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  • Martedì 1 maggio 2018

Chi è l’uomo che piangeva all’incontro fra Kim Jong-un e il presidente sudcoreano

Lo racconta Giulia Pompili sul Foglio: è un funzionario sudcoreano che ha vissuto molto da vicino il conflitto fra le due Coree

(Inter-Korean Summit Press Corps/Pool/AFLO)
(Inter-Korean Summit Press Corps/Pool/AFLO)

Durante lo storico incontro fra il dittatore nordcoreano Kim Jong-un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, le agenzie fotografiche hanno ripreso un uomo che piangeva sullo sfondo di diverse foto. Sul Foglio di qualche giorno fa, la giornalista Giulia Pompili ha ripreso la sua storia, che era stata in parte raccontata in precedenza da alcune testate internazionali, tra cui Reuters. L’uomo si chiama Suh Hoon ed è il capo dell’agenzia di intelligence della Corea del Sud. In passato era stato il primo agente segreto sudcoreano inviato in Corea del Nord, dove aveva vissuto per alcuni anni.

Una delle immagini più virali online, nei giorni successivi allo storico incontro tra il leader nordcoreano Kim jong-un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in a Panmunjom, nella Zona demilitarizzata, è quella di un uomo di mezza età con la testa piegata in avanti e un fazzoletto sugli occhi, nell’atto di asciugarsi le lacrime. È anche la fotografia più rappresentativa del riavvicinamento tra le due Coree, che va ben oltre le decisioni geopolitiche e strategiche sul nucleare e sugli interessi delle grandi potenze straniere nell’area.

Suh Hoon, sessantatré anni, è il capo dell’intelligence di Seul, l’uomo a cui bisogna guardare per cercare di interpretare la velocità con cui si sono susseguiti gli eventi di questi mesi. Per circa trent’anni Suh, nato poco dopo la firma dell’armistizio del 1953, ha studiato la Corea del nord. È il simbolo di un’intelligence fatta alla vecchia maniera, con le persone e le risorse, più che sullo studio dei dati.

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