(LaPresse - Andrea Campanelli)

Il ministero dell’Economia ha confermato l’errore sul calcolo della TARI

E ha detto che chi ha pagato di più potrà chiedere un rimborso

Il ministero dell’Economia ha pubblicato una circolare per confermare che il modo corretto di calcolare la TARI, l’imposta sui rifiuti, non è quello che hanno adottato a partire dal 2014 diversi comuni italiani (non è chiaro quali, ma secondo i giornali ci sono anche Milano, Genova e Napoli). Per tre anni, in questi comuni è stata applicata una quota variabile basata sul numero di inquilini e moltiplicata per le “pertinenze” dell’immobile, cioè le eventuali cantine e garage: la quota variabile, ha chiarito il ministero, andava invece applicata una sola volta. In questo modo, molte persone hanno pagato più di quanto avrebbero dovuto: secondo Repubblica, fino al doppio.

Il ministero dell’Economia ha quindi dato inizio alle procedure per permettere a chi dovesse scoprire di avere pagato di più di ottenere il rimborso. Lo si nota se la parte variabile è troppo alta rispetto alla parte fissa, se il proprio Comune specifica i dettagli della TARI: in caso contrario, bisogna rivolgersi direttamente al Comune. Per chiedere il rimborso bisogna spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno al Comune: se si riceve risposta negativa, si hanno 60 giorni per impugnarla in Commissione tributaria.

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