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  • Mercoledì 3 agosto 2016

Che lavoro fanno davvero i poeti italiani

Chi sono i più importanti e che vendono di più: professori, traduttori, ristoratori, impiegati di banca e giocatori di poker

Il primo numero di Poesia, rivista diretta dal futurista Filippo Tommaso Marinetti, per il periodo di febbraio e marzo 1909
(ANSA)
Il primo numero di Poesia, rivista diretta dal futurista Filippo Tommaso Marinetti, per il periodo di febbraio e marzo 1909 (ANSA)

Se esistesse una classifica dei luoghi comuni dell’editoria, gli italiani non leggono poesia sarebbe al secondo posto, subito dopo gli italiani non leggono proprio. Su quotidiani e blog letterari il luogo comune riappare a ondate senza mai consumarsi, ogni volta che bisogna commentare le voci sulla possibile chiusura della collana Lo Specchio della Mondadori o la morte in povertà del poeta romano Valentino Zeichen (Giuseppe Mario Moses) avvenuta il 5 luglio scorso a Roma. Il problema dei luoghi comuni non è non essere veri – spesso sostanzialmente lo sono – è che per diventare comuni devono necessariamente semplificare e diventare ciechi alle differenze, quindi alla realtà dei fatti.

Negli ultimi vent’anni molti dei più importanti editori di poesia hanno rinunciato quasi completamente a pubblicare poeti italiani contemporanei – tra questi Guanda, Garzanti, Marsilio, anche la collana All’insegna del pesce d’oro di Scheiwiller non esiste più – ma, oltre allo Specchio di Mondadori e alla Serie Bianca di Einaudi, le due maggiori collane di poesia italiana, esistono molti altri editori che fanno poesia. I più importanti sono Marcos y Marcos, che è nata con la poesia e sulla poesia punta sempre con la collana diretta dal poeta Fabio Pusterla, Donzelli, Fazi, il SaggiatoreCrocettiManni, PassigliInterlinea, TranseuropaMiraggi, Neod’If e Aragno. (L’unico autore italiano di poesia di una certa notorietà pubblicato da Rizzoli è Pierluigi Cappello). Mediamente i libri di poesia di autori italiani viventi fanno numeri molto bassi – difficilmente superano le mille copie –, ma lo stesso si può dire per la maggior parte dei romanzi e dei saggi. Anche senza citare Guido Catalano – il cui solo nome fa sdegnare molti cultori (qui si spiega chi è) –, esistono libri italiani di poesia che negli ultimi anni hanno venduto bene e benissimo. Nella serie bianca di Einaudi, La bambina pugile di Chandra Candiani, pubblicato nel 2014, ha venduto settemila copie, cioè come un romanzo andato discretamente, mentre Le giovani parole di Mariangela Gualtieri, uscito nell’ottobre scorso, è arrivato a seimila, potendo contare anche sulla vendita durante i reading dell’autrice che è anche attrice di teatro.

Ovviamente essere famosi aiuta, ma questo vale per ogni tipo di libro. Gli scrittori di romanzi di una certa notorietà partono in vantaggio rispetto ai poeti puri: gli ultimi libri di poesie di Aldo Nove (A schemi di costellazioni e Addio Novecento) hanno venduto circa seimila copie, Cento poesie d’amore a Ladyhawk di Michele Mari ha superato le tredicimila copie a cui ogni anno se ne aggiungono altre duemila e Opera sull’acqua di Erri De Luca è intorno alle 35 mila, quasi quanto Alda Merini che ha venduto 45 mila copie di Vuoto d’amore. I bestseller – sempre nella Bianca Einaudi – rimangono classici e stranieri: La voce a te dovuta di Pedro Salinas è quasi a 100 mila copie, Poesie di Pablo Neruda ha superato le 115 mila, Cesare Pavese pure, i libri di Konstantinos Kavafis sono intorno alle 60 mila, quanto Le elegie duinesi e le Poesie di Rainer Maria Rilke, La Terra desolata di T. S. Eliot o La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge. (Centroquattro poesie di Emily Dickinson, invece, è ferma intorno alle tremila copie. Fate qualcosa). Per la maggior parte, poi, sono libri fuori diritti di cui esistono decine di edizioni, e quindi questi numeri vanno moltiplicati. Il luogo comune sugli italiani che non leggono poesia è, appunto, semplicistico.

La poesia segue un ritmo più lento dell’editoria in prosa. È quasi fuori dal mercato e per questo può permettersi di essere meno schiava delle novità e di dare più tempo ai libri di trovare lettori. Gli editori di poesia che resistono e vendono devono puntare sulle ristampe, più che sul lancio, cercare di sostenere i titoli a lungo, come se quello che si scrive fosse ancora fatto per restare e non per colpire. È la politica editoriale della Serie Bianca di Einaudi e di editori più piccoli, meno dello Specchio di Mondadori. Nessun poeta può pensare di vivere di poesia, e sono ben pochi anche gli scrittori di narrativa che ci riescono. Di poesia peraltro non si è mai vissuto: Attilio Bertolucci insegnava storia dell’arte, Giorgio Caproni faceva il maestro elementare, Andrea Zanzotto era professore alle medie, mentre Vittorio Sereni fu direttore editoriale di Mondadori. I poeti e le poetesse italiane di oggi sono quasi tutti laureati e spesso hanno seguito la carriera accademica. In maggioranza sono professori e traduttori, ma c’è anche chi si è mantenuto giocando a poker, tenendo corsi di meditazione, insegnando nelle carceri, collaborando con giornali, tv e radio, lavorando come ristoratori, impiegati di banca, psicanalisti o contabili. In fondo anche lavorando si può essere contenti. Come ha scritto uno di loro, Claudio Damiani: «Fai un lavoro duro, cassiera di un discount, 
ma sei allegra, scherzi con tutti, 
velocissima conteggi i prezzi,
 nella tua mente passano mille numeri». Quelli che seguono sono alcuni dei più importanti poeti italiani viventi in ordine alfabetico – alcuni ci saranno sfuggiti, però –, con una breve nota sui libri che hanno scritto e sui mestieri che fanno per vivere.

Antonella Anedda. Insegna all’Università della Svizzera italiana, dopo averlo fatto a Siena e alla Sapienza di Roma, dove è nata nel 1955. Il suo primo libro è Residenze invernali, pubblicato da Crocetti nel 1992. Da una decina d’anni pubblica con Mondadori. La sua ultima raccolta è intitolata Salva con nome.

Luigi Ballerini è nato a Milano nel 1940. Ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea all’UCLA di Los Angeles, traduce, cura mostre di arte contemporanea italiana e si è occupato di storia della gastronomia curando le edizioni inglesi dei libri di cucina di Pellegrino Artusi e del Maestro Martino, un cuoco del Rinascimento. Una selezione delle sue Poesie 1972-2015 è pubblicata da Mondadori.

Alfonso Berardinelli è nato a Roma nel 1943. Oggi vive a Tuscania, collabora con alcuni giornali, Il Foglio, Il Sole 24 ore e Avvenire e scrive libri di critica letteraria. Anche Berardinelli è stato professore universitario – Letteratura contemporanea a Venezia – ma si è dimesso nel 1995 per protestare contro il corporativismo accademico.

Franco Buffoni è ordinario di Critica Letteraria e Letterature comparate all’università di Cassino. È nato a Gallarate, in provincia di Varese, nel 1948. Ha lavorato come traduttore e, oltre alla poesia, ha scritto quattro romanzi e una ventina di saggi. La selezione Poesie 1975-2012 è pubblicata da Mondadori. L’ultima raccolta è Avrei fatto la fine di Turing, uscita per Donzelli nel 2015.

Chandra Candiani è nata a Milano nel 1952 e ha esordito nel 2005 con la raccolta Io con vestito leggero. Il suo ultimo libro, La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, è stato un bestseller, ma si mantiene traducendo e tenendo seminari di poesia nelle scuole elementari.

Pierluigi Cappello, nato nel 1967, ha trascorso l’infanzia a Chiusaforte e vive a Tricesimo, in provincia di Udine. Dall’età di 16 anni è in sedia a rotelle a causa di un incidente. È l’unico poeta italiano contemporaneo su cui punti Rizzoli. La raccolta delle sue poesie dal 1992 al 2010 si intitola Azzurro elementare. Partecipa a conferenze e festival, tiene lezioni e scrive sul Sole 24 ore.

Patrizia Cavalli è nata a Todi nel 1947 e vive a Roma. La sua ultima raccolta si intitola Datura, la prima Le mie poesie non cambieranno il mondo. Ha tradotto Sogno di una notte di mezz’estate e Otello di Shakespeare, e Anfitrione di Molière, ma per lungo tempo si è mantenuta giocando a poker e vendendo quadri.

Maurizio Cucchi è nato a Milano nel 1945. È uno dei più noti poeti italiani. Il volume delle sue Poesie (1963-2015) è pubblicato da Mondadori, di cui da molti anni è consulente e per cui ha curato l’antologia Poeti italiani del secondo Novecento, uscita nella collana I Meridiani nel 1998. Oltre al lavoro editoriale di consulenza e di traduzione, scrive per La Stampa.

Stefano Dal Bianco (Padova, 1961) è un professore universitario. Per la precisione, ricercatore e professore aggregato di Critica letteraria e Letterature comparate all’università di Siena. Ha curato l’opera di Andrea Zanzotto per Mondadori e tradotto poeti contemporanei. Il primo dei suoi quattro libri di poesie, La bella mano, è del 1991, l’ultimo, Prove di libertà, del 2012.

Milo De Angelis è nato a Milano nel 1951. Ha esordito nel 1976 con la raccolta Somiglianze, pubblicata nella collana dei Quaderni della Fenice di Guanda, allora diretta da Giovanni Raboni. La raccolta delle sue Poesie è pubblicata da Mondadori. Ha tradotto molti libri dal francese, greco e latino, ma il suo lavoro è insegnare nel carcere di massima sicurezza di Opera, un comune vicino a Milano.

Gianni D’Elia tiene corsi come libero docente all’Università di Urbino, traduce (per esempio Lo Spleen di Parigi di Baudelaire), collabora da sempre con il manifesto, ha scritto vari saggi su Pasolini e ha scritto i testi di alcune canzoni di Claudio Lolli. È nato a Pesaro nel 1953. Ha incominciato negli anni Settanta, anche grazie al rapporto con Roberto Roversi, poeta e per una fase determinante collaboratore di Lucio Dalla. Il suo ultimo libro è Fiori del mare. Einaudi ha pubblicato la raccolta Trentennio. Versi scelti 1979-2009.

Claudio Damiani insegna latino in un liceo di Roma. È nato nel 1957 a San Giovanni Rotondo, Foggia, ma vive a Roma fin da bambino. Fazi ha pubblicato una sua antologia di Poesie curata dallo scrittore, e insegnante, Marco Lodoli. La prossima raccolta, Cieli celesti, uscirà a ottobre.

Andrea De Alberti esordirà con Einaudi con la raccola Dall’interno della specie. Si mantiene lavorando come oste all’Osteria alle carceri di Pavia, città dove è nato nel 1974.

Umberto Fiori – che è nato a Sarzana nel 1949 ma vive da sempre a Milano – negli anni Settanta è stato cantante e chitarrista degli Stormy Six, dopodiché si è messo a insegnare lettere in una scuola superiore, tenendo corsi anche all’Università Statale di Milano. Un’antologia delle sue Poesie è pubblicata da Mondadori. Con Marcos y Marcos ha pubblicato cinque libri tra cui Chiarimenti ed Esempi.

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è un’attrice di teatro. Ha fondato con Cesare Ronconi il Teatro Valdoca. Ha esordito nel 1992 con Crocetti – ma il libro, Antenata, non è più in stampa – e oggi pubblica con Einaudi. Vende piuttosto bene, anche grazie ai reading delle sue poesie.

Vivian Lamarque, il cui vero nome è Vivian Daisy Donata Provera Pellegrinelli Comba, è di origini valdesi ed è nata in provincia di Trento nel 1946. Si è trasferita presto a Milano, data in adozione a una famiglia in quanto illegittima. Ha incominciato a scrivere poesie dopo essere venuta a sapere dell’esistenza della madre naturale. Ha insegnato letteratura in licei privati e italiano agli stranieri, tradotto dal francese e collaborato con il Corriere della sera. Scrive anche libri per bambini. Una sua raccolta è pubblicata da Mondadori.

Franco Loi è nato a Genova nel 1930, ma da bambino si sposta a Milano per seguire il padre ferroviere. Ha incominciato come contabile allo scalo merci della stazione di Lambrate e, poi, fino al 1950, del Porto di Genova. Nel 1955 ha conosciuto Vittorio Sereni e ha iniziato a lavorare nell’ufficio stampa della Mondadori, lavoro che allora consisteva essenzialmente nel selezionare, ritagliare e archiviare articoli di giornali. Esordisce soltanto nel 1972 con la raccolta di poesie in dialetto I cart. L’antologia Poesie scelte 1973-2002 è pubblicata da Einaudi.

Giancarlo Majorino è nato a Milano nel 1928. Nel 1956 entra a lavorare in banca e tre anni dopo pubblica per Schwarz il suo primo libro – La capitale del nord –, vince un concorso di filosofia e inizia a insegnare nei licei, prima a Crema, poi all’Ottavo liceo scientifico, oggi Liceo Bottoni, di Milano. Dagli anni Novanta almeno fino al 2015 ha insegnato Estetica al Naba, la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Ha scritto moltissimo: alcune sue poesie sono raccolte nell’Autoantologia 1953-1999. L’ultima raccolta è Torme di tutto, pubblicata da Mondadori nel 2015.

Valerio Magrelli, Roma, 1957, è professore ordinario di Letteratura francese all’Università di Cassino e scrive su Repubblica. Ha iniziato a pubblicare poesia nel 1980 con Ora serrata retinae uscito per Feltrinelli, e ha diretto la collana di Einaudi Scrittori tradotti da scrittori.

Franco Marcoaldi, 1955, di Guidonia, vive ad Orbetello, in provincia di Grosseto. Il suo primo libro di poesie è A mosca cieca del 1992, l’ultimo Il mondo sia lodato del 2015. È inviato di Repubblica.

Roberto Mussapi, di Cuneo, 1952, vive a Milano. Per molti anni ha lavorato per Jaca Book come ufficio stampa e responsabile della collana I poeti. Ha tradotto molti grandi autori tra cui Coleridge, Herman Melville, Robert Louis Stevenson, François Villon, Patricia Highsmith. Lavora anche come lettore di poesia, sia in pubblico che per audiolibri (La grande poesia del mondo, Salani), e come conduttore di programmi di Radio Rai. Ha appena pubblicato con Mondadori la raccolta La piuma del Simorgh.

Giampiero Neri è lo pseudonimo di Giampietro Pontiggia, fratello dello scrittore Giuseppe Pontiggia. Nato a Erba nel 1927, a vent’anni viene assunto nella banca dove lavorava suo padre e lì rimane fino alla pensione. Esordisce nel 1976 con L’aspetto occidentale del vestito, uscito per Guanda. La sua ultima raccolta – Paesaggi inospiti – è stata pubblicata nel 2009 da Mondadori, che nel 2012 ha anche pubblicato il suo ultimo libro, un poemetto in prosa intitolato Il professor Fumagalli e altre figure.

Umberto Piersanti è nato nel 1941 a Urbino dove insegna Sociologia della letteratura e dove è ambientata tutta la sua opera. Ha scritto vari libri di poesia, oltre a saggi, romanzi, ha lavorato per la televisione e girato tre film sulle sue poesie. L’ultima raccolta è L’albero delle nebbie, pubblicata da Einaudi nel 2008.

Fabio Pusterla è svizzero di Mendrisio, dove è nato nel 1957. Insegna al Liceo Cantonale di Lugano e all’Università della svizzera italiana. Oltre all’insegnamento dirige la collana di poesia di Marcos y Marcos, editore per cui ha pubblicato sette libri. L’ultimo, Argéman, è uscito l’anno scorso.

Stefano Raimondi, nato a Milano nel 1964, lavora come editor nella casa editrice di filosofia Mimesis. È uno studioso di Vittorio Sereni. Il suo ultimo libro, uscito per Transeuropa, si intitola Per restare fedeli, il prossimo uscirà per Marcos y Marcos con il titolo Il cane di Giacometti.

Antonio Riccardi, nato a Parma nel 1962, è stato direttore della narrativa di Mondadori fino al 2015 e sta per fondare una nuova casa editrice, insieme all’ex amministratore delegato della Mondadori Riccardo Cavallero. Ha pubblicato tre libri di poesie: Il profitto domestico uscito per il Saggiatore nel 1996, Gli impianti del dovere e della guerra Aquarama e altre poesie d’amore, pubblicati da Garzanti nel 2004 e 2009. Vive a Sesto San Giovanni in provincia di Milano.

Davide Rondoni tiene corsi di poesia e letteratura in varie università, scrive su Avvenire e Il Sole 24 ore e da dieci anni conduce il programma di poesia Antivirus su TV2000, la televisione vaticana. La sua prima raccolta di una certa notorietà è Il bar del tempo pubblicata da Guanda nel 1999. È nato a Forlì nel 1964.

Francesco Scarabicchi è un poeta, traduttore e studioso di pittura nato ad Ancona nel 1951. Tra le sue raccolte L’esperienza della neve e L’ora felice, entrambe pubblicate da Donzelli.

Enrico Testa, genovese, 1956, è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Genova. Ha esordito nel 1988 con Le faticose attese (edito da San Marco dei Giustiniani) e pubblicato varie raccolte nella Serie Bianca di Einaudi, tra cui In controtempo (1994) e Ablativo (2013). Sempre per Einaudi ha scritto vari saggi sulla lingua italiana e la teoria della letteratura, e curato l’antologia Dopo la lirica. Poeti italiani 1960-2000 (2005). 

Patrizia Valduga ha tradotto John Donne, Mallarmé, Paul Valéry e il Riccardo III di Shakespeare, ha collaborato con vari giornali e  si occupa del fondo del poeta Giovanni Raboni, che fu suo compagno dal 1981fino alla morte, avvenuta nel 2004. Valduga ha curato e scritto la postfazione della raccolta degli Ultimi versi di Raboni. È nata a Castelfranco Veneto nel 1953. Medicamenta, il suo esordio, risale al 1982. Uscì nella collana i Quaderni della Fenice di Guanda, ma oggi è pubblicato da Einaudi.

Cesare Viviani, nato a Siena nel 1947, a 25 anni si trasferisce a Milano dove incomincia come giornalista per poi lavorare come psicologo e psicanalista nelle istituzioni pubbliche. Il suo primo libro L’ostrabismo cara uscì per Feltrinelli nel 1972. Le sue ultime raccolte sono pubblicate da Einaudi e Mondadori.