In Messico è stata vietata la vendita di una controversa bambola di Frida Kahlo

ALFREDO ESTRELLA/AFP/Getty Images
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Lo scorso giovedì un tribunale del Messico ha vietato la vendita di una bambola della pittrice messicana Frida Kahlo, tra i più importanti artisti del Novecento, a seguito di una causa legale fatta dai membri della famiglia di Kahlo all’azienda di giocattoli Mattel per avere utilizzato la sua immagine senza autorizzazione.

La bambola di Frida Kahlo era stata pensata da Mattel – che è anche produttrice della bambola più venduta al mondo, Barbie – come parte della sua linea di bambole ispirate a donne realmente esistite che facciano da modello positivo per bambini e bambine (“Inspiring women series”). La bambola di Kahlo aveva però ricevuto molte critiche, scrive AFP, per aver dato a una delle principali anticipatrici del movimento femminista un aspetto simile a quello di una Barbie.

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La famiglia ha criticato l’azienda per aver schiarito la carnagione di Kahlo, femminilizzato i suoi lineamenti e modificato le sue sopracciglia (quelle della pittrice, molto folte, sono uno dei suoi tratti più riconoscibili). AFP ha raccolto le dichiarazioni di una pronipote di Kahlo, Mara Romeo, che ha detto che la bambola avrebbe dovuto essere «molto più messicana», con «abiti messicani e gioielli messicani», e che «Frida non era così magra».

La sentenza, a cui Mattel può ancora fare appello, vieta qualsiasi uso di «marchio, immagine e opere di Frida Kahlo». Può essere applicata solo in Messico, ma la famiglia di Kahlo ha fatto sapere di voler intraprendere un’azione legale anche negli Stati Uniti.