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L’uomo che aiuta le donne yazide a scappare dall’ISIS

Khalil al Dakhi nella sua città nel nord dell'Iraq, otto mesi dopo l'attacco dell'ISIS. Dakhi spiega che non è rimasto più nessuno in città: l'ISIS ha massacrato gli uomini e rapito centinaia di donne e bambini. (

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L’uomo che aiuta le donne yazide a scappare dall’ISIS

«Potrebbero essere tenuti in ostaggio dall'ISIS», dice Khalil al Dakhi indicando le persone mostrate nelle fotografie in uno studio fotografico della sua città nel nord dell'Iraq, attaccata dall'ISIS la scorsa estate. (

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Khalil al Dakhi mostra un video girato da alcuni miliziani dell'ISIS mentre discutono e ridono sulla possibilità di comprare delle donne al mercato delle schiave. (

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«Per favore, per favore tirateci fuori da questa casa in Siria», dice una donna yazida che è riuscita a contattare il gruppo di Dakhi attraverso un cellulare sicuro. (

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Khalil al Dakhi. (

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«Sappiamo che quelli dell'ISIS sono persone senza Dio», dice una famiglia che ha contattato il gruppo di Dakhi per aiutare alcuni famigliari a scappare dai territori controllati dallo Stato Islamico. (

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«Rimaniamo in contatto, passateci qualsiasi informazioni avrete», dice Khalil al Dakhi ad alcuni uomini di un campo profughi dove si sono rifugiati molti yazidi scappati dalle loro case per gli attacchi dell'ISIS. (

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«Due delle mie figlie sono state rapite», dice una donna yazida a Khalil al Dakhi in un campo profughi. (

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Una giovane donna yazida di 21 anni insieme ai suoi due figli, dopo essere riuscita a scappare dall'ISIS. La donna chiede a sua figlia: «Cosa faceva l'ISIS? Mostramelo». Nella scena successiva la bambina si porta la mano verso il collo e fa il gesto di tagliare la testa. (

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«Oggi ha avuto cinque attacchi di questo tipo», dice una donna riferendosi agli attacchi di panico avuti da una ragazza yazida di 21 anni che è rimasta ostaggio dell'ISIS per un certo periodo, prima di riuscire a scappare. La donna ha raccontato di uno stupro compiuto da un miliziano dell'ISIS su una bambina di nove anni. (

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Khalil al Dakhi tiene in mano delle schede di donne e bambini yazidi tenuti in ostaggio dall'ISIS: il gruppo di Dakhi cerca di raccogliere tutte le informazioni possibili, compresa la localizzazione degli ostaggi, e quando possibile avvia l'operazione di salvataggio. (

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Abu Mohammed è un attivista siriano di 26 anni che entra periodicamente nei territori controllati dall'ISIS per fare dei video da diffondere poi all'esterno. La sua vera identità non è stata svelata, per ragioni di sicurezza. (

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Abu Mohammed a un checkpoint dell'ISIS mentre cerca di entrare nei territori del Califfato Islamico: un miliziano dell'ISIS fa domande sull'autenticità del suo documento d'identità, dicendo che «è falso». Alla fine Mihammed riesce comunque a passare. (

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Un fermo immagine di un video girato dal gruppo di Abu Mohammed a Raqqa, la capitale del Califfato Islamico. (

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Un attivista del gruppo di Abu Mohammed che è stato scoperto, condannato e ucciso dall'ISIS dopo che sono stati trovati dei video sul suo cellulare. (

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Le donne nel Califfato Islamico devono indossare due veli e i guanti neri. Si devono coprire integralmente, secondo l'interpretazione dell'Islam più rigida prevista in un paese musulmano. (

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Muna, una donna siriana con un buon livello di istruzione scappata da Raqqa dopo che la città è stata conquistata dall'ISIS. Muna racconta: «A Raqqa avevamo scuole e università. Non c’erano problemi, i rapporti tra ragazzi e ragazze erano normali. Oggi Raqqa è diventata la capitale del terrore nel mondo». (

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L’uomo che aiuta le donne yazide a scappare dall’ISIS

Anche i foreign fighters che si sono uniti all'ISIS hanno adottato lo stesso atteggiamento dei miliziani siriani e iracheni dell'ISIS riguardo gli yazidi. In questo video un foreign fighter dice, ridendo: «Abbiamo i loro bambini e le loro donne». (

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Una donna che è riuscita a scappare dall'ISIS incontra Khalil al Dakhi: la sua testimonianza serve al gruppo di Dakhi per scoprire dove era tenuta prigioniera, per avviare un'operazione che possa aiutare altri yazidi a scappare. La donna racconta la sua esperienza a Dakhi e dice: «Loro ci hanno detto, "Noi vi sposeremo tutte"». (

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Khalil al Dakhi parla al telefono con una donna che è riuscita a contattare il suo gruppo e che sta cercando di far scappare alcuni membri della sua famiglia da una casa dell'ISIS. Dakhi le dice: «Abbiamo fallito una volta perché i bambini hanno cominciato a piangere», prima che cada la linea. (

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Amal ha 18 anni ed è stata stuprata per tutta una notte da un comandante dell'ISIS e da altre sei guardie. Poi è stata stuprata da altri 12 uomini: «Mi hanno fatto di tutto e per questo sento ancora molto dolore». (

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I famigliari di Faisal, un uomo yazida che ha chiesto aiuto a Khalil al Dakhi, arrivano a una postazione di soldati curdi vicino al fronte di combattimento con l'ISIS. I famigliari di Faisal hanno camminato per due giorni per riuscire a fuggire dall'ISIS. (

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«Che Dio vi benedica», dice la madre di Faisal – un uomo yazida che si è rivolto a Khalil al Dakhi per liberare i suoi famigliari – dopo essere uscita dal territorio del Califfato Islamico. (

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«Vi benedico tutti. Grazie, mi avete davvero aiutato», dice Faisal al gruppo di Khalil al Dakhi dopo che la sua famiglia è riuscita a scappare dall'ISIS. (

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980