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Note sui romanzi con le note

Laurence Sterne, Vita e opinioni di Tristram Shandy gentiluomo, 1760-67

Il romanzo non aveva ancora una forma che già strabordava. Tristram Shandy è il primo in cui compaiono le note a piè di pagina per smascherare l’attendibilità del narratore e prendere in giro la pedanteria dei commentatori che si perdono in quisquilie, e scrivono senza arrivare mai al punto. Una delle note, scelta a caso, finisce così: «L’artificio è ingegnoso, ecc. ecc».

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Note sui romanzi con le note

Herman Melville, Moby Dick, 1851

Il romanzo tende a inglobare il mondo e a sfondare i confini della propria struttura. Moby Dick è un diario di bordo, un libro di avventure, un trattato di navigazione, un racconto biblico, un libro di orazioni, un bestiario di animali reali e mostruosi. Le note non sono tantissime. Una è un'invettiva contro gli orsi bianchi, a dimostrazione che Melville per quel colore aveva una specie di fobia.

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Note sui romanzi con le note

James Joyce, Finnegans Wake, 1939.

Nell’ultimo romanzo di James Joyce ogni grammatica narrativa è scomparsa: la punteggiatura, l’ortografia, la coerenza, la plausibilità, perfino la leggibilità. Resistono, però, le note. Nel capitolo II del Secondo libro, James Joyce le utilizza a margine e a pié pagina come coro dei tre fratelli Shem, Shaun e Issy. Quelle di Shem e Shaun stanno sui bordi del foglio, quelle in basso sono di Issy.

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Note sui romanzi con le note

Ernest Hemingway, Storia naturale dei defunti, 1933

Anche Hemingway, che non amava i fronzoli, ha usato una nota. Nel racconto Natural History of the Dead, uscito per la prima volta in Italia nei Quarantanove racconti (Mondadori,1947). Hemingway descrive i cadaveri delle sessanta operaie uccise da una bomba caduta il 7 giugno 1919 sulla fabbrica di munizioni Sutter & Thevenot di Castellazzo di Bollate. Nella nota Hemingway si scusa ironicamente con il lettore di avere fatto riferimento a una specie estinta: l’umanista.

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Note sui romanzi con le note

Jorge Luis Borges, Finzioni, 1935-1944

Le note possono essere usate come specchi deformanti per dare più credibilità alla finzione: citazioni di autori falsi che commentano libri immaginari. La nota 1 di Il giardino dei sentieri che si biforcano precisa: «Ipotesi odiosa e infondata. La spia prussiana Hans Rabener, alias, Viktor Runeberg aggredì con una pistola automatica il latore del mandato d’arresto, capitano Richard Madden. Questi, in propria difesa, gli cagionò ferite che ne determinarono la morte. [Nota dell’editore]».

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Note sui romanzi con le note

Alberto Arbasino, L’anonimo lombardo, 1957

Milano, 1953, alla Scala Maria Callas interpreta Medea. Uno studente incontra l'Amore. Il romanzo mischia tutte le scritture possibili, il romanzo epistolare, il melodramma, il saggio, la poesia, e naturalmente le note a piè di pagina, che sono 181 e cuciono la Milano in cui quell’amore va in scena con la letteratura.

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Note sui romanzi con le note

Vladimir Nabokov, Fuoco pallido, 1961

Fuoco pallido, terminato sei anni dopo Lolita, non è un romanzo, ma un poema di 999 versi di John Shade, poeta e professore al Wordsmith College inventato da Nabokov, a cui seguono 200 pagine di note, chiose accademiche, commenti pettegoli redatti da Charles Kinbote, amico altrettanto immaginario di Shade e visiting professor nella stessa università. Nabokov fa uso di note anche in Ada.

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Note sui romanzi con le note

J.D. Salinger, Franny e Zooey, 1961

In Franny e Zooey, precisamente in Zooey, c’è un’unica nota, che inizia così: «Le note a piè di pagina sono offese all’estetica, ma qui temo sia inevitabile farne una» («The aesthetic evil of a footnote seems in order just here, I’m afraid»).

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Note sui romanzi con le note

Flann O’Brien, Il terzo poliziotto, 1967

Nel romanzo – che nel suo parere di lettura Giorgio Manganelli definì: «Un libro amabile, inconsueto e ragionevolmente demente» – le note a piè di pagina commentano il pensiero di de Selby, un filosofo inventato da O'Brien, noto per le sue teorie esoteriche, non scientifiche. Le note sono numerose e si protraggono per più pagine, fino a oscurare la vicenda raccontata nel testo principale.

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Note sui romanzi con le note

James Graham Ballard, Appunti verso un collasso mentale, 1967

Notes Towards a Mental Breakdown è un racconto della raccolta del 1970 The Atrocity Exhibition. È composto da un’unica frase con note per ogni parola: «A1 discharged2 Broadmoor3 patient4 compiles5 Notes6 Towards7 a8 Mental9 Breakdown,10 recalling11 his12 wife’s13 murder14, his15 trial16 and17 exoneration18». In italiano si può trovare in Tutti i racconti 1969-1972, pubblicato da Fanucci.

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Note sui romanzi con le note

Mordechai Richler, La versione di Barney, 1997

La «versione di Barney» –  Barney Panosfky è un vecchio ebreo canadese che dopo una vita ragionevolmente dissoluta, si ammala del morbo di Alzheimer – si annoda alla versione del figlio, che di nota in nota, attraverso commenti puntuali e sempre più sarcastici, svela al lettore l’inattendibilità del racconto, del narratore e dei suoi ricordi.

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Note sui romanzi con le note

Manuel Puig, Il bacio della donna ragno, 1976

Un lungo dialogo in carcere tra due uomini attratti l’uno dall’altro: Luis Alberto Molina, omosessuale condannato a otto anni per corruzione di minorenne, e Valentìn Arregui Paz, in prigione per ragioni politiche. Le loro parole sono commentato da lunghe note che riportano teorie psicologiche sull’omosessualità.

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Note sui romanzi con le note

Georges Perec, La vita: istruzioni per l’uso, 1978

Il titolo è «romans», romanzi, al plurale, perché La vita istruzioni per l’uso di Perec è un catalogo letterario più che un romanzo, un puzzle composto di pezzi eterogenei, liste, dialoghi, racconti, descrizioni d’ambiente e note, che il protagonista vorrebbe mettere insieme, ma che insieme non potranno mai stare.

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Note sui romanzi con le note

David Foster Wallace, Infinite Jest, 1996

David Foster Wallace amava le note, che compaiono anche in Brevi interviste a uomini schifosi. Il suo romanzo più importante – pubblicato vent’anni fa – è un patchwork di temi, trattati, stili, digressioni, deviazioni e note a piè di pagina incastrate tra loro e con il testo principale. Una specie di romanzo esploso, che sopravvive come ammasso di appunti e, appunto, di note.

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Note sui romanzi con le note

David Foster Wallace, Infinite Jest, 2000

È forse il romanzo più pieno di note della storia, note concatenate, spezzate, che si impossessano del racconto principale e lo sostituiscono, rimandano l’una all’altra, o al testo principale, impaginate in orizzontale, in verticale, di sbieco, o si specchiano l’una nell’altra, note che hanno colori diverse, così lavorate graficamente e tipograficamente da rendere troppo costosa qualsiasi traduzione, e da ingenerare il sospetto di un disperato tentativo della carta di fare a gara con gli ipertesti digitali.

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980