Ma alla fine, a cosa serve una banca?

Come dopo ogni crisi bancaria c'è chi si chiede se non sia meglio tenere i soldi sotto il materasso: no, non lo è

(AP Photo/Richmond Times-Dispatch, Mark Gormus)
(AP Photo/Richmond Times-Dispatch, Mark Gormus)

La crisi delle banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, salvate con un decreto del governo questa settimana, ha fatto tornare di attualità il tema della stabilità finanziaria del nostro paese. Come è spesso accaduto diverse volte negli ultimi anni, con la crisi di MPS e quella delle quattro banche popolari “risolte” nel 2015, migliaia di persone hanno perso i loro risparmi e molti hanno iniziato a chiedersi se non sia forse meglio tenerli “nel materasso”, o comunque nascosti in contanti da qualche parte. Se vi trovate in questa situazione, è utile fermarsi un secondo e chiedersi, prima di andare a prosciugare il proprio conto corrente: ma che cos’è una banca, e a che cosa serve veramente?

In un’economia moderna una banca ha molte funzioni, ma per la nostra vita di tutti giorni quelle davvero importanti sono due: raccogliere e proteggere depositi di denaro, e usarli per fare prestiti. Per quanto le banche facciano anche molte altre cose, il nocciolo della loro attività (di quasi tutte, almeno) rimane quello di fare da intermediario tra chi ha i soldi e chi di quei soldi ha bisogno. Queste due funzioni sono fondamentali in una moderna economia capitalistica. Proviamo per un attimo a immaginare come sarebbe la vita di una persona normale se non esistessero le banche.

Tanto per cominciare, dovremmo tenere in casa o sempre con noi tutti i nostri risparmi, che siano tanti o che siano pochi. Questo renderebbe le nostre case più attraenti per i ladri. Sarebbe sufficiente subìre anche un solo furto per perdere i risparmi di una vita. Potremo rimetterci tutto anche per un banale incidente: una lavatrice che perde al piano di sopra potrebbe allagarci la casa e distruggere in poche ore tutto il denaro accumulato nella scatola da scarpe sotto il letto. Con le fortune accumulate in una vita chiuse in casa, incendi e terremoti sarebbero ancora più devastanti di quanto non siano già adesso.

Senza banche non avremmo conti correnti, quindi l’unico modo di incassare pensioni e stipendi sarebbe andarli a prendere direttamente e compiere il viaggio fino alla propria abitazione con addosso una quantità di denaro che difficilmente ci metterebbe a nostro agio. Per decenni questa è stata la norma, e scippi e attacchi ai pensionati che uscivano dagli uffici postali dopo aver ritirato la pensione sono stati a lungo la normalità per le strade del nostro paese (e in certi luoghi lo sono ancora).

Naturalmente ci troveremmo tutti senza bancomat e dovremmo portare costantemente con noi tutto il denaro di cui abbiamo bisogno. Sarebbe scomodo e pericoloso anche soltanto per un sabato di shopping, ma provate a immaginarvi comprare una macchina o una casa in contanti. Di fronte al negozio vedreste probabilmente un continuo via vai di persone che arrivano stringendo nervosamente a sé valigie piene di soldi. È facile immaginare che tipo di attenzioni poco benevole comincerebbero ad attirare i dintorni dei concessionari di auto. Viaggiare all’estero sarebbe altrettanto complicato e quasi altrettanto pericoloso.

Senza banche, scordatevi poi le carte di credito: i pagamenti online sarebbero più complessi, anche se su questo fronte gli intermediari finanziari non bancari, come PayPal, hanno ottenuto grandi successi negli ultimi anni. Dovremmo comunque rinunciare a molti altri servizi, non essenziali ma di certo parecchio comodi. Dall’addebito automatico delle bollette, alla possibilità di pagare imposte e multe dalla pagina del nostro conto corrente online, e così via.

Infine, senza banche sarebbe molto più complicato far fruttare il denaro che abbiamo messo da parte. Tenerlo in casa, infatti, non è solo rischioso, ma non porta a nessun beneficio. Le banche, invece, offrono numerose possibilità di investimento che permettono ai nostri risparmi di non restare fermi a far nulla, ma di fruttare qualcosa. Certo, il conto corrente in genere non fa guadagnare molto, ma è anche un luogo molto sicuro dove tenere i soldi. In Europa, inoltre, tutti i depositi fino a centomila euro sono assicurati: i soldi vi saranno restituiti qualsiasi cosa accada (e se non dovessero venirvi restituiti è perché è probabilmente accaduta una cosa così grave come una guerra). Le banche però forniscono molti altri tipi di prodotti finanziari in cui investire i propri risparmi, da quelli molti sicuri a quelli più rischiosi, che rendono molto di più.

Questo ci porta all’altra funzione fondamentale delle banche: ossia impiegare il denaro che è stato depositato presso i loro conti per finanziare chi di quel denaro ha bisogno. Le banche riescono a guadagnare da questa attività sfruttando la differenza tra il tasso di interesse che pagano per tenere il denaro e quello, più alto, che viene chiesto a chi domanda loro denaro in prestito. Guadagnano anche dalle commissioni: concedere un prestito a qualcuno non costa solo l’ammontare del prestito, ma ha anche un’altra serie di costi che la banca carica, guadagnandoci, sui propri clienti.

Se non ci fossero banche, o se ci fossero solo banche con le casse vuote perché nessuno vuole più depositare, scordatevi i mutui per comprare casa: dovrete trovare il denaro in contanti, oppure un proprietario che accetti pagamenti a rate. Per le imprese, anche quelle di piccole dimensioni, la vita senza banche sarebbe quasi impossibile perché hanno bisogno di continui spostamenti di denaro, di prestiti, di anticipi, linee di credito: tutti servizi molto complicati da ottenere in altro modo.

Insomma: ci sono parecchie ragioni per tenere i vostri soldi in banca su un conto corrente. È comodo, è pratico ed è anche molto sicuro, sempre che vogliate tenerci non più di centomila euro. In un certo senso, state anche contribuendo a fare del bene all’economia, poiché i vostri soldi saranno probabilmente usati per permettere a qualcuno di comprare una cosa, oppure contribuiranno a finanziare un imprenditore.

Questo però non significa che tutte le cose vadano sempre per il verso giusto. Spesso, e in particolare in Italia, le banche chiedono cifre piuttosto alte per la gestione dei conti correnti. A volte, errori e scelte sbagliate del management vengono fatti ricadere su coloro che di un conto corrente hanno necessariamente bisogno, aumentando i costi che la banca chiede loro per ogni commissione. A volte, invece di finanziare chi se lo merita, i soldi dei depositanti finiscono ad amici e alleati dei manager o semplicemente vengono dati alle persone sbagliate. Infine, bisogna fare moltissima attenzione appena si esce dal terreno sicuro dei depositi bancari per entrare in quello degli investimenti. Azioni e obbligazioni, quote di fondi e altri prodotti finanziari sono investimenti destinati a persone che sanno quel che stanno facendo e che sono pronte ad assumersene i rischi, anche se non sempre le banche sono state trasparenti su questo punto.

Le banche non sono enti di beneficenza e bisogna trattarle con lo stesso sano scetticismo che usiamo quando ci assicuriamo che il macellaio non stia cercando di ingannarci sulla quantità di carne che mette sulla bilancia. Ma non sono nemmeno trappole mortali dalle quali non c’è scampo: sono uno dei settori più regolati e controllati dell’intero sistema economico. In una forma o nell’altra, le banche esistono da quasi mille anni e nel corso della storia hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia moderna. Come tutte le costruzioni umane non sono eterne, ma non riuscirete ad accelerare il loro superamento chiudendo il vostro conto corrente. Otterrete soltanto una vita molto più scomoda.