Robin Williams aveva una malattia neurodegenerativa

Gli restavano al massimo tre anni da vivere, ha raccontato la moglie Susan Williams nelle prime interviste dopo la morte dell'attore

(Photo by Peter Kramer/Getty Images)
(Photo by Peter Kramer/Getty Images)

L’11 agosto 2014 il popolare attore statunitense Robin Williams si è suicidato nella sua casa di Tiburon, in California. Negli ultimi giorni la moglie di Williams, Susan Williams, ha dato alcune interviste – le prime dalla morte del marito – in cui dice che non era stata la depressione a spingerlo a suicidarsi, come era stato scritto da molti giornali nei giorni successivi alla morte. Susan Williams ha raccontato che suo marito era affetto dalla demenza da corpi di Lewy: una malattia neurodegenerativa strettamente correlata con il morbo di Parkinson, che gli era stato diagnosticato tre mesi prima della morte. La demenza da corpi di Lewy è la seconda forma di demenza più diffusa dopo il morbo di Alzheimer.

Nelle interviste la moglie ha confermato che Robin Williams, che aveva avuto problemi di dipendenza da alcol e droga nella sua vita, non faceva uso di queste sostanze da almeno 8 anni. Ha detto che la malattia lo aveva portato a soffrire di paranoia, allucinazioni e difficoltà motorie, e nell’ultimo mese i sintomi erano molto peggiorati: «avrebbe potuto vivere altri tre anni nel migliore dei casi, e sarebbero stati anni molto duri». Robin Williams non le aveva mai parlato della possibilità di suicidarsi, ha detto.