Durante la quale si decide forse chi vincerà lo Scudetto, tra le altre cose

Le partite della trentottesima e ultima giornata di Serie A

Facendosi rimontare 9 punti in 53 secondi dagli Indiana Pacers: una cosa mai vista ai playoff NBA negli ultimi decenni

Questo nella foto era il punteggio della partita che poi i New York Knicks hanno perso

C'è di mezzo una possibile retrocessione del Brescia, ma è ancora tutto da decidere

Perché la Sampdoria può ancora sperare di restare in Serie B

Manchester United e Tottenham stanno vivendo la peggior stagione della loro storia recente, almeno fino a questa partita

La finale di Europa League tra due squadre quasi disperate

Il piano con maxi schermi, divieti e aree pedonali è quasi pronto, nonostante la scaramanzia

A Napoli ci si prepara per un’enorme festa scudetto, ma non ditelo a nessuno

Magnus Carlsen ha sfidato 143mila persone in una partita online durata più di un mese, nello stile freestyle: non ha vinto

Il più grande scacchista vivente contro il mondo

I Denver Nuggets sono stati eliminati dai playoff nonostante le statistiche del tutto eccezionali del loro miglior giocatore

Perfino Nikola Jokic può non bastare per vincere in NBA

Aveva 87 anni, è stato uno dei pugili italiani più importanti di sempre

È morto Nino Benvenuti

L'iniziativa è stata di nuovo boicottata da alcuni giocatori, e non c'entra solo la religione islamica

Il calcio francese e la giornata per la lotta all’omofobia, ogni anno la stessa storia

La famosissima forma a cui è associato il cuore – nonché l'emoticon che usiamo di più – 3.000 anni fa rappresentava le foglie o le pigne

Un cuore non è fatto così: ♥

C'entrano gli ormoni, la luce artificiale, i geni e qualche cattiva abitudine

Perché alcuni sono mattinieri e altri no

All'inizio Jason Belmonte veniva preso in giro: poi ha cominciato a vincere tutto, e ha rilanciato uno sport in crisi

L’uomo che ha cambiato il bowling lanciando con due mani

<p>Marco Lodoli su <em>Repubblica</em> di giovedì ha raccontato la storia di quella che definisce la Lazio più bella di sempre, nel senso della squadra di calcio: «bella e sciagurata», composta da calciatori che si detestavano durante la settimana ma erano compattissimi durante le partite, che andavano in giro armati, che vinsero uno Scudetto in modo imprevedibile nel 1974 e poi si sfasciarono. La fine di quella squadra cominciò il 2 dicembre del 1976, quarant&#8217;anni fa, quando morì di cancro l&#8217;allenatore che poco prima li aveva portati allo Scudetto; un mese dopo uno dei suoi calciatori migliori fu ucciso in una gioielleria.</p>
<blockquote><p>Tra il 2 dicembre 1976 e il 18 gennaio 1977 si è definito per sempre il complesso sentimento della lazialità, la morte di Tommaso Maestrelli e quella di Luciano Re Cecconi hanno dato al tifo biancazzurro l’impronta della sofferenza e del pessimismo, il senso di appartenenza a una fazione sportiva segnata dalla sfortuna, e nobile proprio per questo. L’aquila laziale volteggia anche sulla tragica fine di Paparelli e Sandri, di Nando Viola e Frustalupi, su una storia fatta di molte pagine scure e qualche pagina luminosa. Di sicuro il capitolo più bello, quasi leggendario, è lo scudetto conquistato nel ’74: se lo scorso anno tutti hanno applaudito l’incredibile primato del Leicester di Ranieri, squadretta che contro ogni pronostico ha vinto il campionato inglese, allora bisogna riconoscere che l’avventura della Lazio di Maestrelli fu ancora più strabiliante.</p></blockquote>

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<blockquote><p>Era una squadra di matti, un gruppo incandescente di calciatori che provenivano dalla serie B o addirittura dalla serie C, eppure si dimostrarono i più forti e si cucirono lo scudetto sulla maglia. Era la Lazio di Chinaglia è il grido di battaglia, di “capolinea” Wilson, di Garlaschelli, il Garrincha del lago di Como, di Re Cecconi angelo biondo, di Nanni e Martini polmoni inesauribili, di Oddi “der Tufello” e di Frustalupi con il riporto da impiegato del catasto, di D’Amico “er regazzino”. Si dice sempre che per fare una squadra vincente servono campioni, spogliatoio unito, seria preparazione atletica, organizzazione societaria impeccabile: ebbene, quella Lazio era esattamente il contrario.</p></blockquote>
<p style="text-align: right;">(<a href="http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=583ffe1c8f899">continua a leggere su Cinquantamila</a>)</p>

Sport

calcio

giorgio chinaglia

lazio

luciano re cecconi

tommaso maestrelli

La formazione della Lazio del 1974. (ANSA

<p>I funerali di Luciano Re Cecconi, calciatore della Lazio degli anni Settanta ucciso in una gioielleria nel gennaio 1977. (ANSAOLDPIX)</p>


Lazio

<p>Giorgio Chinaglia stringe la mano al tedesco Breitner al termine di una partita tra Italia e Germania. (ANSA)</p>


<p>Il funerale di Tommaso Maestrelli, l'allenatore dello Scudetto della Lazio, morto il 2 dicembre 1976. (ANSA/OLDPIX)</p>


<p>Giogio Chinaglia segna durante la partita Lazio-Foggia del 12 maggio 1974.<br />
(ANSA)</p>


<p>Giorgio Chinaglia guarda una partita di calcio a Stoccarda, in Germania, il 19 giugno 1974. (ANSA)</p>


<p>Una foto della formazione della Lazio del 1974, l'anno in cui vinse il suo primo Scudetto. (ANSA)</p>


<p>Giorgio Chinaglia in una foto non datata. (ANSA)</p>


<p>Il francobollo emesso nel 2016 in ricordo di Tommaso Maestrelli. (ANSA/ POSTE ITALIANE)</p>


Si sbriciolò in un mese che cominciò quarant'anni fa, racconta Marco Lodoli su Repubblica, e che definì "il complesso sentimento della lazialità"

Come finì la Lazio più bella

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