Ad alcune persone la musica non piace per ragioni biologiche

Nessun tipo di musica, mai: è una condizione che si chiama "anedonia musicale" e viene studiata in neurologia

Una scena del film "The Blues Brothers" (1980)
Una scena del film "The Blues Brothers" (1980)

Ci sono persone a cui non piace la musica: non un particolare genere di musica ma proprio la musica in generale: non è detto che la musica le disturbi, ma la trovano noiosa e poco interessante e non si emozionano mai quando la ascoltano. La condizione di queste persone è stata chiamata “anedonia musicale” da un gruppo di ricercatori del campo neurologico che la studia da alcuni anni, alcuni del Bellvitge Biomedical Research Institute di Barcellona, altri appartenenti a istituti di ricerca canadesi. In generale il termine “anedonia” si usa per indicare l’incapacità di provare sensazioni positive ed è associata alla depressione, ma l’anedonia musicale non ha a che vedere con l’umore né con la capacità di provare piacere in generale. Le persone che ce l’hanno apprezzano il cibo, il sesso e altre esperienze piacevoli: non hanno difficoltà a percepire la musica (al contrario di chi è affetto da amusia) e l’unico fastidio che deriva dalla loro condizione è dato dai commenti di chi non crede possibile che qualcuno non apprezzi la musica.

Se fate parte della maggior parte delle persone a cui la musica piace, può darsi che ascoltandola di tanto in tanto vi vengano i brividi, che secondo una ricerca canadese sono dovuti al rilascio di dopamina che fa aumentare la frequenza cardiaca e respiratoria, provoca dei cambiamenti nella temperatura corporea e determina la cosiddetta “pelle d’oca”, modificando la conducibilità della pelle. A chi ha l’anedonia musicale questo non succede mai: a prescindere dal tipo di musica che gli viene fatta ascoltare non presenta nessuna reazione fisiologica, che invece può avere in altre circostanze, per esempio in occasione di vincite di denaro in un gioco d’azzardo, come ha dimostrato un altro studio pubblicato sulla rivista Current Biology nel 2014.

Lo scopo degli studi sui cervelli delle persone che hanno l’anedonia musicale è capire per quale ragione per la maggior parte delle persone la musica è importante e produce reazioni piacevoli. Josep Marco-Pallarés, uno degli autori degli studi sull’argomento, ricercatore dell’Università di Barcellona e dell’Istituto Bellvitge, spera che le immagini ottenute con la risonanza magnetica dei cervelli di coloro a cui la musica non piace, confrontate con quelle delle altre persone, permettano di individuare le aree del cervello collegate al piacere per la musica.

L’articolo scientifico più recente sull’argomento è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. I 45 partecipanti dei test fatti dai ricercatori sono stati divisi in tre gruppi di persone: quelle che vivrebbero per la musica, quelli che la apprezzano abbastanza e quelli che invece non provano alcun interesse per la musica. Nei cervelli delle persone appartenenti ai primi due gruppi, analizzati con la risonanza magnetica mentre ascoltavano la musica, le regioni associate all’udito si attivavano insieme a quelle legate alla sensazione di gratificazione. Nei cervelli delle persone con l’anedonia musicale questa corrispondenza è assente. Il fatto che anche tra gli amanti della musica ci siano due gruppi diversi sembra indicare che ci sia uno spettro complesso tra chi apprezza tantissimo la musica e quelli a cui piace solo un po’. Inoltre come esistono le persone che non provano piacere ascoltando la musica, esistono anche di quelle che provano piacere esclusivamente attraverso la musica e non facendo altre attività. Grazie a questo tipo di studi in futuro queste persone potrebbero riuscire a usare la musica per sentirsi bene anche facendo altre cose.