La multa da 5,8 miliardi di dollari alle banche

Cinque delle più grandi banche al mondo si sono dichiarate colpevoli per avere manipolato i cambi delle valute e hanno patteggiato con il governo statunitense

La sede di Barclays a Londra, Regno Unito (Matt Cardy/Getty Images)
La sede di Barclays a Londra, Regno Unito (Matt Cardy/Getty Images)

Sei tra le più grandi banche al mondo pagheranno una multa da 5,8 miliardi di dollari al governo degli Stati Uniti per avere manipolato il mercato dei cambi (FOREX), quello dove si scambiano le valute dei diversi paesi, per esempio euro-dollaro. Le banche Citigroup, JPMorgan Chase, Barclays e Royal Bank of Scotland hanno accettato di dichiararsi colpevoli per avere collaborato al sistema per manipolare il prezzo di dollari ed euro, evitando in questo modo che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti procedesse con ulteriori sanzioni e indagini nei loro confronti. La banca svizzera UBS, invece, si è solo dichiarata colpevole per un’indagine parallela legata alla manipolazione dei tassi di interesse: ha potuto evitare la dichiarazione di colpevolezza sui cambi grazie al fatto di essere stata la prima a denunciare il meccanismo della manipolazione, messa in evidenza per la prima volta nel 2013 da un’inchiesta giornalistica di Bloomberg. È stata multata anche Bank of America.

FOREX
Il “foreign exchange market” (FOREX) è il più grande mercato del mondo per quanto riguarda il valore delle transazioni e viene utilizzato per lo scambio di una valuta in un’altra. Dato che non esiste l’equivalente di una borsa per le valute, queste sono scambiate continuamente sul mercato e a coppie; tra le più conosciute ci sono: euro-dollaro, dollaro-yen, sterlina inglese-dollaro. È un mercato fondamentale, perché a seconda della richiesta di una valuta rispetto a un’altra cambia il costo stesso della valuta, cosa che ha ripercussioni importanti soprattutto per le aziende che esportano e importano beni.

Manipolazione
Semplificando molto, gli operatori delle banche che si sono dichiarate colpevoli coordinavano le loro attività nei momenti della giornata in cui vengono eseguiti aggiustamenti sui tassi di cambio. Per farlo si sentivano in chat collettive dove discutevano le loro attività di cambio in relazione alle richieste dei loro clienti, il tutto nell’imminenza del momento in cui venivano impostati i tassi. “Mettendosi d’accordo sul comprare o meno in un certo momento, gli operatori delle banche si tutelavano a vicenda tenendo sotto controllo offerta e domanda di una data valuta, di fatto eliminando la concorrenza diretta nel mercato dei cambi”, si legge nel comunicato del governo statunitense.

Multe
Per le loro attività le banche coinvolte hanno concordato il pagamento di multe piuttosto care, ma comunque distanti dalle quantità di affari che secondo diversi analisti sono riuscite a fare nel periodo in cui manipolavano i tassi. Citigroup pagherà una multa da 925 milioni di dollari, Barclays ne pagherà una da 650 milioni, mentre per JPMorgan e per Royal Bank of Scotland sono state annunciate sanzioni rispettivamente da 550 milioni di dollari e da 395 milioni. UBS se l’è cavata con una multa da 203 milioni di dollari per una vicenda collegata però al Libor, uno dei tassi di riferimento dei mercati finanziari, già al centro di altre inchieste qualche anno fa. Bank fo America è stata multata per 205 milioni di dollari.