• Mondo
  • Mercoledì 28 marzo 2018

Slobodan Milošević non è mai stato assolto

Jacopo Zanchini su Internazionale ha ricostruito la storia di una bufala che circola da anni sulla stampa italiana

Slobodan Milošević (BAS CZERWINSKI/AFP/Getty Images)
Slobodan Milošević (BAS CZERWINSKI/AFP/Getty Images)

Da qualche anno finisce periodicamente sui giornali italiani una notizia falsa che riguarda Slobodan Milošević, ex presidente della Serbia e della Jugoslavia formata da Serbia e Montenegro. Milošević è morto l’11 marzo 2006 mentre era detenuto a L’Aia, nei Paesi Bassi, in attesa di essere giudicato dal Tribunale penale internazionale per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. A differenza di quello che è stato scritto in diverse occasioni in Italia – l’ultima nel dicembre 2017 dal giornalista Paolo Mieli sul Corriere della Sera – Milošević non è mai stato assolto per i reati di cui era stato accusato. Jacopo Zanchini, vicedirettore di Internazionale, ha ricostruito dove e quando ha cominciato a circolare questa notizia falsa e ha spiegato i motivi per i quali è importante dire come siano andate esattamente le cose.

Ma c’è una notizia falsa che da due anni circola su alcuni mezzi di informazione internazionali e su alcuni siti, e finisce su quotidiani italiani piccoli e grandi intossicando la memoria e il dibattito su uno dei conflitti più sanguinosi della storia recente. È una notizia falsa su Milošević. “Slobodan Milošević, che vale la pena ricordare, fu assolto proprio dal Tribunale dell’Aja per i crimini in Bosnia”, ha scritto il Manifesto il 23 novembre 2017, a pagina 8 in un articolo a firma Ester Nemo (nome collettivo della redazione esteri) e uscito il giorno dopo la sentenza di condanna all’ergastolo inflitta al generale Ratko Mladić, capo militare dei serbi di Bosnia. La notizia dell’assoluzione è falsa, ovviamente, perché Milošević è morto prima della sentenza. E correttamente il Manifesto pubblica il 29 novembre una lettera di smentita.

Ma non è stato un caso isolato. Alla fine del 2017 il Tribunale dell’Aja è tornato a far parlare di sé sia dopo la condanna di Mladić sia per il suicidio in aula del generale croato Slobodan Praljak e anche perché ha di fatto chiuso i battenti dopo un ventennio di lavoro. Nel dicembre 2017 il Corriere della Sera ha pubblicato in prima pagina un commento di Paolo Mieli dedicato al lavoro del Tribunale intitolato “La giustizia che punisce solo i vinti” in cui la notizia di una presunta assoluzione di Milošević da parte del Tribunale era ripetuta e amplificata. “In ogni caso”, scrive Mieli su Milošević, “pur senza voler sminuire le sue colpe, va ricordato che nel 2016, dieci anni dopo la sua scomparsa, il Tribunale penale internazionale ha stabilito che non fu responsabile di crimini di guerra in Bosnia. I giudici dell’Aja lo hanno scritto a chiare lettere nella sentenza di duemila e cinquecento pagine con cui hanno condannato a quarant’anni di carcere il leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadžić. Anzi, in quella sentenza è stato addirittura dato atto a Milošević di aver cercato di convincere Karadžić che ‘la cosa più importante di tutte era mettere fine alla guerra’ e che ‘l’errore più grande dei serbo-bosniaci era di volere la sconfitta totale dei musulmani in Bosnia’”.

Continua a leggere sul sito di Internazionale