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  • Mercoledì 24 febbraio 2016

Cambiate sempre le batterie del vostro dirigibile

È stato scoperto il motivo per cui qualche mese fa un aerostato dell'esercito americano ha fatto diversi danni volando incontrollato per 160 chilometri

di Andrea Peterson – Washington Post

Il dirigibile senza pilota sorvola un'area a sud di Millville, in Pennsylvania, il 28 ottobre 2015 (Jimmy May/Bloomsburg Press Enterprise via AP)
Il dirigibile senza pilota sorvola un'area a sud di Millville, in Pennsylvania, il 28 ottobre 2015 (Jimmy May/Bloomsburg Press Enterprise via AP)

Lo scorso autunno le forze armate degli Stati Uniti hanno perso il controllo di un dirigibile di sorveglianza senza pilota. Il dirigibile si è sganciato dal suo attracco nello stato del Maryland e ha sorvolato la Pennsylvania per oltre 160 chilometri, causando parecchi danni: un cavo rimasto attaccato al dirigibile ha abbattuto alcuni tralicci della corrente, lasciando al buio decine di migliaia di persone. I centralini di emergenza sono stati coperti di telefonate, le lezioni universitarie sono state cancellate e sono stati addirittura impiegati dei jet da combattimento per rintracciare il dirigibile. Il caos sarebbe potuto essere evitato se sul dirigibile fosse stata eseguita una semplice manutenzione: secondo il Los Angeles Times nessuno si era premurato di ricaricare le batterie necessarie per alimentare il dispositivo di sgonfiamento automatico del dirigibile.

Il dirigibile sarebbe dovuto rimanere fermo, ancorato a terra da un cavo che trasferiva anche elettricità e dati. Il dirigibile – tecnicamente un “aerostato”, in grado di raggiungere oltre tremila metri di altitudine – era parte di programma di test chiamato JLENS, ideato per facilitare l’avvistamento di oggetti come missili nemici e droni. Ancora prima dell’incidente il programma aveva già sollevato dei dubbi sulle conseguenze dell’uso di tecnologie concepite per il campo da battaglia all’interno dei confini nazionali. Nonostante un investimento da 2,7 miliardi di dollari, inoltre,il programma JLENS aveva difficoltà a rilevare oggetti volanti sospetti, e prima dell’incidente l’esistenza del programma non era di dominio pubblico.

Stando a un’indagine del Pentagono, il disastro è stato provocato da diversi fattori. Innanzitutto, il dispositivo per la misurazione della pressione all’interno del dirigibile non ha funzionato correttamente: a causa di un malfunzionamento le ventole che si sarebbero dovute attivare con il cambiamento delle condizioni atmosferiche non hanno funzionato, e la pressione nel dirigibile è diminuita, ha raccontato il Los Angeles Times citando fonti anonime che hanno visionato il rapporto del Pentagono. Delle forti correnti di vento hanno poi spinto il dirigibile in posizione verticale e deformato le alette di coda, destabilizzandolo ed esercitando sul cavo di ancoraggio una pressione maggiore di quella che poteva sostenere. Il dirigibile era dotato di un dispositivo che avrebbe dovuto sgonfiarlo e riportarlo a terra nel raggio di circa 3 chilometri, il che avrebbe limitato molti dei danni e evitato i titoli increduli sui giornali dei giorni seguenti. Nessuno tuttavia aveva inserito le batterie che in casi come questi sarebbero state attivate come alimentazione di riserva. «L’assenza di batterie ha impedito al dispositivo automatico di sgonfiamento rapido di attivarsi», ha raccontato al Los Angeles Times Michael Kucharek, portavoce del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America e del Comando Settentrionale degli Stati Uniti. La morale della storia quindi potrebbe essere: assicuratevi sempre di avere un’opzione di riserva, soprattutto se siete i responsabili di un programma il cui malfunzionamento potrebbe sembrare un’imbarazzante metafora delle incontrollate spese militari gonfiate.

© 2016 – Washington Post