Cosa succede a Renault

Saranno richiamate altre 15 mila auto non ancora vendute per un problema al filtraggio delle emissioni inquinanti, ma è una storia diversa da Volkswagen

(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)
(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)

Martedì 19 gennaio, parlando alla radio francese Rtl, la ministra francese dell’Ecologia, Ségolène Royal, ha annunciato che Renault richiamerà 15 mila auto non ancora vendute per una verifica e una corretta regolazione dei livelli delle emissioni e del sistema di filtraggio. La decisione è legata al superamento dei valori di CO2 e ossido di azoto di alcuni motori Renault, alle perquisizioni della polizia effettuate qualche giorno fa in diversi uffici della società a Parigi e del suo conseguente crollo in borsa. «I test non sono stati sufficienti», ha detto la ministra: ha detto che dovranno riguardare le emissioni quando la temperatura ambientale è molto alta o sotto i 17 gradi, perché in quelle condizioni l’impianto di filtraggio degli scarichi non lavora più. Royal ha anche ribadito la sua determinazione a «proteggere i francesi dall’inquinamento atmosferico».

Renault ha confermato le parole di Ségolène Royal, ma ha specificato che il richiamo dei 15 mila veicoli era già iniziato lo scorso novembre, dopo la scoperta nel luglio del 2015 di una serie di errori nei parametri delle misurazioni. Gli errori erano stati corretti a settembre e i richiami, tuttora in corso, erano cominciati poco dopo. La casa costruttrice ha anche precisato che il problema del sistema di controllo dell’inquinamento riguarda solo la versione 110 CV del modello Captur commercializzato in Francia e in Europa, e che in base a una stima i veicoli coinvolti potrebbero essere 700 mila. I proprietari di queste auto già in circolazione potranno chiedere dal prossimo luglio, se necessario, un intervento di messa a punto gratuito.

Dopo lo scandalo sui motori truccati che ha coinvolto Volkswagen nel settembre del 2015, il governo francese aveva avviato una serie di test casuali su alcuni veicoli diesel per verificarne le emissioni, affidandoli a una commissione indipendente. Nei primi test sui veicoli Renault e di altri costruttori stranieri, ancora non meglio identificati, era stato rilevato «uno sforamento dei limiti» delle emissioni di CO2 e ossido di azoto, ma non si trattava di software manomessi come quelli di Volkswagen. Il quotidiano francese Les Echos scrive che tra le marche interessate dai test c’erano, oltre a Renault, anche Volkswagen, Mercedes, Ford, Opel, Toyota e BMW. Gli sforamenti di Renault erano particolarmente elevati, fino a 10 volte oltre i limiti. A metà gennaio la polizia francese aveva perquisito diversi uffici della Renault a Parigi e ieri, lunedì 18 gennaio, alcuni suoi rappresentanti hanno partecipato a un’audizione con la commissione indipendente incaricata di verificare il rispetto delle norme in materia ambientale.

Insieme al lavoro del governo francese, nelle scorse settimane erano stati condotti dei test anche da una organizzazione non governativa tedesca che avevano messo in dubbio la regolarità dei valori di emissione di alcuni motori Renault, tra cui quello della nuova Renault Espace. Nel dicembre del 2015 il test era stato però contestato da Renault perché condotto con procedure diverse da quelle previste in sede di omologazione. Renault aveva comunque annunciato che avrebbe investito 50 milioni di euro per ridurre il divario tra le emissioni delle proprie vetture in condizioni di omologazione e in situazioni reali; dopo l’incontro con il comitato tecnico ha detto che presenterà entro la fine di marzo una serie di misure per migliorare il sistema dei controlli sull’inquinamento che dovrebbero diventare effettive dal prossimo luglio.

Ségolène Royal ha comunque elogiato la «trasparenza» del gruppo e ha ribadito un invito a «continuare ad acquistare automobili di Renault». Ha anche aggiunto che gli altri produttori coinvolti nel superamento delle emissioni, e di cui non ha fatto il nome, dovranno rispondere molto presto alle domande del comitato indipendente come ha fatto Renault. Les Echos dice che il prossimo incontro davanti alla commissione si svolgerà il 28 gennaio e che saranno coinvolte Opel e Mercedes.