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20 gran foto di scienza
Menzione speciale
L’utero di una cavalla con il feto ancora collegato dal cordone ombelicale.
(Royal Veterinary College. Wellcome Images)
Menzione speciale
L’utero di una cavalla con il feto ancora collegato dal cordone ombelicale.
(Royal Veterinary College. Wellcome Images)
Il reticolo di una capra: è il più piccolo dei tre prestomaci dei ruminanti e deve il suo nome alle caratteristiche della sua superficie interna, che ricorda quella di un favo con diverse cellette. In alto nella foto è visibile la parte finale dell’esofago.
(Royal Veterinary College. Wellcome Images)
Un manichino anatomico del Trinity College di Dublino, Irlanda, fotografato poco prima di essere buttato. Il fotografo ha giocato molto con le luci e l’inclinazione del modello, per dare l’idea che si stia godendo il meritato riposo dopo anni di suo utilizzo nelle aule per spiegare agli studenti l’anatomia del corpo umano.
(Anthony Edwards. Wellcome Images)
Polmoni umani all’interno della cassa toracica, in una riproduzione in resina stampata in 3D, visti dal lato della colonna vertebrale. La stampa tridimensionale è stata realizzata utilizzando i dati in 2D ottenuti da una tomografia assiale computerizzata (TAC).
(Dave Farnham. Wellcome Images)
Pollini rilasciati dall’antera (la parte terminale dello stame, la parte fertile maschile) di una pianta appartenente alla famiglia delle asteracee. Trasferendosi da un fiore all’altro, attraverso il vento o sfruttando un passaggio dagli insetti che se ne nutrono, i pollini fecondano i gameti femminili. Tra le piante che fanno parte delle asteracee ci sono il girasole, la camomilla comune e l’arnica.
(Maurizio De Angelis. Wellcome Images)
La testa di un coleottero della specie Anthonomus grandis, che vive e si riproduce sulle piante del cotone. È un insetto infestante che causa gravi danni ai raccolti. L’immagine è estremamente ingrandita e corrisponde, in larghezza, a 4,1 millimetri.
(Daniel Kariko. Wellcome Images)
Una lingua di gatto vista al microscopio, da un vetrino facente parte di una collezione realizzata tra il 1870 e il 1905. Sul bordo sono visibili le papille gustative, che danno la ruvidezza alla superficie.
(David Linstead. Wellcome Images)
Una ricostruzione in 3D al computer del teschio e degli arti anteriori di un tuatara (sfenodonte). Si stima che siano i rettili viventi più antichi, coetanei dei dinosauri. Sono endemici di alcune isole al largo della Nuova Zelanda.
(Sophie Regnault. Wellcome Images)
La sezione di un cervello di ratto. L’immagine è stata ottenuta trattando il tessuto cerebrale per renderlo semitrasparente e mettere in questo modo in evidenza alcune strutture neuronali. I colori freddi indicano le strutture più in profondità, quelle calde le strutture più superficiali.
(Luis de la Torre-Ubieta, Geschwind Laborat)
Immagine al microscopio elettronico della struttura neuronale delle cellule del Purkinje, che si trovano nella corteccia cerbellare e che servono per regolare i movimenti coordinati e più complessi. L’immagine è stata realizzata utilizzando un campione ottenuto da un ratto.
(Prof. M. Hausser / UCL. Wellcome Images)
Metaboliti in una cellula di rene di topo. I metaboliti sono prodotti del metabolismo di una cellula e derivano dalle reazioni chimiche che avvengono al suo interno.
(Jefferson R. Brown, University of Utah. We)
Immagine al microscopio elettronico di una cellula astrocita, che si trova nel sistema nervoso centrale, resa in verde mentre interagisce con un nanotubo di carbonio (marrone). Queste strutture sono studiate da tempo e si pensa che possano essere usate per portare dosi di farmaci estremamente mirati nelle cellule degli organismi.
(Dr Khuloud T. Al-Jamal. Wellcome Images)
Immagine al microscopio a contrasto interferenziale di una vespa della specie Wallaceaphytis kikiae vista dall’alto. Fa parte della famiglia degli afelinidi (Aphelinidae), cui molto esemplari sono utilizzati per la “lotta biologica”, per contrastare quindi la diffusione di particolari parassiti soprattutto in ambito agricolo.
(Andrew Polaszek, Natural History Museum. W)
Immagine al microscopio elettronico dell’occhio di un afide, la protuberanza visibile in alto a sinistra è un tubercolo oculare dotato di tre cristallini, che permettono all’insetto di vedere più accuratamente intorno a sé.
(Kevin Mackenzie, University of Aberdeen. W)
Ricostruzione di parte del sistema nervoso di una larva di moscerino della frutta (Drosophila melanogaster). La struttura è stata resa al computer sulla base dei dai ottenuti con una serie di scansioni delle terminazioni nervose addominali della larva.
(Albert Cardona, HHMI Janelia Research Camp)
Dettagli di una sezione di cervello umano ottenuta attraverso una risonanza magnetica, che in questo caso ha tenuto traccia degli spostamenti delle molecole d’acqua all’interno dei tessuti. Questa tecnica è utilizzata soprattutto per realizzare mappe del cervello utili a fini didattici più che con scopi diagnostici.
(Dr Flavio Dell'Acqua. Wellcome Images)
Immagine ottenuta al microscopio confocale dei polmoni di un topo, nei quali sono state inserite microparticelle, colorate in rosso e rosa. L’immagine è stata realizzata una settimana dopo la somministrazione della sostanza, che ha quindi lasciato le proprie tracce in diversi punti dei polmoni. Con questo sistema si può capire come circola una sostanza all’interno degli organi, cosa importante per studiare nuovi sistemi per somministrare terapie estremamente mirate solo nei tessuti interessati da una particolare patologia, come i tumori.
(Gregory Szeto, Adelaide Tovar, Jeffrey Wyc)
Un paziente con cifosi, cioè una curvatura anomala ed eccessivamente accentuata della colonna vertebrale, comunemente detta “gobba”.
(Wellcome Photo Library. Wellcome Images)
Una “unità multisensoriale interattiva” utilizzata negli ospedali per distrarre i bambini impegnati nelle terapie mediche. La struttura è alta circa un metro e mezzo e comprende tubi, luci in fibra ottica, specchi e può produrre suoni.
(Wellcome Images. Wellcome Images)
Immagine al microscopio di una cellula Natural Killer (Linfocita NK) mentre inizia ad attaccare una cellula riconosciuta come pericolosa per l’organismo. I linfociti di questo tipo hanno un ruolo importante nel riconoscere e distruggere le cellule infette da virus o quelle tumorali.
(Gillian Griffiths. Wellcome Images)