
Il governo francese ha riconosciuto come bene nazionale Le 120 giornate di Sodoma, ovvero la scuola del libertinaggio, il romanzo scritto nel 1785 dal Marchese De Sade per illustrare e catalogare 150 perversioni sessuali, con un gruppo di aristocratici che si chiude in un castello remoto e si dedica a orge, rapporti zoofili e torture. Sade lo scrisse in un’unica pagina fatta di fogli incollati insieme per arrotolarlo e nasconderlo meglio, mentre era incarcerato nella Bastiglia di Parigi: il rotolo è lungo quasi 12 metri e largo 11 centimetri. La decisione della Francia è arrivata un giorno prima che l’opera venisse messa all’asta a Parigi: implica che non potrà uscire dal paese per almeno 30 mesi, durante i quali il governo cercherà di acquistarlo.
Secondo gli esperti, il manoscritto – l’ultimo di Sade in mani a privati – avrebbe raggiunto anche i sei milioni di euro, e fa parte di una vendita di manoscritti storici che appartenevano ad Aristophil, una società di investimento francese fallita nel 2015 e accusata di truffa (un esempio di schema Ponzi), e che nel tempo aveva acquistato più di cento manoscritti preziosi. Sade è considerato un importante pensatore francese del Settecento, e la sua influenza è continuata per tutto il Novecento, anche se la pubblicazione delle sue opere fu vietata in Francia e nel resto del mondo fino al Novecento; i suoi scritti circolarono clandestinamente soprattutto tra i circoli Surrealisti e tra molti studiosi di medicina. Sade perse il manoscritto delle 120 giornate di Sodoma nel 1789, quando venne trasferito in un manicomio; la moglie si ricordò di andarlo a ritirare proprio il giorno della presa della Bastiglia, durante la Rivoluzione francese. Venne poi ritrovato nella cella di Sade, e negli anni passò per diverse mani, tra cui quelle di vari aristocratici francesi, un collezionista tedesco e un collezionista svizzero di arte erotica.
La firma del Marchese De Sade (JOEL SAGET/AFP/Getty Images)