20 fotografie di Burt Lancaster

Il bellissimo attore statunitense morto il 20 ottobre di vent'anni fa era "una delle grandi star di tutti i tempi, forse l'ultima"

Burt Lancaster è stato uno dei più grandi divi americani del secondo dopoguerra, di quella che comunemente viene chiamata “l’epoca d’oro di Hollywood”: bellissimo e con un gran fisico, nell’arco della sua carriera – cominciata relativamente tardi – recitò in quasi ottanta film, passando dai primi ruoli di giovane atletico e prestante a personaggi sempre più impegnativi e diversi. Nacque a New York il 2 novembre 1913 e soltanto a 32 anni, dopo aver fatto l’acrobata in un circo per oltre dieci anni, venne notato da un agente che gli fece avere il primo contratto con una casa di produzione di Hollywood. Dopo qualche anno di ruoli da “duro”, stereotipati e poco convincenti, riuscì a farsi notare interpretando ruoli sempre più impegnativi e drammatici, fino a fondare una società di produzione, la Norma Productions, per avere la possibilità di realizzare in autonomia i copioni che gli piacevano di più.

Vinse l’unico Oscar della sua carriera per il film Il figlio di Giuda, anche se venne nominato altre tre volte come miglior attore: la prima per il film Da qui all’eternità, con Debora Kerr (con cui fu protagonista di uno dei baci cinematografici più espliciti della storia), la seconda per L’uomo di Alcatraz (1962) e la terza per l’interpretazione in Atlantic City, USA (1980). Fu grande amico di Luchino Visconti, per cui interpretò prima il ruolo del principe di Salina nel film Il Gattopardo e poi, nel 1974, il film Gruppo di famiglia in un interno. Morì a Century City il 20 ottobre 1994 a causa di un ictus. Lo storico del cinema americano David Thomson scrisse di lui: “Coraggioso, vigoroso, bello e di grande versatilità, Lancaster non si è mai arreso, nel suo immacolato splendore, orgoglioso di essere un attore cinematografico. E ha continuato la sua scalata, sopravvivendo, persistendo, sempre in condizioni difficili. È una delle grandi star di tutti i tempi, forse l’ultima”.