Il consiglio di Margaret Atwood per diventare scrittori
Tenetevi alla larga da Parigi

In un’intervista su Variety la scrittrice Margaret Atwood – famosa per il successo della serie tv Handmaid’s Tale tratta dal suo omonimo romanzo del 1985, pubblicato in Italia con il titolo Il racconto dell’ancella – ha raccontato di non aver guadagnato niente dalla serie, visto che ne aveva venduto i diritti alla casa cinematografica MGM anni fa. Nell’intervista Atwood ha anche parlato a lungo del suo rapporto con il denaro; viene da una famiglia modesta e iniziò sin da piccola a fare dei lavoretti per racimolare qualche soldo:
«I soldi sono un simbolo. Non hanno valore in sé. Non puoi mangiarli, berli o indossarli. Per me, in breve, significano indipendenza. Non mi è mai stato detto di sposare un uomo ricco e restare sdraiata tutto il giorno in vestaglia a mangiare cioccolatini. Ci si è sempre aspettato che mi mantenessi da sola, ed è quel che ho sempre fatto».
Al momento di scegliere l’università, quando aveva deciso di voler diventare scrittrice, ricevette un buon consiglio da un vecchio insegnante:
«Il mio vecchio professore, Northrop Frye, mi diede un consiglio migliore. Per prima cosa mi sconsigliò di andare a Parigi a morire di fame in una soffitta mentre scrivevo. Disse che avrei solo fumato, bevuto assenzio e preso la tubercolosi. “Penso che scriveresti di più a Harvard”, disse. Così andai a Harvard».
Atwood ha continuato a preoccuparsi dei soldi per parecchio tempo, fino al 1975, quando viveva frugalmente in una fattoria nell’Ontario, allevando polli e coltivando verdure nell’orto. I soldi li butta in due cose: una buona crema per il viso e acquarelli, tempere e matite colorate, che però non usa mai. E dona molto ai parenti e alle associazioni di beneficenza.
Nell’intervista Atwood ha parlato anche del movimento #MeToo, con cui molte donne hanno iniziato a denunciare le molestie e gli abusi sessuali subiti:
«È il sintomo di qualcosa di più grande, così come la febbre quando sei malato. Quando hai la febbre pensi che qualcosa non va. Che dovrei fare? #MeToo è così. È una chiamata a risvegliarsi, non è la soluzione. L’aiuto strutturale alle donne è lentamente venuto meno. Ci hanno detto che bastava indossare più Chanel, sorridere molto e farsi avanti».