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  • Martedì 17 marzo 2015

Il tragitto ideale per un viaggio on-the-road negli Stati Uniti

Un informatico americano ha calcolato il percorso migliore per visitare le 50 mete più importanti, una per stato, con un viaggio di 22mila chilometri

scattata il 26 aprile 2011 nella Monument Valley ( Moyan Brenn - Flickr . www.flickr.com/photos/aigle_dore/ )
scattata il 26 aprile 2011 nella Monument Valley ( Moyan Brenn - Flickr . www.flickr.com/photos/aigle_dore/ )

Randy Olson è un informatico americano con una passione, il “data thinkering”: la soluzione di problemi quotidiani di varia natura attraverso l’analisi dei dati e la creazione di algoritmi specifici. Su suggerimento di Tracy Stadter, direttore di Discovery News, l’8 marzo Olsen ha pubblicato un articolo – poi ripreso da Know More, un blog del Washington Post – in cui proponeva “il tragitto ideale per un viaggio on-the-road negli Stati Uniti”.

Olson aveva attirato l’attenzione di Stadter proponendo sul suo blog un efficace e scientifico metodo per trovare Waldo, il famoso protagonista – con maglietta e cappellino a righe bianche e rosse – delle affollatissime illustrazioni nei libri per bambini di Martin Handford. Attirata dal procedimento e dai risultati ottenuti nello scovare Waldo, Stadter si è messa in contatto con Olsen proponendogli tre condizioni:

– Il viaggio doveva essere interamente fatto in automobile, senza mai uscire dal confine degli Stati Uniti.

– Le tappe del viaggio dovevano coincidere con luoghi di alta rilevanza naturale, storica o artistica.

– L’itinerario doveva prevedere almeno una meta in ognuno dei 48 Stati Uniti continentali (sono esclusi Alaska e Hawaii).

Dopo aver ottenuto da Stadter l’elenco dei 50 punti da toccare (uno per ogni stato, con l’eccezione di due mete in California e una nel distretto federale di Washington, tecnicamente non uno stato) Olsen si è messo al lavoro usando le API di Google Maps, un’interfaccia di programmazione che – per metterla semplice – permette di creare mappe personalizzate. Randy Olson ha così potuto risolvere il suo personale problema del commesso del viaggiatore: quel problema che mira a ottenere, dati molti punti, il modo migliore e più veloce per unirli, senza passare due volte dallo stesso punto. Attraverso una serie di criteri e calcoli Olsen è così riuscito a trovare il miglior modo (tra le 3 x 1064 opzioni possibili) per collegare i 50 punti a sua disposizione e offrire a Stadter e ai suoi lettori il tragitto ideale per un viaggio on the road negli Stati Uniti. Per i più pratici e smanettoni, Olsen ha anche descritto nel dettaglio fasi e linee di codice necessarie per creare mappe simili alla sua.

Il risultato è un circuito (è quindi possibile iniziarlo da ogni punto) di 22.046 chilometri, percorribili – in un’ipotetica situazione in cui non esistono né traffico né sonno – in 224 ore, poco più di nove giorni. Ma se lo volete fare per bene servono 60 giorni almeno, in cui guidare 366 chilometri al giorno.

Stati Uniti on the road

Tra le cinquanta mete individuate da Olsen ci sono il Parco nazionale di Yellowstone e il Gran Canyon, la Statua della Libertà e Fort Alamo, Cape Canaveral e la diga di Hoover, la casa di Abraham Lincoln e quella di Elvis Presley (Graceland) a Memphis, il monte Rushmore e la rete tranviaria di San Francisco. Tra le cinquanta mete ci sono anche destinazioni meno note e turistiche: il West Baden Springs Hotel, in Indiana; le Shelburne Farms in Vermont, la USS Constitution ormeggiata nelle acque di Boston, Massachusetts.

Per i turisti meno interessati alle mete storiche e più attirati dalla città, Olsen propone un viaggio alternativo che permette di visitare le migliori città (secondo le statistiche di TripAdvisor) in ognuno degli stati continentali degli Stati Uniti. Olsen ha anche pensato all’Europa, proponendo un viaggio che in 26.211 chilometri tocca quelle che Business Insider descriveva come le “50 mete europee da visitare almeno una volta nella vita”. Per l’Italia: Venezia, Firenze, la Toscana, Roma, Amalfi e il Vaticano.

Europa on the road

Foto: scattata il 26 aprile 2011 nella Monument Valley (Moyan Brenn – Flickr – www.flickr.com/photos/aigle_dore/ )

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