Contro San Valentino

Storie di insofferenze e ribellioni creative alla giornata dei regali discutibili e del romanticismo forzato

di Ellen McCarthy - Washington Post

Il balcone di Giulietta e Romeo a Verona. (ANSA)
Il balcone di Giulietta e Romeo a Verona. (ANSA)

Questo articolo è stato scritto da Ellen McCarthy e pubblicato sul Washington Post il 13 febbraio del 2015. Ma sì, arriverà un San Valentino anche quest’anno e tra pochi giorni: per cui vale la pena leggerlo di nuovo.

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È San Valentino! Tirate fuori i fiori, gli orsacchiotti di peluche, i cioccolatini a forma di cuore e addobbate i negozi di rosa e di rosso. È il momento di lucrare sui menù a prezzo fisso, i bigliettini d’auguri e le aspettative esagerate di giovani innamorati che non aspettano altro che una proposta di matrimonio, con tanto di diamante. Oppure – come suggerirebbe una sparuta ma agguerrita minoranza – potremmo semplicemente farne a meno. E fare altro, cancellando del tutto la festa. O perlomeno imporre dei limiti di età: permettiamo di festeggiarlo fino alla quarta elementare e – per gli irriducibili – dai sessant’anni in su. Mentre il resto di noi salta San Valentino.

«Quando eravamo piccoli, era bello. Ma nel corso degli anni ha iniziato a non piacermi più», dice Jay Cataldo, un “life e dating coach” (una sorta di consulente che fornisce consigli per migliorare la propria vita e l’approccio sentimentale) di New York, che da anni si batte contro San Valentino: «Nelle relazioni fa più danni che bene, dal mio punto di vista». Per chi ha un partner, San Valentino può diventare un’accozzaglia di speranze disattese e una scusa per non essere romantici gli altri 364 giorni dell’anno, ha aggiunto Cataldo. «Se invece sei da solo, sei costretto a vedere le coppiette in giro e i fiori che vengono consegnati in ufficio a tutte le colleghe. Ti fa stare male con te stesso, e diventa una specie di gara». Dean Obeidallah, comico e conduttore radiofonico americano, è d’accordo: «È la pressione che ci mette addosso a infastidirmi. Le pubblicità e i giri per negozi: arrivi a pensare che se non ci caschi, allora non sei romantico, e non tieni alla persona con cui stai». Obeidallah suggerisce di cambiare la tradizione: «Le persone che hanno una relazione dovrebbero fare regali ai single: un pensiero per farli felici e non far pesare la giornata».

Per Zena Polin, una ristoratrice single, San Valentino è doppiamente terribile. Ancora di più quest’anno, visto che cade di sabato. A San Valentino i clienti del suo ristorante – il Daily Dish di Silver Spring, in Maryland – tendono a essere piuttosto esigenti. Ed è come uno schiaffo su una faccia già scottata. «È febbraio, fa freddo e non stai uscendo con nessuno. Probabilmente hai raggiunto il massimo del tuo peso e sono mesi che non esci», ha detto Polin. Poi arriva San Valentino con la sua sfilata di coppie (apparentemente) felici, mentre i single rimangono in un angolo. Per combattere il clima di esagerazione intorno alla festa, tre anni fa Polin ha iniziato a proporre un “menù anti-San Valentino”, che quest’anno offre piatti come un tagliere di formaggi che si chiama “Love stinks” (letteralmente: l’amore puzza) e “Consapevolmente single”, un hamburger vegano servito con costolette di manzo. «Avremo donne single, un prete e dei divorziati. Di solito non accettiamo prenotazioni, ma ieri una persona ha chiamato e mi ha detto: “Vengo per il “Love stinks”, sarò lì alle otto”», ha raccontato Polin. Il sito “Ban Valentine’s Day” (Aboliamo San Valentino)  – “Perché è la prostituta di tutte le feste” – invece consente ai lettori di pubblicare le ragioni per cui si sbarazzerebbero della festa, e vende felpe con cappuccio che sostengono la causa. Sul sito si possono leggere frasi come «Non ho bisogno che mi si ricordi che morirò triste e solo», o «Si può amare una persona ogni giorno». La settimana scorsa il comico americano Jim Gaffigan – nel suo programma CBS Morning Show – ha supplicato di cancellare San Valentino. «Chi era questo San Valentino, comunque?», si è chiesto Gaffigan durante il programma, «Suppongo sia il santo patrono dei regali brutti, perché è così che dimostriamo il nostro amore a San Valentino».

Karen Lange, co-fondatrice e direttrice artistica di Pinky Swear Productions, una compagnia teatrale femminile di Washington, ha scoperto che la maggior parte dei membri della sua compagnia definisce San Valentino “una festa commerciale farlocca”. Dopo aver scoperto che quest’anno San Valentino sarà preceduto da un venerdì 13 (che per gli americani è l’equivalente del nostro venerdì 17), il gruppo metterà in scena “My bloody Valentine” (Il mio San Valentino del cavolo), uno spettacolo che parla di terribili rotture e in cui vengono letti scambi di email finiti malissimo tratti da siti di appuntamenti. «Lo consideriamo come un antidoto ai cioccolatini, le cene fuori la sera più costosa dell’anno, e la pressione incredibile per fare felice il proprio compagno», ha detto Lange.

Deborah Carr, sociologa della Rutgers University che si occupa di relazioni, capisce il motivo per cui le persone potrebbero essere infastidite da San Valentino: «La festa è un tentativo per far credere alle persone di non essere all’altezza di un certo standard di romanticismo». Anche chi ha un partner spesso si sente «deluso, perché crede di non essere stato festeggiato a dovere. È una gara a perdere per chiunque non abbia un ristorante o produca bigliettini». Secondo Carr, l’avvento dei social media – piattaforme dove «contano solo le apparenze, e nessuno pubblica foto in cui si è venuti male, o regali brutti comprati in un centro commerciale» – ha peggiorato le cose.

Scott Manning, un grafico di Manchester, in New Hampshire, invece non riesce a sopportare il fiume di post su Facebook. Qualche anno fa si era lasciato con la compagna poco prima di San Valentino, quando su Facebook il suo diario è stato invaso da foto di mazzi di fiori e dichiarazioni pubbliche di amore eterno. «Li vedi in continuazione, soprattutto su Facebook», ha detto. Manning ha deciso di reagire e creare su Facebook, un po’ per scherzo, la pagina “Petizione per abolire San Valentino“, che in questo periodo dell’anno registra un picco di traffico grazie alle persone che postano invettive e bigliettini di auguri ironici. Le reazioni all’iniziativa sono state contrastanti: alcune persone scrivono a Manning chiedendo come fare per portare il movimento in strada, mentre altri si arrabbiano molto per le critiche a un’occasione così felice. A Manning però non importa: finché la pagina sarà di conforto a qualcuno, rimarrà online. Quest’anno però Manning se l’è dovuta vedere con un nuovo dilemma: sabato ha dato appuntamento alla donna che frequenta da un po’ di tempo, prima di realizzare che fosse San Valentino. I due hanno deciso di cancellare l’appuntamento, e Manning festeggerà la ricorrenza nel modo a lui più congeniale: «Credo che starò a casa, a guardare film horror», ha detto.

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