Cosa pensa Raggi della faccenda delle polizze

Che «persino uno stolto» avrebbe capito che non era un caso di corruzione, ha detto al Corriere della Sera lamentandosi dei titoli di giornali degli ultimi giorni

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ospite di Enrico Mentana nel programma Bersaglio Mobile su La7 il 3 febbraio 
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ospite di Enrico Mentana nel programma Bersaglio Mobile su La7 il 3 febbraio (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha dato un’intervista al Corriere della Sera per parlare degli ultimi complicati giorni della sua amministrazione, dopo la storia delle due polizze vita intestate a lei dal suo ex capo di segreteria Salvatore Romeo, uscita venerdì scorso sui giornali a seguito delle indagini dei pm e di un’inchiesta pubblicata il giorno prima dall’Espresso. Da allora la faccenda, inizialmente trattata dai giornali come un caso di sospetta corruzione, si è notevolmente ridimensionata, se non altro per l’assenza di dettagli che aiutino davvero a capire le dimensioni della cosa. Raggi, con il Corriere della Sera, si è lamentata anche di questo atteggiamento della stampa, che accusa di avere un atteggiamento poco equilibrato nei confronti suoi e della sua amministrazione.

«Persino uno stolto capirebbe che una polizza a vita del valore di 30 mila euro, di cui io avrei beneficiato solo in caso di morte del sottoscrittore, non può essere una forma di corruzione o di compravendita dei voti. Eppure la stampa lo ha insinuato, lo ha scritto, ci ha fatto titoli a caratteri cubitali»