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Il regista italiano più richiesto dai grandi festival

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Com’è fare la giuria in un grande festival di cinema

Dopo l'enorme successo di “Fleabag” ha firmato un accordo da 100 milioni di dollari con Amazon, da cui però non è uscito ancora quasi niente

Che fine ha fatto Phoebe Waller-Bridge?

È la modifica più sostanziale da oltre dieci anni, pensata per limitare l’esperienza di scorrere a vuoto il catalogo senza scegliere niente

Preparatevi a una nuova interfaccia di Netflix

Una canzone dei Chi-Lites

Soprattutto negli Stati Uniti, dove il governo è fortemente contrario alle iniziative a favore della comunità LGBTQ+, ma anche in Italia

Quest’anno le grandi aziende sponsorizzeranno di meno i Pride

È il simbolo con cui si capisce se il conclave ha eletto il papa oppure no, ma in qualche caso ha creato una certa confusione

Fumata nera, fumata bianca

Vermiglio di Maura Delpero ha vinto sette premi tra cui miglior film e miglior regia, per la prima volta vinto da una regista 

I vincitori e le foto dei David di Donatello

A quattro ore dalla morte dei 32 animali, i ricercatori sono riusciti a riattivare alcune attività cellulari, un risultato senza precedenti con grandi implicazioni etiche

L’esperimento che ha riportato in vita i cervelli di alcuni maiali morti

Il modo in cui li conosciamo oggi ha a che fare con proibizionismo, femminismo e buone maniere

I cocktail sono una cosa da donne

Non più di tanto, scrive il New York Times: trasportano molti batteri, ma non più di quelli che si trovano su altri oggetti con cui entriamo in contatto ogni giorno

È importante togliersi le scarpe in casa?

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Fino al 26 novembre alla Triennale di Milano sarà possibile vedere <em>The Ballad of Sexual Dependency</em>, il lavoro più conosciuto della fotografa statunitense Nan Goldin. <em>The Ballad of the Sexual Dependency </em> è uno slideshow di circa 700 foto (accompagnate da una colonna sonora) che la fotografa ha raccolto dagli anni Ottanta in poi e che ritraggono lei e i suoi amici, in gran parte tossicodipendenti, in azioni quotidiane e intime: mentre fanno sesso, mangiano, fanno la doccia, si drogano, escono insieme o soffrono per l&#8217;AIDS, tra Boston, New York, Londra, Berlino e le altre città in cui Goldin è passata.</p>

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<p>Il lavoro di Goldin coincide con la sua esperienza, e lei stessa lo <a href="http://press.moma.org/wp-content/files_mf/pressannouncement_final_updated106201679.pdf">ha descritto</a> come una sorta di diario che lascia leggere agli altri: «Il diario è la forma di controllo della mia vita. Mi permette di annotare in modo ossessivo ogni dettaglio. Mi permette di ricordare». Le sue immagini sono spesso sfocate, poco illuminate e composte in modo apparentemente causale: una delle più conosciute – &#8220;<a href="http://www.tate.org.uk/art/artworks/goldin-nan-one-month-after-being-battered-p78045">Autoritratto un mese dopo essere stata picchiata</a>&#8221; – la mostra con gli occhi neri e gonfi, un mese dopo essere stata picchiata, appunto, dal suo compagno.</p>
<p>Nata a Washington D.C. nel 1953 da genitori ebrei appartenenti alla classe media americana, Goldin ha lasciato la sua famiglia a 14 anni, tre anni dopo il suicidio della sorella Barbara, ed è cresciuta a Boston, dove ha frequentato la School of the Museum of Fine Arts e si è avvicinata ai club notturni. Alla fine degli anni Settanta si è trasferita a New York per dedicarsi alla fotografia.</p>
<p><em>Ballad of Sexual Dependency</em>, che è la sua opera più famosa e un progetto artistico importante e riconosciuto, è costituito da circa 700 immagini a colori montate in sequenza filmica, per una durata di circa 42 minuti e accompagnate da una colonna sonora che Goldin aveva aggiunto per intrattenere i suoi amici mentre guardavano le foto (con canzoni dei Velvet Underground, di James Brown, di Nina Simone, di Charles Aznavour e di Petula Clark, tra gli altri). In mostra ci saranno anche alcuni manifesti originali utilizzati per le prime performance di Goldin. Negli anni Goldin ha collaborato con numerosi artisti, si è occupata di fotografia di moda, ha pubblicato libri ed esposto i suoi lavori nei principali musei del mondo.</p>

Brevi

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fotografia

mostre

nan goldin

Triennale

Fino al 26 novembre la Triennale ospita il lavoro più famoso della fotografa statunitense

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano

“The Ballad of Sexual Dependency” di Nan Goldin, a Milano