Sergej Milinkovic-Savic con Simone Inzaghi dopo la vittoria contro la Sampdoria (ANSA/SIMONE ARVEDA)

L’anno di Sergej Milinkovic-Savic

Il centrocampista della Lazio gioca sempre meglio, al punto che la Serbia ha licenziato il suo allenatore anche perché non lo faceva giocare

Domenica sera la Lazio ha ottenuto un’altra importante vittoria di questa stagione fin qui molto soddisfacente. A Genova, in casa della Sampdoria, la squadra che più si avvicina al suo livello fra quelle che le stanno dietro, è passata in svantaggio a mezzora dalla fine, ma mantenendo sempre alto il livello del gioco è riuscita a pareggiare e vincere una partita giocata sempre su ritmi molto alti e con continui cambi di fronte. La vittoria però probabilmente non sarebbe arrivata senza il contributo fondamentale di Sergej Milinkovic-Savic, centrocampista serbo da cui sono passate tutte le azioni principali della partita: fra tutte le altre cose, ha segnato il gol del pareggio e fornito l’assist per il gol della vittoria di Felipe Caicedo, inventandoseli entrambi.

Nell’ultimo anno e mezzo passato alla Lazio, Milinkovic-Savic è cresciuto in modo impressionante, e più passa il tempo più si conferma come uno dei più forti nel suo ruolo in Serie A e fra i migliori d’Europa della sua generazione.

Ciò che lo rende così promettente e già così decisivo – a soli 22 anni – è che oltre a essere un centrocampista completo ha una struttura fisica che in Serie A non si trova facilmente. Nato da una famiglia di atleti serbi – il padre calciatore in Spagna, la madre cestista professionista – è alto 1 metro e 91 centimetri e pesa un’ottantina di chili. Per forza di cose la velocità non è il suo punto di forza, ma rimane comunque aggraziato nei movimenti e riesce a guadagnare rapidità quando ha la palla al piede, come si è visto nelle progressioni nella partita di Genova.

In un modo o nell’altro Milinkovic-Savic è sempre nel mezzo del gioco e torna sempre utile: nella circolazione della palla, nei recuperi (13 solo contro la Sampdoria) e quando è necessario saltare la prima linea del pressing avversario con dei lanci lunghi dalla difesa; nel gioco aereo è difficilmente superabile.

Milinkovic-Savic è stato chiamato per la prima volta dalla Nazionale serba solamente lo scorso ottobre, e le sue mancate convocazioni sono state a lungo molto discusse. Pur avendo già da tempo tutte le caratteristiche per ottenere un ruolo da titolare, Slavoljub Muslin, l’ex allenatore della Nazionale, ha deciso di farne a meno per l’intero girone di qualificazione ai Mondiali. Con Muslin e senza Milinkovic la Serbia ha comunque ottenuto la qualificazione alla fase finale in Russia a distanza di otto anni dall’ultima volta. Nei piani di Muslin, la presenza di Milinkovic non era così fondamentale, avendo trovato già una coppia di centrocampisti per lui più pronti e adatti: ma la Federazione serba non era dello stesso parere, e questo ha creato dei disaccordi per cui Muslin è stato esonerato nonostante abbia ottenuto la qualificazione ai Mondiali.

Ora, anche se la Federazione deve ancora nominare il nuovo allenatore, Milinkovic-Savic farà quasi certamente parte dei convocati per la Russia. Questo farà aumentare ancora il suo valore e soprattutto l’interesse delle grandi squadre, che già ora non manca, stando alle voci di un interessamento per lui da parte della Juventus e dei migliori club della Premier League.

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