e realtà al tempo del deep web, di Wikileaks e dei bitcoin.

Marco Vigevani
Tra i più importanti agenti letterari italiani. È spesso ospite della scuola sia per lezioni sull’editoria che per la valutazione dei manoscritti degli allievi.

  1. Autunno tedesco di Stig Dagerman (Iperborea)
    Un giovane ma già grande giornalista nell’inverno più duro della Germania sconfitta, quello del 1946. Una scrittura poetica, uno sguardo penetrante e pieno di pietà unito a un giudizio storico e morale senza incertezze.
  2. Le nostre ore contate di Marco Amerighi (Mondadori)
    Una banda di ragazzi degli anni Ottanta a Larderello, Toscana dei soffioni e dell’amianto. Un’atmosfera alla Cormack McCarthy e una scrittura alla Federico Tozzi. Anche per chi non ama i coming of age e le band punk, ma ama lo stile esatto e necessario.
  3. La zia Julia e lo scribacchino di Mario Vargas Llosa (Meridiani Mondadori o Tascabili Einaudi)
    Se volete scoprire una città, dei personaggi improbabili eppure credibilissimi, degli amori sgangherati e dei racconti ancora più sgangherati, questo è il libro per voi. Divertente, commovente, originale.

Sandrone Dazieri
È uno scrittore e sceneggiatore. Nel corso annuale dell’anno prossimo le sue lezioni saranno dedicate alla trama.

  1. A sangue freddo di Truman Capote (Garzanti)
    Romanzo fondamentale per chi come me si occupa di crimini veri o immaginari. Per la prima volta nella storia – il romanzo è del 1966 – un fatto di cronaca nera è diventato un capolavoro letterario.
  2. Storie della tua vita di Ted Chiang (Frassinelli)
    Questo volume raccoglie tutti i racconti dell’uomo che è il più grande esponente della nuova fantascienza, che mescola rigore scientifico e capacità narrativa. Purtroppo non ha scritto altro, praticamente nient’altro. Da uno di questi racconti il film Arrival.
  3. Orfani Bianchi di Antonio Manzini (Frassinelli)
    Quanto costa rinunciare alla propria famiglia per badare a quella degli altri?, dice l’autore. Una delle opere più potenti di Manzini, per chi lo conosce solo per Rocco Schiavone.

Edgardo Franzosini
Scrittore e traduttore, insegna al corso annuale. Il suo ultimo libro
Rimbaud e la Vedova (Skira) ricostruisce i giorni trascorsi dal poeta a Milano nella primavera del 1875.

  1. Bouvard e Pécuchet di Gustave Flaubert (Garzanti)
    L’epopea, esilarante e tragica, di due imbecilli, tanto maldestri quanto volubili. Una cura omeopatica contro gli imbecilli dei giorni nostri.
  2. Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn (Adelphi)
    Per provare tutta la seduzione e l’incanto della paura. Antiche storie di spettri giapponesi in cui l’orrore si manifesta nella sua forma più volatile ed elegante.
  3. Cosa Faremo di questo amore di Gabriele Di Fronzo (Einaudi)
    Un bibliotecario, bulimico lettore, per liberarsi dal tormento di essere stato abbandonato, decide di leggere tutti i libri che trattano di amori sfortunati, amori infelici e amori impossibili, finendo per scrivere un manuale brillante, colto, ironico sull’arte di sopravvivere alla rottura, alla separazione, all’addio.

Edoardo Brugnatelli
A Mondadori ha lanciato la collana Strade blu e curato i libri di Saviano, Neil Gaiman, Eggers, Evangelisti. A Belleville è l’editor degli allievi della scuola annuale.

  1. Il mare dove non si tocca di Fabio Genovesi (Mondadori)
    Una galleria di ritratti familiari tenera, comica, praticamente perfetta. Genovesi è il cantore di quella provincia troppo spesso ignorata ma che sola è capace di offrire storie così irresistibili, personaggi così forti. Ogni pagina di questo libro è piena di quell’incanto che per ogni lettore costituisce il Graal. L’apparente semplicità, la misura di questo romanzo sono la cifra dei grandi scrittori.
  2. Un’odissea. Un padre, un figlio, un’epopea di Daniel Mendelsohn (Einaudi)
    L’autore narra il seminario universitario sull’Odissea tenuto da lui a cui partecipa anche l’anziano padre. Ne nasce un meraviglioso connubio di storie e meditazioni sulla vita, sui libri, sul raccontare che ci fanno capire meglio cosa significa essere padri, essere figli e che ci spingono irresistibilmente a rileggere il classico di Omero con occhi diversi.
  3. Odissea di Omero (Einaudi, Rizzoli, Feltrinelli, Marsilio)
    Grazie alle affascinanti riflessioni di Mendelsohn la saga del ritorno di Ulisse in patria diventa un classico tutto da scoprire, una fonte di mille meraviglie inattese.

Giacomo Papi
Scrittore, giornalista, autore (e bloggista del Post). Dirige la scuola Belleville e TYPEE. Il suo ultimo romanzo si intitola La compagnia dell’acqua (Einaudi). È uno degli insegnanti del corso annuale.

  1. 1947 di Elisabeth Åsbrink (Iperborea)
    Nel 1947, per Åsbrink, è accaduto quello che siamo ora. Un libro che non è storia e non è romanzo, eppure è entrambi. Partigiani, orfani di ritorno dai campi, nazisti in fuga, l’amore tra Simone de Beauvoir e Nelson Algren, Theolonious Monk e la nascita di Israele, dell’ONU e dell’AK47. E in mezzo, come un’isola, gli eventi del 1947 da cui è arrivata l’autrice, e questo libro bellissimo.
  2. Matilde di Giovanni Mariotti (Anabasi e Adelphi)
    Non è un classico, ma dovrebbe esserlo. Una frase lunga 188 pagine senza virgole, puntievirgola, duepunti e puntifermi che si svolge e annoda in forma di romanzo intorno a una casa e ai suoi abitanti nell’arco di duecento anni. Quando la forma è pretesa dal contenuto lo sperimentalismo non esiste.
  3. Parla, mia paura di Simona Vinci (Einaudi)
    La paura è la fonte della scrittura. Le parole sono l’unico appiglio stabile per affrontarla. Un’autodissezione della depressione, abitata da pensieri sul corpo e la chirurgia, dove scoccano pagine bellissime ed elenchi delle cose paurose: «Ragni, cavallette, vespe, calabroni, serpenti, topi, altezze, luoghi chiusi, buio, luci al neon, treni, croci, squali, mare, tagli, paura dei numeri, del bianco, del nero, del rosso, del caldo e del freddo, dei denti, della follia, del vento, della neve».

Ci vediamo il 13 giugno all’Open night ?