Un politico belga negazionista della Shoah è stato condannato a visitare 5 campi di concentramento nei prossimi 5 anni

Laurent Louis fa il gesto della quenelle, associato con l'estrema destra, nel 2014
(BENOIT DOPPAGNE/AFP/Getty Images)
Laurent Louis fa il gesto della quenelle, associato con l'estrema destra, nel 2014 (BENOIT DOPPAGNE/AFP/Getty Images)

La scorsa settimana Laurent Louis, un ex parlamentare belga di estrema destra, ha ricevuto una sentenza insolita, per avere minimizzato la quantità di ebrei uccisi nelle camere a gas naziste nella Shoah: una corte d’appello lo ha condannato a visitare un campo di concentramento nazista all’anno, per i prossimi anni, e a raccontarlo sul suo blog personale.

Louis, che ha 37 anni e non è più in parlamento dal 2014, non era un politico rilevante, ma faceva spesso parlare di sé per le sue dichiarazioni estremiste, razziste e omofobe: una volta chiamò l’ex primo ministro belga omosessuale Elio Di Rupo un “pedofilo”. Per questo Louis fu espulso in più occasioni dai partiti di cui ha fatto parte. Per le sue affermazioni in cui metteva in discussione il numero di ebrei morti nelle camere a gas dei campi di concentramento nazisti, era stato condannato in primo grado nel 2015 a sei mesi di carcere e a una multa di 18mila euro. La corte d’appello ha sospeso la pena, ma soltanto a condizione che Louis visiti effettivamente i campi di concentramento: se non lo farà, la sospensione della pena sarà annullata. Questa soluzione era stata proposta dallo stesso Louis, che infatti si è detto soddisfatto della decisione del tribunale dopo la sentenza. Una condanna simile a quella di Louis era stata già decisa almeno una volta: nel 2013, nei confronti di un negazionista ungherese.