(Chung Sung-Jun/Getty Images)

Le maschere delle proteste in Corea del Sud

La presidente ha detto che chi protesta contro il governo indossando una maschera verrà considerato un terrorista: è finita come potete immaginare

Decine di migliaia di persone mascherate hanno manifestato a Seul, in Corea del Sud, contro una riforma del lavoro e dell’educazione proposta dal governo. I manifestanti si sono coperti il volto con maschere piuttosto bizzarre, in segno di protesta: dopo gli scontri tra manifestanti e polizia dello scorso 14 novembre – avvenuti durante una manifestazione organizzata per gli stessi motivi di quella più recente – la presidente sudcoreana Park Geun Hye aveva detto che chiunque avesse nascosto il volto durante una manifestazione sarebbe stato considerato un terrorista, al pari dell’ISIS.

La protesta di sabato è stata pacifica e i manifestanti hanno cantato slogan contro la presidente e ne hanno chiesto le dimissioni. I manifestanti protestano in particolare contro la riforma del lavoro, che renderà più semplici i licenziamenti e che abbasserà il salario dei dipendenti con più esperienza, e contro quella dell’istruzione, che prevede di sostituire i testi di storia privati con quelli approvati dal governo. Secondo i manifestanti si tratta di un tentativo di eliminare dal curriculum scolastico le critiche al periodo della dittatura militare, durato nel paese fino agli anni Ottanta. Secondo alcuni sondaggi, però, circa il 70 per cento dei sudcoreani appoggia le nuove riforme. Soltanto il 32 per cento è contrario al divieto di manifestare mascherati.

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