Le compagnie aeree devono studiare deviazioni e rotte più lunghe per i loro voli, tra ritardi, cancellazioni, aumenti dei biglietti e più inquinamento

Volare tra le guerre costa

È uno dei motivi delle dichiarazioni goffe del governo, che vorrebbe restare amico anche di Israele e di Trump

L’Italia ha sempre cercato di tenersi buono l’Iran

La sede del parlamento tedesco fu ricoperta da un tessuto argentato, in un'opera artistica che inevitabilmente coinvolse anche la politica

Trent’anni fa Christo e Jeanne-Claude impacchettarono il Reichstag

Per l'associazione dei consumatori cinese i video virali in cui si divorano gran quantità di spiedini o noodles promuovono valori sbagliati

Alla Cina le gare di cibo online non vanno giù

Ancora molto poco, sempre che regga: Trump ha detto che la guerra dovrebbe «finire» mercoledì mattina

Cosa sappiamo sul cessate il fuoco fra Iran e Israele

È stata una ritorsione ai bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani, ma non ha fatto grossi danni

L’attacco dell’Iran a una importante base statunitense in Qatar

Dopo decenni di repressione non ci sono gruppi organizzati: immaginare una rivolta è complesso, soprattutto sotto le bombe di un paese nemico

In Iran l’opposizione al regime è molto frammentata

Per ragioni che hanno a che fare con il prezzo della carne suina, in costante diminuzione

La Cina vuole maiali più magri

Lo stato dovrebbe accettare di farsi carico di una parte di loro, dopo mesi di stallo e scontri tra governo locale e nazionale

Un primo accordo sui migranti minorenni non accompagnati alle Canarie

Sfruttando i collegamenti giornalieri oppure i treni notturni, che sono sempre più richiesti: e poi c'è sempre l'Interrail

Qualche idea per fare le vacanze in treno in Europa

I cosiddetti "naked dress" sono stati rivoluzionari e poi hanno normalizzato il corpo delle donne: ora che sono ovunque però «la nudità è stata denudata del sesso»

I vestiti trasparenti sono sempre più noiosi

Che cosa dice la scienza di uno dei gesti più diffusi al mondo e allo stesso tempo più socialmente condannati

Perché ci mettiamo le dita nel naso?

<p>Ordos è una città della “Mongolia interna”, una regione della Mongolia all’interno dei confini della Cina, circa 500 chilometri a ovest di Pechino. Sottoterra ha un&#8217;immensa disponibilità di carbone da estrarre: un sesto circa di tutto il carbone fossile nel sottosuolo cinese. E da queste estrazioni arrivano i soldi che hanno portato alla costruzione di Ordos, diventata un simbolo dei limiti delle ambizioni di crescita del capitalismo cinese: la versione moderna, esagerata e cinese di una città fantasma. “Ordos City” fu un imponente progetto urbanistico deciso nei primi anni del millennio dal governo cinese, che mirava a costruire una nuova area residenziale, venderne gli alloggi e aspettare l&#8217;arrivo di almeno 300 mila nuovi abitanti.</p>
<p>Oggi è una delle più famose città fantasma nel mondo, nominata, fotografata e raccontata da anni: è infatti già dal 2010 che giornalisti, economisti e registi si occupano di Ordos (è del 2013 <a href="https://www.youtube.com/watch?v=pz8ONgXS1T8">il documentario <i>The Land of Many Palaces</i></a>). Il nome Ordos significa appunto “la città dai molti palazzi”.</p>

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<p>Ma i palazzi non sono in realtà del tutto vuoti: seppur molti meno rispetto a quelli attesi a suo tempo dal governo cinese, degli abitanti ci sono, e Ordos non è abbandonata e non è del tutto fantasma, come racconta <a href="http://tmagazine.blogs.nytimes.com/2015/03/06/ordos-china-tourist-city/?_r=0f">un articolo sul magazine del <em>New York Times</em></a> di questa settimana. Ordos è, anzi, pulitissima, integra e, nonostante i troppi edifici per i troppi pochi residenti, perfettamente funzionante. L’articolo racconta la “colossale stranezza” di Ordos, descrive le spropositate dimensioni delle sue piazze, l&#8217;inutile ampiezza delle sue strade, l&#8217;esagerata altezza dei suoi palazzi. E quanti sono, chi sono e cosa fanno i cinesi che abitano a Ordos.</p>
<p><b>Quanti sono</b><br />
Il primissimo progetto del governo cinese, spiegarono i registi di <i>The Land of Many Palaces</i> in una loro i<a href="http://www.theatlantic.com/china/archive/2013/04/ordos-a-ghost-town-that-isnt/274776/">ntervista al mensile <em>Atlantic</em></a>, era portare a Ordos almeno un milione di abitanti. La stima venne poi rivista a circa 300mila persone. Fonti del 2010 parlano di 28mila residenti effettivi. Il <em>New York Times</em> ipotizza oggi siano 100mila. Numeri in crescita, quindi; ma due case su tre continuano a restare vuote.</p>
<p><b>Chi sono</b><br />
Guardando la cartina, i nuovi abitanti di Ordos potrebbero e dovrebbero provenire in gran parte dalla vicina Mongolia. Invece sono in prevalenza cinesi di etnia Han (la principale etnia cinese). Per lo più – ma non solo – gli abitanti di Ordos sono contadini inurbati da altre zone della Cina, forzati a trasferirsi nell’aspirante metropoli in seguito all’esproprio dei loro terreni da parte del governo. Un processo inverso rispetto a quello avvenuto ai tempi di Mao, quando si cercava di ottenere un ritorno dalle città alla vita rurale, e che, con un investimento di quasi 7 mila miliardi di dollari, ambisce a portare entro il 2020 cento milioni di nuovi residenti nelle città cinesi.</p>
<p>Gli abitanti di Ordos in effetti assomigliano più ai moderni cittadini cinesi che non agli antichi nomadi mongoli. I giovani cittadini sono infatti soliti indossare quelli che il <em>New York Times</em> descrive come i totem della cultura occidentale: felpe con cappuccio, sneaker e americanissimi cappellini da baseball.</p>
<p><b>Com’è Ordos</b><br />
Nonostante la popolazione abbia radici e provenienze distanti, tutto a Ordos, dalle decorazioni delle strade fino ai principali edifici pubblici, mira a ricordare e celebrare la storia mongola. Il <em>New York Times</em> descrive così Ordos:</p>
<blockquote><p>Una sorta di Disneyland della Mongolia, una città che trabocca di monumenti kitsch con l&#8217;ambizione di evocare l&#8217;eroismo e la storia della vita nella steppa. Una città il cui teatro ha l&#8217;aspetto di una gigantesca yurta <em>[la tenda tipica delle popolazioni nomadi dell&#8217;Asia]</em>, in cui i lampioni sono decorati con archi e frecce. Una città, soprattutto, in cui tutto ricorda, raffigura, ritrae cavalli: murales di guerrieri mongoli a cavallo, un ponte sospeso con elementi che ricordano criniere di cavallo. Persino la più grande statua della città rappresenta una coppia di imponenti cavalli alzati sulle loro zampe posteriori.</p></blockquote>
<p>Ordos è descritta dal giornalista che l&#8217;ha visitata come un luogo in cui “tutto sembra essere stato collegato a una pompa a elio e gonfiato fino a proporzioni gargantuesche”.</p>
<p><b>Cosa non ha funzionato</b><br />
Ordos, finanziata dai guadagni derivati dall&#8217;estrazione del carbone, si è trovata nel mezzo di tutti i difetti e problemi della “bolla immobiliare” cinese: ulteriormente aggravata, in questo caso, dalla particolare volatilità del mercato del carbone, soggetto a grandi e costanti fluttuazioni. A Ordos non è inusuale imbattersi in video e foto segnaletiche di costruttori e investitori che, pieni di debiti, sono fuggiti.</p>
<p><b>Ordos Oggi</b><br />
Intervistati dai registi di <i>The Land of Many Palaces</i> e dal giornalista del <em>New York Times</em>, gli abitanti di Ordos si dicono felici di questo loro presente e ottimisti sul loro futuro prossimo. Meno ottimismo, seppur con alcune voci in disaccordo, sembra invece esserci tra economisti e urbanisti. Perché Ordos non pare avere una chiara idea di sé, e nemmeno una evidente ragione per esistere. Non è, per usare le parole del giornalista del <em>New York Times</em>, una città fantasma, ma una città di fantasmi.</p>
<p>Il governo, nel tentativo di popolare la città, sta investendo in un nuovo quartiere di Ordos: Kangbashi. A Kangbashi, già dal 2006, sono stati spostati alcuni uffici governativi che prima avevano sede nel distretto del Dongsheng, 30 chilometri più a nord. Secondo alcune voci citate dal <em>New York Times</em> per “incentivare” i dipendenti pubblici a non fare la vita da pendolare, i collegamenti pubblici da Dongsheng a Kangbashi sarebbero stati drasticamente ridotti. Oltre agli uffici governativi, Ordos ospita oggi anche la sede distaccata dell’Università Normale di Pechino e alcune tra le migliori scuole superiori della zona. La diretta conseguenza è che alcuni dei palazzi vuoti di Ordos sono ora stati adattati a dormitori per studenti. Esistono però anche studenti <em>squatter</em>, che non potendosi permettere gli affitti dei dormitori hanno occupato abusivamente alcune case di Kangbashi. Gli abitanti di Ordos sono quindi in prevalenza ex contadini e studenti, ma difficilmente la loro presenza potrà porre rimedio al fallimento di questa incompiuta metropoli.</p>

Mondo

cina

ordos

Studenti di Ordos, Cina. Sullo sfondo l'imponente statua equestre della città (Ed Jones/AFP/GettyImages)

Studenti a Ordos

<p>Turisti cinesi passeggiano davanti al museo di Ordos, la famosa città fantasma cinese (MARK RALSTON/AFP/Getty Images)</p>


Turisti davanti al museo di Ordos

<p>Le statue equestri di Ordos, città fantasma nella Mongolia Interna, rappresentano un tributo a Gengis Khan (MARK RALSTON/AFP/Getty Images)</p>


Una bambina cammina tra le statue equestri

<p>Veduta del teatro di Ordos, città cinese della Mongolia Interna, in una foto scattata nel settembre 2011 (MARK RALSTON/AFP/Getty Images)</p>


Il teatro di Ordos

<p>Un uomo e un bambino attraversano una strada di Ordos in uno dei suoi quartieri disabitati (MARK RALSTON/AFP/Getty Images)</p>


Abitanti di Ordos, città fantasma

<p>La più grande e importante statua della città di Ordos, Cina (Ed Jones/AFP/GettyImages)</p>


Statua equestre a Ordos

<p>Una monumento dedicato a Gengis Khan, condottiero e sovrano mongolo, nella città di Ordos (Ed Jones/AFP/GettyImages)</p>


Monumento a Gengis Khan, Ordos

<p>La bianca moschea di Ordos, Cina, in una foto del 2012 (Ed Jones/AFP/GettyImages)</p>


Moschea di Ordos

<p>Edifici e palazzi, molti dei quali ancora disabitati, di Ordos, città della Mongolia Interna (Photo credit should read Ed Jones/AFP/GettyImages)</p>


Skyline di Ordos

Il New York Times racconta il fallimento di alcune nuove metropoli cinesi e chi sono quelli che ci hanno creduto

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

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