Un modello durante la sfilata della collezione primavera-estate 2017 di Gucci, il 20 giugno 2016, a Milano (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Gli uomini pagati meno delle donne

Sono i modelli, retribuiti il 75 per cento in meno delle modelle: quello che guadagna di più lo conoscete?

La differenza di retribuzione tra uomini e donne è un problema di cui si parla da tempo; gli studi a riguardo sono molti e secondo uno dei più accurati e recenti, uscito nel settembre del 2015, le donne guadagnano in media il 18 per cento in meno degli uomini. C’è però un settore dove la situazione è ribaltata e sono gli uomini a essere pagati meno: quello delle sfilate di moda. Elizabeth Rose, manager di modelli nella grande agenzia di modelli Premier (quella di Naomi Campbell e Cindy Crawford) ha detto in questi giorni che i modelli sono pagati il 75 per cento in meno delle modelle. Una donna, ha detto, può essere pagata fino a 40mila sterline (circa 46mila euro) per una sfilata, mentre gli uomini ricevono di media 10mila sterline (11mila euro). «Penso sia l’unica industria in cui gli uomini vengono pagati meno delle donne – ha commentato – Non è giusto per gli uomini e secondo me non è nemmeno una cosa che rafforza le donne».

Questo divario è dovuto principalmente a quello che c’è tra il mercato della moda maschile e quella femminile: il primo è più esiguo, con meno marchi, meno accessori, meno sfilate e quindi meno pubblicità. Le donne sono clienti che spendono molto di più e molto più di frequente in vestiti, profumi e accessori: il mercato della moda femminile vale 621 miliardi di dollari (553 miliardi di euro), quello della moda maschile 402 miliardi (in euro 359). Soltanto nel mondo dello sport sono gli atleti maschi i più richiesti e pagati per fare da testimonial. Rose dice che le cose stanno però cambiando e che i modelli sono sempre più richiesti per le pubblicità, in particolare per quelle di prodotti per la cura del corpo.

Per farsi un’idea della sproporzione si può confrontare la classifica dei soli modelli uomini più pagati, realizzata nel 2013 dalla rivista Forbes, con quella che tiene conto di modelle e modelli: ai primi cinquanta posti di quest’ultima c’erano e ci sono tuttora soltanto donne. Dopo il 2013 Forbes non ha rifatto la classifica dei modelli maschi, ma secondo Rose le 10 modelle più pagate al mondo guadagnano milioni di dollari ogni anno mentre solo i primi tre modelli più pagati al mondo vengono pagati più di un milione all’anno. Nel 2013 il modello in cima alla lista (realizzata considerando il periodo tra settembre 2012 e settembre 2013) era Sean O’Pry, un americano di 27 anni: aveva guadagnato 1,5 milioni di dollari, circa 1,3 milioni di euro. La modella più pagata è invece, dal 2006, la brasiliana Gisele Bündchen: nel 2013 ricevette 42 milioni di dollari (circa 37 milioni di euro), nel 2016 30,5 (27 milioni di euro).

C’è però una differenza tra uomini e donne, riconosciuta dalla stessa Rose: in media la carriera delle donne dura meno, mentre gli uomini continuano a sfilare anche dopo i 30 anni. Ovviamente ci sono delle eccezioni: oggi Bündchen ha 36 anni e Kate Moss – che è al 13esimo posto della classifica di Forbes per i suoi 4,5 milioni di euro – continua a lavorare come modella a 42 anni.

Non è raro vedere la faccia di O’Pry in servizi di moda e pubblicità: ha posato per Giorgio Armani, DKNY, Calvin Klein, Brioni, Gap, Kenzo, Viktor & Rolf e Balmain tra gli altri. Tuttavia il suo nome non dice niente a molti contrariamente a quel che succede con le modelle più famose del mondo. Molte modelle sono conosciute anche per la loro vita privata e il loro nome diventa spesso un brand usato dalle aziende di moda per rendere più efficaci le proprie pubblicità. Con i modelli non è così, o almeno non ancora: O’Pry ha 580mila followers su Instagram, ma modelli più giovani, come Lucky Blue Smith (18 anni) e Cameron Dallas (22 anni) ne hanno molti di più, rispettivamente 2,6 milioni di e 15,7 milioni. Questa nuova generazione di modelli, per il modo in cui sono diventati famosi e continuano a esserlo, assomiglia di più alle modelle, e potrebbe contribuire a ridurre anche il divario economico nel settore.

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