Ieri la polizia delle Filippine ha ucciso 13 persone e ne ha arrestate 100 in una serie di operazioni anti-droga

Due presunti spacciatori di droga ammanettati durante un'operazione di polizia condotta a Manila il 15 marzo 2018. 
(NOEL CELIS/AFP/Getty Images)
Due presunti spacciatori di droga ammanettati durante un'operazione di polizia condotta a Manila il 15 marzo 2018. (NOEL CELIS/AFP/Getty Images)

Mercoledì 21 marzo la polizia delle Filippine ha ucciso 13 persone e ne ha arrestate 100 in una serie di operazioni anti-droga condotte per 24 ore in una provincia a nord della capitale. Lo ha fatto sapere la polizia spiegando che le persone uccise erano tutti sospetti trafficanti di droga: ha anche detto che erano armati e che i poliziotti hanno dovuto ucciderli per difendersi.

Dall’elezione di Rodrigo Duterte alla presidenza delle Filippine, nel maggio del 2016, è stata lanciata una controversa guerra al traffico di droga, in cui sono morte più di 4000 persone, uccise dalla polizia e da uomini armati non identificati. Come hanno raccontato diverse inchieste giornalistiche, la guerra alla droga voluta da Duterte ha spesso implicato torture, rapimenti e uccisioni. Nonostante le critiche internazionali e da parte dell’opposizione interna, Duterte ha detto di voler continuare la sua operazione e in più di un’occasione ha detto di voler uccidere tutti i trafficanti di droga e i tossicodipendenti che vivono nel paese.