La guerra è solo metà della storia

Cosa succede dopo la fine dei conflitti, in un libro fotografico realizzato intorno alle poesie di Wislawa Szymborska

Soldatini giocattolo
(Simon Brann Thorpe — FINALIST, 2012)
Soldatini giocattolo (Simon Brann Thorpe — FINALIST, 2012)

War is only half the story è un libro che racconta per temi i dieci anni dalla nascita del progetto di fotografia documentaristica The Aftermath Project, avviato nel 2008 dalla fotografa Sara Terry e che ogni anno premia fotografi impegnati nel racconto di quello che accade dopo una guerra. Come il progetto da cui è partito, War is only half the story vuole raccontare l’altra metà della storia che riguarda i conflitti bellici: “la storia di ciò che serve alle persone per imparare a vivere di nuovo, per ricostruire le vite e le case distrutte, per ripristinare le società civili, per affrontare le ferite persistenti della guerra mentre ci si sforza di creare nuove strade per la pace”. Tra i più di 50 fotografi presenti nel libro ci sono Nina Berman, Stanley Greene, Andrea Bruce, Jim Goldber e Davide Monteleone.

Il libro, che Terry ha curato insieme al designer Teun van der Heijden e a cui hanno lavorato anche altri fotografi e critici letterari, verrà pubblicato il prossimo febbraio da Dewi Lewis. Per la sua realizzazione, Terry e van der Heijden hanno deciso di non seguire una narrazione in linea cronologica. Invece di riproporre in successione le immagini che negli anni sono state premiate nell’ambito del The Aftermath Project, i due curatori hanno scelto due poesie della scrittrice premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska. Seguendo l’ispirazione data dai due testi – La fine e l’inizio e Reality Demands – hanno poi scelto le immagini nel vasto archivio del progetto.

Tra i testi all’interno del libro ci sono quelli della critica letteraria Clare Cavanagh, che descrive così la connessione tra le poesie di Szymborska e le foto legate al progetto:

“Poesie e fotografie sono spesso accusate di tentare di fermare il tempo, di isolare singoli istanti dall’inevitabile sequenza temporale che li circonda e guida. La poesia, come la foto che descrive, suggerisce altre possibilità per entrambi i media: un momento rimosso dal movimento del tempo ci invita a considerare i disastri e le loro conseguenze in modo diverso”

Sara Terry è una fotografa e regista di documentari e membro del Guggenheim Photography Fellow. Prima di avviare The Aftermath Project, Terry ha lavorato a un altro progetto, Aftermath: Bosnia’s Long Road to Peace, sulle conseguenze della guerra in Bosnia-Erzegovina.