Il capo della procura di Roma contro la “costruzione mediatica” di Mafia Capitale

Giuseppe Pignatone ritiene ancora che quella di Buzzi e Carminati fosse "una piccola mafia", di cui però i giornali hanno esagerato l'influenza

Il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone (ANSA/ ANGELO CARCONI)
Il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone (ANSA/ ANGELO CARCONI)

Due giorni dopo le condanne di primo grado del cosiddetto processo di “Mafia Capitale”, di cui l’elemento più discusso è stata la caduta dell’accusa di associazione di stampo mafioso per tutti gli imputati, il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone ha commentato la sentenza in due interviste date al Corriere della Sera e a Repubblica.

In entrambe le interviste Pignatone ha difeso l’inchiesta e le decisioni della sua procura, ha spiegato che non considera la sentenza di primo grado una “sconfitta” – «non ho una concezione agonistica della giustizia» – e ha insistito di voler attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza per commentare in modo approfondito. Pignatone ha spiegato di ritenere ancora che l’associazione di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati fosse “una piccola mafia”, ma che la sua influenza e le sue dimensioni sono state esagerate da una certa “costruzione mediatica”:

«Io stesso ho più volte sottolineato che era una organizzazione ridotta, non in grado di condizionare il governo di Roma Capitale; la costruzione mediatica di quel presunto dominio non ci appartiene».