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  • Sabato 15 novembre 2014

Le nuove foto di “Che” Guevara morto

Sono state trovate in un piccolo paese spagnolo: appartenevano a un missionario che le ricevette da un fotografo francese di AFP

La settimana scorsa alcune fotografie inedite del cadavere del rivoluzionario argentino Ernesto “Che” Guevara, scattate subito dopo la sua uccisione nel 1967, sono state mostrate da Imanol Arteaga – un consigliere comunale della città spagnola di Ricla, in provincia di Saragozza – durante un’intervista con il giornalista dell’agenzia AFP Gabriel Rubio Giron. “Che” Guevara fu ucciso il 9 ottobre 1967 a La Higuera, in Bolivia, il giorno dopo esser stato ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi. Le poche fotografie che circolarono all’epoca furono scattate dal giornalista di AFP Marc Hutten: dell’esistenza di altre immagini non se ne seppe più niente per quasi cinquant’anni, fino ad oggi. Arteaga ha ereditato queste fotografie da suo zio Luis Cuartero, un missionario che andò in Bolivia negli anni Sessanta e che è morto nel 2012.

La maggior parte delle fotografie – in bianco e nero – mostrano il cadavere di “Che” Guevara disteso su una barella, con gli occhi aperti e il petto nudo macchiato di sangue.

«[Mio zio] portò le foto [in Spagna] quando tornò per il matrimonio dei miei genitori nel novembre 1967», ha raccontato Arteaga, spiegando che, secondo sua madre e sua zia, Cuartero ricevette le fotografie da un giornalista francese (presumibilmente lo stesso Marc Hutten di AFP). Arteaga le ha ritrovate tra le cose appartenute a suo zio. «Ricordavo che mio zio aveva fotografie di “Che” Guevara, e mia zia mi disse: “Sì, so dove sono”, ed erano in alcune scatole insieme a un gruppo di altre foto scattate in Bolivia», ha detto Arteaga.

Una fotografia in particolare tra quelle mostrate la settimana scorsa in Spagna, scrive Giron, sembra scattata in un momento diverso rispetto a quelle già note: mostra il cadavere di “Che” Guevara indossare una giacca parzialmente abbottonata. Tra le altre foto emerse soltanto adesso ce n’è anche una del cadavere di Tamara Bunke, un’altra guerrigliera argentina di origini tedesche morta in Bolivia alcuni mesi prima di “Che” Guevara.

Il cadavere di “Che” Guevara fu mostrato per poco tempo ai giornalisti presenti nel villaggio boliviano di Vallegrande, in cui Guevara fu catturato e tenuto prigioniero per un giorno. Fu poi seppellito in un luogo segreto, scoperto durante una spedizione finanziata dal governo della Bolivia nel 1997. Arteaga ritiene che le foto furono consegnate da Hutten a suo zio, Cuartero, forse per portarle rapidamente fuori dal paese: «Chiese a mio zio di prendere le fotografie perché era il solo europeo che stava lasciando il paese in quel momento», ha detto Arteaga. Dopo lo scambio di fotografie non ci furono però altri contatti tra le famiglie di Cuartero e di Hutten (Hutten è morto anche lui nel 2012).

Un esperto consultato da Arteaga ha confermato l’autenticità delle fotografie di “Che” Guevara ritrovate tra le cose dello zio di Arteaga: risalgono agli anni Sessanta perché, ha detto, sono state stampate su un tipo di carta che non viene più prodotta da decenni. Sylvain Estibal, attuale capo della fotografia per AFP in Europa e Africa, ha raccontato che Hutten disse di aver spedito a Parigi quattro o cinque rullini di fotografie. Ma quando tornò lui stesso a Parigi alcuni mesi dopo la morte di “Che” Guevara scoprì che solo poche fotografie tra quelle dei rullini inviati erano giunte ai redattori. «Che fine abbiano fatto le altre è un mistero», ha detto Estibal.